Il documento della Società italiana di Biochimica che chiede sanzioni concrete contro Israele
- Postato il 16 giugno 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Come altre società scientifiche o accademiche, la Società Italiana di Biochimica e Biologia Molecolare (SIB) ha approvato e diffuso un documento sulla grave situazione umanitaria in atto a Gaza e in cis-Giordania. Il documento, stilato precedentemente all’attacco militare condotto da Israele contro l’Iran, chiede sanzioni concrete contro Israele al fine di indurne il governo ad interrompere le gravissime violazioni del diritto internazionale che ha invece proseguito ed aggravato. Lo riporto parzialmente.
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“Come scienziati attivi nell’ambito delle Scienze della Vita e della Medicina e membri della Società Italiana di Biochimica e Biologia Molecolare (SIB) […].
Ci schieriamo convintamente a favore degli intellettuali Ebrei e delle organizzazioni ebraiche israeliane e della diaspora che condannano le azioni del governo israeliano e auspicano una soluzione dell’annosa oppressione della popolazione palestinese residente nella cis-Giordania oltre che dei Gazawi. Questi intellettuali e queste organizzazioni hanno invocato azioni che spingano il governo israeliano ad interrompere le azioni militari contro la popolazione civile palestinese. Riteniamo che la comunità scientifica italiana ed internazionale in risposta a queste invocazioni abbia il dovere di esprimersi con azioni concrete.
Già nel recente passato molti di noi hanno aderito ad iniziative che chiedevano l’interruzione delle collaborazioni scientifiche con le istituzioni israeliane, quanto meno quelle finalizzate alla ricerca militare o dual use, così come avviene per la Federazione Russa fin dal 2022. Siamo perfettamente consapevoli che la ricerca scientifica, così come le manifestazioni artistiche, sportive e culturali, unisce i popoli, ma con rammarico auspichiamo l’interruzione della collaborazione scientifica con le istituzioni dello stato d’Israele, nel convincimento che questa decisione fornisca ai nostri colleghi israeliani, ai quali siamo legati da amicizia e stima, uno strumento per rafforzare la protesta contro il loro governo che molti di loro già esprimono quasi quotidianamente: l’isolamento non può essere soltanto minacciato ma deve essere agito perché il governo israeliano ne prenda atto.
I nostri colleghi delle università israeliane sono scandalizzati quanto noi per la sistematica distruzione di università e scuole che ha luogo a Gaza e in cis-Giordania ed apprezzeranno il nostro sforzo per aiutarli a proteggere quelle ancora attive.
Chiediamo con fermezza: che si giunga a un “cessate il fuoco” immediato e duraturo in tutta l’area mediorientale, rispettoso della dignità e dei diritti di tutti i popoli che vi hanno dimora; che gli aiuti umanitari arrivino subito alla popolazione di Gaza nella misura necessaria e che quest’ultima riceva rapidamente tutta l’assistenza di cui ha bisogno; che gli ostaggi israeliani ancora prigionieri di Hamas vengano liberati.”
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