Il discorso di Von der Leyen sullo Stato dell’Ue dipinge un’Europa in lotta, ma è fuorviante

  • Postato il 19 settembre 2025
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di Stefano Briganti

“L’Europa è impegnata in una lotta. Una lotta per un continente integro che viva in pace, per un’Europa libera e indipendente. Una lotta per i nostri valori e le nostre democrazie, per la libertà e la capacità di scrivere da soli il nostro destino. Possiamo esserne certi: è una lotta per il nostro futuro.”

Queste sono le prime battute del discorso di Von der Leyen sullo Stato dell’Unione. La presidente, per il suo ruolo istituzionale, dovrebbe riferirsi agli Stati facenti parte dell’Unione europea e perciò il termine “Europa” è fuorviante e forse voluto. La parola chiave del discorso è “lotta” ovvero un’azione contro qualcosa o qualcuno che la minaccia e il pensiero va subito al nuovo nemico dichiarato ovvero la Russia. Allora vediamo i passaggi dell’incipit declinandoli però in senso assoluto e non ristretto alla Russia. “…un’Europa libera e indipendente”. La Ue è e resterà dipendente perché composta da nazioni che dalla fine della seconda guerra mondiale e successivamente della guerra fredda hanno stabilito un patto di dipendenza dalle scelte e dalla politica americane.

La Nato, organizzazione difensiva fino al 1999 con il bombardamento su Belgrado, è un ombrello di cui gli Stati Uniti sono il padrone e al riparo del quale la Ue ha dichiarato la Russia il suo nemico numero uno. L’amministrazione Trump, consapevole di questa dipendenza, l’ha sfruttata a proprio vantaggio minacciando di uscire dall’alleanza se i paesi europei Nato non avessero acquistato più armi americane. Cosa puntualmente accordata.

La Ue resta dipendente nel campo delle risorse energetiche essendo passata da una dipendenza dalla Russia ad una dipendenza dagli Usa. Ovviamente non parliamo, per ora, degli stessi volumi ma presto chiuderemo il gap grazie all’impegno di acquistare entro il 2028 ulteriori 750 miliardi di dollari di GNL americano, preso dalla VdL con Trump sui campi da golf scozzesi. Il cambio di dipendenza ha un costo a svantaggio della Ue (e a vantaggio della Cina e degli Usa) essendo il Gnl più costoso di quello non liquefatto via gasdotto. E’ di oggi la conferma da parte di Draghi che il gas in Europa è quattro volte più caro di quello in Usa.

Altro passaggio: “Una lotta per i nostri valori e le nostre democrazie”. Tra i valori della Ue continuamente dichiarati ci sono il rispetto del diritto internazionale, il rispetto dei diritti dell’uomo, il diritto all’autodeterminazione dei popoli. Questi valori non sono rispettati da Israele che nei confronti di un popolo e di uomini, la Palestina e i palestinesi, li viola da anni. La Ue non muove un dito, figuriamoci poi lottare affinché questi valori intrinsechi della Ue siano rispettati da Israele, paese che la Ue dichiara essere democratico e perciò suo pari a livello di “valori”.

Infine: “[lottare] per la libertà e la capacità di scrivere da soli il nostro destino”. Su questo concordo. Dovrà farlo “ob torto collo” perchè Trump sta prendendo le distanze dall’Europa lasciandola al “proprio destino” considerato che la vocazione bellica contro la Russia, ormai consolidata in Europa, potrebbe trascinare anche l’America in un conflitto Nato/Europa-Russia. Al contempo però, cavalcando il rapporto colonialista che la Ue accetta dagli Usa, intende mungerla aumentando i dazi, imponendo acquisti di Gnl, 600 miliardi di investimenti e acquisto di armi americane da dare a Kiev. L’Europa sarà perciò libera (obbligata dai disingaggio Usa) di scegliersi il proprio destino e di affrontarlo da sola.

Credo che il RearmEU (portato da 800 a 1200 miliardi da Draghi), i pacchetti di sanzioni semestrali contro la Russia, il 5% del Pil (900 miliardi) agli armamenti Nato, le dichiarazioni bellicose dei vertici della Commissione europea, le volontà dei “volenterosi”, l’incrollabile supporto a Kiev fino alla vittoria su Mosca e la più recente isterica reazione polacco/europea al “caso droni russi” descrivano bene ciò che forgerà il destino futuro dell’Europa per il quale Von der Leyen dice che si dovrà lottare.

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Il Fatto Quotidiano

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