Veronica Lario, conti in rosso per la sua società immobiliare: “Crollo del fatturato e incassi in perdita per colpa delle alluvioni”

  • Postato il 11 agosto 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Non è stato un anno da ricordare il 2024 per Il Poggio, la società immobiliare di Veronica Lario. Tutta colpa delle piogge torrenziali che colpirono Milano 2 (e altre zone della Lombardia) il 17 maggio provocando alluvioni e un innalzamento della falda, innescando danni e allagamenti in diversi edifici pubblici e privati. Tra questi anche il centro direzionale di Milano 2, a Segrate, che include i palazzi Canova e Borromini di proprietà dell’ex moglie di Silvio Berlusconi, dove hanno sede diversi uffici e l’Università del San Raffaelle. Il risultato? Un crollo del fatturato e incassi in perdita per 1,6 milioni di euro.

LA SOCIETÀ IMMOBILIARE DI VERONICA LARIO HA PERSO 2,3 MILIONI NEL 2024

A fare i conti in tasca a Il Poggio di Miriam Raffaella Bertolini, vero nome di Veronica Lario, è stato Franco Bechis sul sito Open, che racconta nel dettaglio come l’allagamento dei due immobili nel centro direzionale di Segrate abbia fatto finire in rosso la società. Ma a quanto ammonta la perdita? Il bilancio 2024 ha chiuso “con una perdita di esercizio di 2.349.409 euro contro l’utile di 84.294 euro dell’anno precedente”. A causa delle piogge torrenziali, le falde acquifere inondarono i seminterrati degli immobili e per quattro mesi diversi locali risultarono inagibili, “in particolare quelli affittati dall’Università San Raffaele di Milano”. Dunque, la Lario non ha potuto incassare gli affitti e il fatturato “di conseguenza è sceso da 4,3 a 2,7 milioni di euro perdendo 1,6 milioni di incassi”.

1,5 MILIONI SPESI PER RISANARE I LOCALI ALLAGATI E LA CAUSA DI UN CREDITORE

L’allagamento dei sotterranei, si legge nella nota integrativa al bilancio riportata da Open, ha causato “ingenti danni agli impianti e l’impraticabilità temporanea dei locali per tutti i condomini, con conseguente interruzione delle attività per circa quattro mesi”. Per rimettere in sesto la situazione, la società ha stanziato “1,5 milioni, di cui circa il 50% già corrisposti nel corso dell’esercizio, oltre a una significativa riduzione dei ricavi. Una parte di tali minori introiti, in particolare quelli derivanti dalla locazione dei locali ad uso universitario, si rifletterà anche nei risultati finanziari degli esercizi 2025 e 2026”. Per tornare alla piena operatività e per prevenire future interruzioni, sono già previsti altri interventi e per “contenere gli effetti finanziari della crisi, la società ha definito accordi di rateizzazione con alcuni fornitori per una porzione del debito accumulato”. Open rivela però che non con tutti i fornitori è andata bene: Energon Esco S.p.a, specializzata nella ottimizzazione energetica di edifici e impianti, ha infatti promosso un arbitrato e “ha richiesto al condominio il pagamento di un importo pari a circa euro 4,7 milioni, oltre interessi, a titolo di corrispettivo per un contratto di servizi energetici relativo all’impianto termico andato distrutto in seguito all’alluvione del maggio 2024. Il condominio si è costituito in giudizio, chiedendo il rigetto delle domande e formulando una domanda riconvenzionale per un importo pari a circa euro 1,2 milioni”. Per questo, la società della Lario ha accantonato in via prudenziale 444mila euro, “corrispondente alla stima pro quota della potenziale passività che, in caso di esito sfavorevole del giudizio, potrebbe gravare sulla società in quanto condomino”.

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