Il vicesindaco di Albenga a Bucci: “Ogni volta che piove ci allaghiamo”. Ecco perché la Piana non può più rimandare il consorzio di Bonifica

  • Postato il 8 dicembre 2025
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  • Di Il Vostro Giornale
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Generico dicembre 2025

Albenga. L’agricoltura non è solo il fiore all’occhiello, ma il vero motore dell’economia albenganese. Un settore che coinvolge un migliaio di aziende a conduzione familiare e oltre tremila persone, capace di generare lavoro, export di grande qualità e identità per tutto il comprensorio ingauno.

Basterebbero questi numeri per comprendere quanto sia fondamentale tutelare la Piana di Albenga, un territorio unico in Liguria e sempre più esposto agli effetti dei cambiamenti climatici. Le ondate di maltempo, sempre più violente e improvvise, hanno mostrato più volte la fragilità di un’area che vive al tempo stesso di agricoltura e di equilibrio idrogeologico. Le immagini dei vasi trascinati via dalla furia dell’acqua restano impresse negli occhi degli imprenditori ingauni ad ogni notizia di una nuova allerta meteo.

Da qui nasce – e ritorna ciclicamente – l’esigenza di costituire un Consorzio di Bonifica: uno “scudo” che consentirebbe alla Piana di accedere a fondi europei dedicati, partecipare ai bandi necessari per gli interventi più urgenti e sviluppare una strategia di prevenzione coordinata.

Un Consorzio, quindi, non è solo uno strumento utile a proteggere i campi, ma un presidio per l’intera città: pensiamo, per esempio, quando il Centa esondò, nel 1994. Senza opere a difesa del territorio, è la città Albenga nella sua interezza a rischiare di pagare il prezzo più alto.

Non è un caso che la proposta di un consorzio di bonifica sia sostenuta non solo dall’amministrazione albenganese, ma anche da figure del mondo agricolo come Gero Calleri, e più di recente anche da Nicola Podio, ex candidato sindaco del centrodestra e oggi consigliere di minoranza. Segno che il tema, più che politico, è strutturale e condiviso.

Cos’è un consorzio di bonifica e perché serve alla Piana

Ma che cos’è un consorzio di bonifica? Un consorzio di bonifica è un ente pubblico economico formato dai proprietari di terreni e immobili di un territorio, con il compito di gestire, mantenere e migliorare la rete idraulica e l’equilibrio del territorio. In poche parole, un consorzio pulisce e mantiene canali, fossi, argini e opere idrauliche; gestisce l’irrigazione agricola; previene allagamenti e dissesti;  pianifica le opere di bonifica e collabora con Comuni, Regione e Protezione Civile.

Il sistema si sostiene tramite contributi obbligatori dei proprietari, perché gli interventi portano benefici diretti all’area.

Perché serve? Perché la gestione delle acque non può ricadere su singoli Comuni o su iniziative sporadiche: richiede programmazione, tecnici, mezzi e continuità. È esattamente ciò che oggi manca alla Piana di Albenga.

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Il percorso avviato da Albenga

Nel 2020 il Comune di Albenga ha avviato il percorso per la nascita del Consorzio di Bonifica Ingauno, colmando un vuoto istituzionale in una Regione che, di fatto, non dispone di realtà simili (eccezion fatta per il Consorzio del Canale Lunense di Sarzana).

L’allora assessore all’Agricoltura Silvia Pelosi, oggi vicesindaco, mise nero su bianco l’esigenza di ripartire da un modello già consolidato: proprio il Lunense, scelto come riferimento tecnico per la predisposizione degli atti.

Nello specifico, dal 2020 al 2021 Albenga ha approvato: la convenzione quadro con il Consorzio Lunense; la delimitazione del comprensorio di bonifica; il Piano di Bonifica e il Piano di Classifica preliminari e lo studio geologico e idrografico redatto dal dott. Massimo Morachioli.

“Uno sforzo tecnico complesso, costoso e interamente anticipato dal Comune – ricorda oggi il vicesindaco Pelosi a IVG -. Ci siamo sostituiti all’ente realmente competente, cioè la Regione. Lo abbiamo fatto perché è un percorso fondamentale per la sicurezza idraulica e per il futuro dell’agricoltura ingauna. Ma il Comune non può continuare a farsene carico da solo: il bilancio comunale non è in grado di sostenere tutto questo”.

Il confronto Pelosi–Bucci, il faccia a faccia del 26 novembre scorso a Villanova

Il tema  del consorzio di bonifica è stato ripreso il 26 novembre scorso a Villanova d’Albenga, durante l’incontro tra amministratori savonesi e il presidente di Regione Liguria Marco Bucci.

Un appuntamento in cui proprio il vicesindaco ingauno ha riportato  al centro il destino del Consorzio: “Albenga ha fossi e canali ovunque. Abbiamo iniziato a lavorarci anni fa, ma oggi sottraiamo fondi a scuole e strade per occuparci della sicurezza idraulica”, ha affermato Pelosi davanti al presidente.

E ancora: “Abbiamo messo agli atti la bozza del Piano di Bonifica. La costituzione del Consorzio spetta alla Regione. Sarebbe la vera svolta per tutto il comprensorio. Ma servono risorse: ogni volta che piove ci allaghiamo. La Regione finora ci ha dato 25-26mila euro; il resto lo abbiamo messo noi”.

La risposta di Bucci non si è fatta attendere: “Non è vero che abbiamo dato solo 25mila euro: abbiamo investito oltre 7 milioni nella parte geologica”, ha replicato il presidente. Che ha aggiunto: “Sul Consorzio siamo d’accordo. Siamo aperti a farlo, ma deve esserci una guida chiara. Se Albenga dice sì, noi ci siamo. Possiamo accompagnare il percorso, ma il primo passo spetta al territorio”.

Il punto oggi

Il Comune conferma l’intenzione di proseguire nel percorso tecnico già avviato. La Regione, dal canto suo, chiede una “spinta dal basso” per attivare formalmente l’iter previsto dalla legge regionale.

Qualcosa, però, potrebbe muoversi nelle prossime settimane. Ricorda il consigliere comunale e vicepresidente della Commissione per il Consorzio ingauno Nicola Podio a IVG: “Sono in costante dialogo con il presidente Bucci e con l’assessore regionale Piana e sto lavorando per fissare un incontro con la commissione, l’assessorato competente e le associazioni di categoria, così da avviare finalmente una procedura che il Comune ha in mano da anni. Sto lavorando a stretto contatto anche con il presidente della commissione del Consorzio, Giorgio Cangiano, per organizzare una riunione del comitato e sbloccare una pratica che da troppo tempo è ferma e che, per inerzia, ha causato danni, fatto perdere finanziamenti e continua a esporre il territorio al rischio idrogeologico. Ringrazio il presidente Bucci per i molti milioni di euro destinati alla città, risorse che permetteranno interventi risolutivi su rio Carenda e Fasceo e che dimostrano la grande vicinanza della Regione ad Albenga”.

La Piana di Albenga resta quindi in attesa di una decisione politica definitiva, mentre i cambiamenti climatici continuano a ricordare che il tempo, sul fronte idrogeologico, non è infinito.

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Il Vostro Giornale

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