Incontro a Roma tra Meloni e Friedrich Merz: «Ok a tutti i format»

  • Postato il 18 maggio 2025
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Incontro a Roma tra Meloni e Friedrich Merz: «Ok a tutti i format»

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Positivo l’incontro di Roma con Friedrich Merz, Meloni: «Prendo atto che non si parla di inviare truppe», Meloni «Ok a tutti i format», la premier convinta dal cancelliere tedesco.


E meno male che venerdì era in agenda il bilaterale Italia-Germania a palazzo Chigi. Meno male perchè nelle dichiarazioni congiunte e nella conferenza stampa di Meloni e Merz, è stato possibile correggere o comunque edulcorare l’impatto dei fatti accaduti il giorno prima a Tirana. Ieri mattina infatti la presidente del Consiglio si è svegliata ancora più furiosa di come si era addormentata la sera prima per via delle prime pagine dei principali quotidiani: Italia esclusa dalle riunioni che contano; l’accusa di Macron “basta fake news sull’invio di truppe”, “Meloni esclusa, lite con Macron”; “Macron-Meloni, rottura totale”. Ai titoli di ieri, si aggiungono quelli del giorno prima: “La Germania non si fida dell’Italia e la vuole fuori dal patto di coalizione”, Insomma, in 36 ore sono state sbriciolate tutte le narrazioni sulla “centralità” dell’Italia, su Meloni “ponte tra Ue e Usa”. In una parola, sull’affidabilità del nostro paese nell’Unione europea e nella stessa Alleanza atlantica. Un problema serio, una situazione che stava scappando di mano.

L’INCONTRO MELONI-MERZ: UN TENTATIVO DI RIPARAZIONE

Il bilaterale con il cancelliere Merz è stato provvidenziale per chiarire e mettere qualche toppa qua e là. Cominciamo dall’esclusione di Meloni venerdì a Tirana dal tavolo dove Merz, Macron, Tusk, Starmer e Zelensky parlavano al telefono con Trump di quanto non era accaduto in Turchia e della tregua in Ucraina. La premier si era giustificata: «Non vado dove si parla di invio di truppe». Qualche minuto dopo l’aveva corretta Macron: «Mai parlato di invio di truppe ma di tregua. Basta fake news per favore, per questo bastano i russi». Bene, diciamo che c’è stato un misunderstanding.

UCRAINA: POSIZIONI A CONFRONTO E IL NODO DELL’INVIO DI TRUPPE

A precisa domanda sui piani dei Volenterosi ecco cosa ha risposto Merz: «Al di là dei format, ieri a Tirana abbiamo fatto il punto sulla guerra in Ucraina. E’ chiaro che la Russia non accetta alcuna tregua e abbiamo deciso che la prossima settimana l’Unione europea darà il via al 17° pacchetto di sanzioni che riguarderanno le forniture di gas, il Nordstream 1 e 2, e la flotta ombra nel mar Baltico» . E poi, per essere ancora più chiaro, Merz ha detto: «Non c’è alcuna decisione nè discussione su invio di truppe Ue o Nato in Ucraina. Stiamo parlando di tregua, inutile parlare di truppe, adesso, prima devono tacere le armi». Insomma, qualcuno si deve essere dimenticato di aggiornare palazzo Chigi sui motivi per cui i Volenterosi sono andati una settimana fa a Kiev e si sono riuniti venerdì a Tirana. Meloni ne ha dovuto prendere atto. E magari avrà pensato di fare una ramanzina al suo diplomatico che non l’aveva aggiornata. «Prendo atto – ha detto davanti alla stampa italiana e tedesca – che l’invio di truppe in Ucraina oggi non è in discussione e che le priorità sono il cessate il fuoco, la difesa dell’Ucraina, le garanzie di sicurezza per una pace giusta e duratura». Così stando le cose, «siamo disponibili a partecipare ad ogni format per raggiungere questi obiettivi e tenere unito l’Occidente”. Poi una frecciata a Macron: “Basta personalismi che rischiano di minare l’unità dell’Occidente». Poi è da capire chi fa i personalismi: chi convoca la riunioni o chi le snobba in partenza perchè le ha convocate un altro e non te? A volte i personalismi fanno i paio con i protagonismi. Ed è un guaio.

INCONTRO MELONI – MERZ: IL DUBBIO TEDESCO SULL’AFFIDABILITÀ DELL’ITALIA

Il bilaterale con Merz è stato utilissimo anche per chiarire un’ altra questione imbarazzante per palazzo Chigi: sui giornali tedeschi è apparsa la notizia che la neonata coalizione Merz, nella parte dell’Spd, giudicherebbe l’Italia non affidabile perchè “infiltrata” da filorussi sia in maggioranza che tra le opposizioni. Una pessima nomea nonostante gli sforzi del presidente Mattarella. Il cancelliere ha allontanato questi dubbi. «Italia e Germania – ha voluto chiarire più volte – hanno un’ottima partnership che siamo intenzionati ad aumentare. Tra di noi c’è un legame profondo, anche storico e culturale, entrambi siamo paesi fondatori della U». Dunque il governo italiano può stare tranquillo.

L’AGENDA COMUNE: COMMERCIO, IMMIGRAZIONE E DIFESA

Anche se sembra un osservato speciale quando il Cancelliere illustra l’agenda: sottoscrivere il trattato di libero scambio con l’America del sud (cosa che l’Italia non ha ancora fatto), intensificare la lotta all’immigrazione clandestina “senza però entrare nel merito di ciò che fanno le corti di giustizia dei singoli stati e della Ue”. Merz ha indicato la strada anche sulla Difesa, sull’opportunità di nuovi investimenti in tecnologia e non solo armamenti. La Germania è pronta ad alzare la spesa per la difesa al 5%. L’Italia ancora non deciso cosa fare. Rinvia, pertenere buono Salvini. Ma è chiaro che passa anche da questo dossier l’affidabilità del governo Meloni. “Non c’è dubbio – ha detto la premier – che la Ue debba creare un solido pilastro della difesa da mettere al fianco di quello Usa”. A questo punto, “via libera a tutti i format” ha aggiunto: Volenterosi, Weimar +, E3. Le sigle sono tante. Il concetto è uno solo: Italia affidabile sì o no?

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