Il progetto colonialista di Netanyahu va fermato. Ma l’arroganza del potere non è solo in Israele
- Postato il 19 giugno 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Il progetto sionista israeliano che Netanyahu sta portando avanti con crimini di guerra e contro l’umanità va denunciato, contrastato e fermato prima che sia tutto troppo tardi. Un progetto tipico di un suprematismo bianco che non finisce mai, imperialista, colonialista, condotto con l’appoggio dei governi occidentali quasi mai così uniti che punta a realizzare il “grande Israele” come punta di diamante del colonialismo occidentale del mondo arabo. Non debbono decidere gli arabi il loro futuro, ma gli occidentali, conquistatori del mondo e fondatori del liberismo predatorio internazionale.
Dopo i nativi indiani in America del nord, l’apartheid in Sudafrica, i genocidi in Indonesia e in estremo oriente, i colpi di stato in sud America, tocca ora soprattutto la spallata al mondo arabo. Dopo anni di corruzioni e imbonimenti di governi arabi ad opera soprattutto di governi americani e israeliani, ecco l’attacco finale alla questione palestinese, la Nakba infinita che si deve perpetuare. La soluzione finale per il popolo in cui è nato Gesù: eliminare per sempre la terra di Palestina e il suo popolo. Non più prigionieri, ma cadaveri.
Ma non basta, la dittatura del più forte e più crudele non si ferma qui, di democrazia non c’è nulla, solo propaganda e arroganza. La Siria controllata e messa in condizioni di essere uno stato debole e sotto perenne minaccia militare, facendo accordi con chi fino a poco tempo fa veniva considerato terrorista e tagliagole. Il Libano bombardato e distrutto, con un terrorismo politico e militare violentissimo. Da ultimo l’attacco diretto all’Iran, l’unico Paese sovrano che sulla carta potrebbe contrastare l’egemonia israeliana e occidentale in medio oriente e nell’area in cui il petrolio muove fila e destino di un’economia mondiale sempre più in affanno.
Non voglio ovviamente difendere regimi e governi che sul piano della democrazia, del rispetto dei diritti e delle libertà civili hanno solida intolleranza, ma le unilaterali aggressioni militari e terroristiche segnano la discesa finale verso il crollo delle democrazie occidentali che sostengono senza tentennamenti il regime israeliano. La complicità nel genocidio del popolo palestinese da parte dei governi occidentali è sempre più evidente, anche le dichiarazioni di sostegno ad Israele nell’attacco all’Iran sono inqualificabili.
L’Onu e il suo segretario non sono più pervenuti, dove sono? Anche il Papa “nuovo” sembra più silente e impotente. Solo i popoli possono potenzialmente provare a mutare il corso della storia che ci conduce verso il baratro, perché la politica nazionale e internazionale vive comunque anche di consenso. Va tolto ogni sostegno ai governi che hanno scelto la guerra contro la pace. Vanno contestati e sostituiti.
Hanno paura comunque dell’opinione pubblica, basti vedere il comportamento del ministro degli esteri Tajani, sostenitore e complice delle aggressioni israeliane contro il popolo palestinese e poi con la propaganda tipica di un regime si mostra compassionevole vicino a bambini di Gaza in cura in Italia. Prima li bombardano, li feriscono, li mutilano, li lasciano perire e poi si fanno le foto vicino al capezzale di un popolo che vede morire i suoi bambini.
Siamo ad oltre 20.000 bambine e bambini uccisi. Chi non fa tutto quello che è necessario non potrà essere assolto, nessuno potrà dire di non sapere, essere partigiani significa schierarsi. O si sta con gli oppressi o con gli oppressori, tertium non datur. Noi occidentali, noi gente di occidente, abbiamo una responsabilità ad agire ancora maggiore. Possiamo provare a fermare i complici dei carnefici. Ripudiamo la guerra e rimuoviamo gli ostacoli, non lo dico io, è scritto in Costituzione. E la Costituzione non è un libro, ma il battito cardiaco della democrazia.
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