“Io suora? Un guru mi trasmise un’energia speciale. Tutte le sere andavo nel camerino di una nota attrice e la trovavo sempre nuda”: le confessioni di Paola Pitagora
- Postato il 14 agosto 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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“Da ragazzina mi prendevano in giro i compagni, che mi avevano soprannominato Gargarozzo, ma non avevo mai pensato di cambiarlo (il cognome, ndr)”. Lo rivela Paola Pitagora, nome d’arte di Paola Gargaloni. Intervistata dal Corriere della Sera l’attrice, prossima a compiere 84 anni, ricorda come fu l’incontro con il pittore Renato Mambor a spingerla verso la decisione del cambio di cognome: “Renato fu categorico, mi disse: se vuoi fare l’attrice, non puoi continuare con questo nome ridicolo. Siccome non avevo seno, aggiunse: sei piatta, potresti cambiare in Paola Pitagorica“.
Si dice che in realtà, più che l’attrice volesse farsi suora: “Ma no!” smentisce la diretta interessata. “Ero poco più che adolescente, non avevo un vero e proprio desiderio di indossare la tonaca, ma… chi non ha attraversato nella vita una fase idealistica? Molti anni dopo sono andata anche in India, sono entrata in contatto con un guru, che mi trasmise un’energia speciale e allora, sì, ho vissuto un po’ di misticismo…”. Spazio poi agli inizi in una scuola di recitazione a cui si iscrisse ribellandosi ai genitori che l’avevano invece iscritta a una scuola professionale di segretaria d’azienda: “Tuttavia, in fondo, ero timida” rivela “e un giorno, il maestro di dizione, mi mollò una sberla per farmi reagire“.
E poi ancora, gli aneddoti si sprecano, come quello sul musical ‘Ciao Rudy’: “Facevo un piccolo ruolo, bellissima esperienza… e a darmi il consiglio giusto di accettare fu proprio la spiritosissima Paola Borboni, che era nel cast e che io andavo a trovare tutte le sere in camerino: la trovavo sempre nuda nel suo bellissimo corpo nonostante l’età. Quando le espressi i miei dubbi sui Promessi Sposi, si tolse una catenina dal collo e, porgendomi un’immagine sacra, esclamò: bacia la Madonna, hai una palla di fuoco tra le mani, giocatela bene!”
Tra i ruoli più iconici da lei interpretati c’è sicuramente quello di Lucia Mondella nello sceneggiato televisivo I promessi sposi (1967): “Io all’inizio, essendo un’anticonformista, non ero per niente convinta, non volevo accettare il ruolo ne I Promessi Sposi” fa sapere. “Tanto che il regista Sandro Bolchi mi chiamò e mi chiese seccato: Paola che vogliamo fare? Mi spiegò che non si trattava di una Lucia Mondella stereotipata, bensì di una ragazza lombarda forte, che faceva l’operaia, non era una santarella, che però poi riesce a convertire addirittura l’Innominato”. L’attrice alla fine accettò, “ma aggiungo che partì una campagna giornalistica molto negativa e calunniosa su di me. Mi attribuirono delle false affermazioni mignottesche su Lucia. Inoltre, una che portava le minigonne come me, poteva essere adatta al personaggio? Uno spettatore televisivo, manzoniano doc, in un’intervista affermò: questa attrice ha fatto fuori in un sol colpo sia Pitagora, sia Manzoni”, chiosa.
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