In Basilicata progetto di interventi d’arte contemporanea sulle rovine archeologiche a Policoro

Artisti visivi, musicisti, poeti e registi convergono per valorizzare il Parco Archeologico di Herakleia a Policoro (in provincia di Matera) con Siris, progetto concepito dal lab multidisciplinare STUDIO STUDIO STUDIO fondato dall’artista Edoardo Tresoldi. Il progetto, diretto da Antonio Oriente, si articola nella piana costiera ionica della Basilicata dove la Vallata Mediana del sito archeologico custodisce importanti esempi di architettura antica, come il Tempio Arcaico e il Santuario di Demetra, attualmente poco fruibili a causa dello stato di conservazione.

Siris, il progetto in Basilicata

Di contro, Siris esprime l’intenzione degli artisti di riconnettersi al primo insediamento greco sul territorio, risalente al VII Secolo a.C., per portare alla luce anche ciò che non è pienamente evidente e ritrovare almeno con l’intuizione ciò che Marc Augé in Rovine e macerie, definì “l’esistenza di un tempo puro, non databile […], un tempo perduto che l’arte talvolta riesce a ritrovare”. In effetti, gli interventi artistici, reversibili e non invasivi, inserendosi nel paesaggio senza intaccarne l’integrità amplificano la presenza delle testimonianze archeologiche, agevolandone la comprensione.

“Partire dal patrimonio per parlare del nostro tempo”: Edoardo Tresoldi racconta Siris

Siris, ha carattere sperimentale e verte sull’interpretazione artistica e autoriale dei resti archeologici, della loro storia e dell’ecosistema attuale. Come ha affermato Edoardo Tresoldi: “Il lavoro che stiamo facendo con Studio Studio Studio è alla ricerca di questo tipo di progetti che partono dal patrimonio, utilizzandolo come materia di lavoro e di lettura, per realizzare delle opere che parlano del nostro tempo. Ritengo che confrontarsi con il passato sia una necessità, e non solo in un’ottica di conservazione e di conoscenza: io cerco di spostare l’attenzione dalla tutela e dalla “cristallizzazione” del patrimonio storico (artistico, architettonico, archeologico…) e paesaggistico al suo impiego come strumento di espressione dei nostri valori, come terreno in cui affondano le radici della nostra visione. Il mio è un lavoro di contestualizzazione: allinearsi alle epoche passate per continuare a indagare le grandi questioni che riguardano l’esistenza e il pensiero umano”. Nell’offrire una narrazione multiforme tra presente, passato e natura, e dimostrando che l’arte in quanto tale è sempre contemporanea, Siris si può leggere come un invito a liberare il pensiero oltre le categorie del tempo e dello spazio.

Siris, gli artisti coinvolti e l’Ecomuseo Archeologico

Gli artisti, coinvolti da settembre 2024 alla primavera 2025, contribuiscono con i loro interventi al completamento dell’Ecomuseo Archeologico, ridando luce ai reperti delle colonie greche, ciascuno secondo una propria grammatica espressiva. Il duo belga Gijs Van Vaerenbergh interviene con Rovina Inversa, per evocare in maniera inedita le forme del Tempio Arcaico; Selva Apariciocolloca sette sculture ispirate alle edicole votive rurali nell’area del Bosco Sacro, creando un percorso esperienziale e meditativo di avvicinamento al Santuario di Demetra; il musicistaMax Magaldi, in dialogo con l’artista e poetessa Claudia Fabris, ha ideato una sonorizzazione immersiva che dà vita a una sorta di Natura aumentata. Installazione interattiva fruibile attraverso un’app; infine Giovanni Troilo, autore, fotografo e regista, racconterà l’intero processo creativo, in un documentario.

Ludovica Palmieri

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Autore
Artribune

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