In Giappone un festival di arti applicate si svolge in case da tè e fabbriche di sakè. Il report
- Postato il 17 settembre 2025
- Arte Contemporanea
- Di Artribune
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Cambiare prospettiva, accostando l’artigianato all’arte contemporanea. È l’intento di Go For Kogei, progetto che da sei anni si dedica in Giappone alla promozione di un nuovo genere: l’artigianato artistico. E lo fa a Hokuriku, una regione con una lunga tradizione artigianale, situata lungo la costa nord occidentale della sua isola più grande, Honshu, affacciata sul Mar del Giappone. Giunta alla sesta edizione, presenta fino al 19 ottobre nelle due città principali della regione, Toyama e Kanazawa, le opere di 18 artisti e collettivi provenienti da 15 città giapponesi e di altre città asiatiche, tra cui 12 artisti singoli e gruppi che partecipano per la prima volta, utilizzando come sedi tradizionali case da tè o magazzini per lo stoccaggio di materiali come lacca, ceramica, vetro e carta. Il tutto legato dal tema Gli attributi di Kogei: come possiamo riformulare l’artigianato?










![Matsumoto Yuma, Skynecco [Skynet made of Meow], 2025 Rice straw on bamboo, wood](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2025/09/matsumoto-yuma-skynecco-skynet-made-of-meow-2025-rice-straw-on-bamboo-wood-1200x800-1-768x512.jpg)











L’obiettivo di Go for Kogei in Giappone
“Questa mostra vuole ampliare la definizione di artigianato e renderlo un termine fluido”, spiega ad Atribune Akimoto Yuji il direttore artistico di Go For Kogei che, fin dal suo inizio nel 2020, organizza mostre ed eventi presso santuari, templi e in aree che incarnano la storia della regione, oltre a conferenze per creare dibattito sulle possibilità odierne dell’artigianato. Il punto di questa manifestazione è proprio l’ambientazione, a diretto contatto con la vita quotidiana delle comunità locali. “In generale, i musei d’arte espongono le opere in un ambiente neutro, isolando il contesto dalla vita quotidiana”, aggiunge il co-curatore Takai Yasumitsu, “ma il GFK espone le opere negli ambienti abitativi di case e magazzini, dove si può vedere la connessione tra opere e vita”. A Toyama, per esempio, il pavimento di una storica fabbrica di sakè è diventato un enorme dipinto di ispirazione buddista: l’ha firmato Tatehana Noritaka, il designer di Lady Gaga, per la quale ha disegnato le sue iconiche scarpe a zeppa, sullo stile degli zoccoli di legno alti, storicamente indossati dalle cortigiane d’élite (qui sono in mostra una loro copia).

Il significato del termine giapponese “kogei”
Il termine kogei (pronunciato ko-gay), che potrebbe essere tradotto come “artigianato” o “arti applicate”, è emerso in Giappone alla fine del XIX Secolo, durante la modernizzazione e l’occidentalizzazione. Prima di quel periodo, per la cultura giapponese non esisteva il concetto di divisione tra “belle arti” e “artigianato”: gli oggetti estetici e la loro manifattura erano una cosa sola. La missione di questo festival è di ritornare a quella condizione originaria di non classificazione e mescolanza tra cultura alta e bassa. Per farlo, ci sono molte mostre che presentano l’artigianato attraversato da altre discipline come arte, design e architettura. Succede in queste due città giapponesi, raggiungibili da Tokyo in due ore e mezza di treno: questa è, infatti, la regione attraversata dallo Shinkansen (noto come “treno proiettile”) che viaggia a 260 km all’ora. Sono presenti anche diversi programmi basati sull’esperienza che combinano le caratteristiche del kogei con le culture gastronomiche e gli stili di vita regionali. Il tutto per una comprensione più profonda della cultura e delle tecniche artigianali e una ridefinizione del significato di kogei.
Gli eventi performativi di Go For Kogei tra Tayama e Kanazawa
Proprio le performance sono l’elemento che più ha caratterizzato i giorni dell’opening ai quali abbiamo partecipato. A Toyama, per esempio, è andato in scena un pranzo a base di soba (i tipici spaghetti giapponesi fatti di grano saraceno) accompagnati da prelibatezze culinarie adagiate su stoviglie d’artista. Questa speciale collaborazione ha unito l’artista ceramista Kuwata Takuro e il ristorante di soba Kuchi Iwa, situato nelle vie storiche di Iwase, quartiere portuale pieno di ex edifici di agenzie marittime, riconvertite in studi e gallerie di artigiani e soprattutto in ristoranti stellati Michelin, proprio come Kuchi Iwa, noto per i suoi raffinati piatti stagionali che esaltano i sapori naturali degli ingredienti, incentrati sulla soba fatta a mano. A Kanazawa, invece, il distretto di Higashiyama ospita il quartiere delle case da tè Higashi Chaya, una delle destinazioni più popolari di questa “piccola Kyoto”, definita così perché, come Kyoto, presenta antichi quartieri di samurai e geishe, templi e il magnifico giardino Kenrokuen. La città, risparmiata dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, conserva ancora il fascino del Giappone feudale, ed è un importante centro dell’artigianato tradizionale, specialmente per le sete e la foglia d’oro. Qui, dove si respira uno stile di vita ancora intimamente legato all’artigianato, è andata, invece, in scena una particolare cerimonia del tè all’interno di una sala da tè portatile di legno, realizzata dallo scultore Nakagawa Shuji in collaborazione con l’artigiano della paglia Sagara Ikuya, di notte DJ hip-hop in un club vicino a Osaka.

L’apertura internazionale di Go For Kogei
Organizzato da un’associazione non profit, con il governo giapponese come suo maggiore sponsor, Go For Kogei è ancora un festival a dimensione locale: per una questione di budget limitato, gli artisti invitati sono giapponesi, coreani, taiwanesi, indonesiani e cinesi. Ma comincia ad esserci un’apertura internazionale. A luglio si è svolto a Londra un simposio internazionale organizzato in collaborazione con il Victoria & Albert Museum, mentre dal 3 ottobre al 18 gennaio 2026 si terrà su invito del Tainan Museum of Art di Taiwan una mostra curata dal direttore artistico di Go for Kogei che presenta dieci artiste giapponesi di nuova generazione, intente a portare avanti lo spirito artistico innovativo della leggendaria Kusama Yayoi. Ci sarà una partecipazione del festival anche alla prossima Biennale Arte di Venezia, tra gli eventi collaterali: ancora top secret il programma che sarà svelato a dicembre.
Claudia Giraud
L’articolo "In Giappone un festival di arti applicate si svolge in case da tè e fabbriche di sakè. Il report " è apparso per la prima volta su Artribune®.