La Savate: intervista a Giuliano Mantero, istruttore della Sezione Sport da Combattimento della Polisportiva del Finale
- Postato il 5 dicembre 2025
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- Di Il Vostro Giornale
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Tra le sue, la Polisportiva del Finale annovera anche la Sezione Sport da Combattimento, diretta dal Maestro Pilade Prato, che organizza allenamenti per ragazzi e adulti, atleti e amatori. Le principali attività proposte sono lezioni di preatletica e di sport da combattimento, come Boxe Francese o Savate e Kick Boxing, rivolte a tutti coloro che vogliono sentirsi bene e restare in forma.
Ne parliamo oggi con l’istruttore Giuliano Mantero, grande appassionato di Savate, che da molti anni collabora con il Maestro Pilade nei suoi allenamenti.
QUANDO E’ NATA LA TUA PASSIONE PER LA SAVATE?
“Io ho iniziato a settembre del 1993 con il Maestro Pilade” racconta Giuliano, “e da allora mi sono appassionato a questo sport, perché mi ha dato tanto a livello di carattere e mi ha fatto conoscere tantissime persone. Negli anni, piano piano, mi sono affiancato a Pilade diventando poi un suo collaboratore.
Ho preso anche l’abilitazione per allenare e ora abbiamo qui in palestra sempre un bel gruppo formato da una quindicina o ventina di ragazzi che vengono a provare e ad allenarsi. Facciamo lezione il lunedì e il giovedì dalle 20.00 alle 21.30. Quello che dico sempre è che “l’ultimo che arriva è il primo”. Qui è come una tavola rotonda: non c’è il fenomeno, non c’è chi dice “io so fare questo”. Siamo tutti uguali, ci si stanca, si studia, ci si allena, e vengono fuori cose carine.
La savate, detta anche boxe francese, è nata nei porti di Marsiglia nell’Ottocento e poi sviluppata nel 1950. Il nome “savate” deriva dalle calzature dei portuali marsigliesi: lì al porto il clima non era dei migliori e succedevano spesso delle risse, ma loro combattevano solo con le ciabatte o le scarpe, quindi con i piedi. Con l’arrivo dei bastimenti dall’Inghilterra hanno introdotto la boxe inglese, e così è nata la boxe francese. Dalla cintura in su i colpi sono quelli della boxe inglese, dalla cintura in giù ci sono calci bassi, medi e alti.
Si differenzia dalla kickboxing per alcuni colpi portati con le gambe e perché nella kickboxing si combatte scalzi, mentre nella savate si usano piccole scarpette con la suola rigida, perché i colpi vengono portati con il collo o la pianta del piede”.
COSA POSSIAMO DIRE A CHI VOLESSE INIZIARE QUESTO SPORT?
“A chi vuole iniziare questo sport posso dire questo: da fuori magari siamo visti come “i cattivi” perché usiamo pugni e calci, ma tutti quelli che vengono a provare rimangono affascinati dall’ambiente che io e il Maestro Pilade cerchiamo di creare”, ci rassicura Giuliano e prosegue:
“Come ho detto prima, è una tavola rotonda e siamo tutti allo stesso livello. L’allenamento è molto cardio: circa 40 minuti di preparazione atletica e poi mezz’ora di tecnica. Chi viene si appassiona subito, anche chi pensa di non essere capace: una volta che lo mettiamo in mezzo e gli facciamo vedere come portare pugni e calci, rimangono stupiti: “Non è vero, non è possibile!”, sono queste le prime impressioni. Le ragazze poi sono molto coordinate: questo è uno sport di coordinazione, perché con le braccia fai una cosa e con le gambe un’altra. Ci sono varie tecniche: la rotazione del piede, la copertura”.
A CHE ETA’ SI PUO’ COMINCIARE A FARE SAVATE?
“Prendiamo ragazzi e ragazze dai 14 anni in su, perché l’allenamento è sostenuto. Diciamo che 14 anni è il limite giusto. E si può praticare tranquillamente fino alla mia età o a quella di Pilade — siamo quasi sui 60 anni — perché una volta che sei dentro è difficile lasciarlo.
Le soddisfazioni con il gruppo che abbiamo attualmente sono molte. I ragazzi e le ragazze vengono dicendo “non sono capace”, ma noi siamo qui per insegnare. Quando vedono che riescono a fare qualcosa che non hanno mai fatto in vita loro, rimangono colpiti da questo sport.
Gli allenamenti si svolgono il lunedì e il giovedì presso la palestra Rivetti di Finalborgo, la palestra del Liceo Issel, dalle ore 20.00 alle 21.30 o 21.45. Se volete provare vi aspettiamo!”, conclude Giuliano, di cui trovate i contatti nell’apposita area del sito della Polisportiva.