Il “campanilismo” che frena l’Italia: quando l’autonomia locale ostacola lo sviluppo
- Postato il 13 settembre 2025
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Il Quotidiano del Sud
Il “campanilismo” che frena l’Italia: quando l’autonomia locale ostacola lo sviluppo
Nonostante i benefici evidenti, i Comuni italiani resistono alle fusioni, preferendo l’autonomia locale al bene collettivo.
I Comuni italiani non sono propensi a fondersi. Anzi: paiono non propensi a fondersi quando i processi di fusione sono calati dall’alto anziché costruiti dal basso, attraverso politiche di associazione dei servizi pubblici, di convergenza degli interessi collettivi e di concertazione degli obiettivi istituzionali. Il prevalere dei cosiddetti “campanilismi” è in tanti casi così evidente che risulta assiomatico anche a chi non si occupa di politica e di pubblica amministrazione. Vi è prudenza (in molti casi vera e propria diffidenza) nella collaborazione verso politiche di interesse generale, verso la gestione condivisa del territorio, verso la risoluzione delle problematiche amministrative comuni.
AUTONOMIA LOCALE, DUE ESEMPI SIGNIFICATIVI: ISCHIA E L’ALTOPIANO DI ASIAGO
Quello che risulta alquanto curioso è che tali dinamiche prevalgono anche laddove non lo si immaginerebbe, ossia in quei contesti urbani e territoriali in cui la fusione dei comuni (a volte anche la semplice unione dei Comuni o l’associazione dei servizi) potrebbe senza dubbio costituire una soluzione vantaggiosa per la tutela e la valorizzazione del territorio e delle sue risorse. Due esempi calzanti in tal senso (molto diversi e distanti tra loro, ma con interessanti analogie) sono l’Isola d’Ischia (in Campania) e l’Altopiano di Asiago (in Veneto) nei quali, per motivi di lavoro, ho avuto la fortuna di risiedere rispettivamente per circa un anno.
Entrambi i contesti, infatti, sono caratterizzati da una situazione di isolamento dovuta alla posizione geografica: Ischia è un’isola situata nel golfo di Napoli di circa 46 chilometri quadrati, distante oltre 20 km di mare dalla terraferma e oltre 30 km di mare dal capoluogo di provincia, suddivisa in sei Comuni: Ischia, Forio, Barano d’Ischia, Casamicciola Terme, Lacco Ameno e Serrara Fontana. L’Altopiano di Asiago è appunto un altopiano situato a circa 1.000 metri di altezza nelle montagne delle Prealpi Venete, esteso circa 470 chilometri quadrati, distante dalla pianura sottostante oltre 20 chilometri di strade in salita e con lunghi tornanti, ed è suddiviso in sette Comuni: Asiago, Lusian Conco, Enego, Roana, Rotzo, Gallio, Foza.
AUTONOMIA LOCALE: SFIDE COMUNI E VANTAGGI DELLE FUSIONI
Due contesti territoriali meravigliosi, simboli dell’immensa bellezza naturalistica e paesaggistica nazionale, che attirano turisti da tutta Italia e da ogni parte del mondo. Ricchi di storia, di cultura e di economia (soprattutto ricettiva e agricola), che durante i periodi di vacanza vedono aumentare notevolmente la presenza di persone sul loro territorio. L’isola d’Ischia, ad esempio, passa nel solo mese di agosto da 62.733 residenti totali a oltre 300.000, facendo registrare una media di 3,5 milioni di presenze turistiche nel periodo da marzo a dicembre di ogni anno. L’Altopiano di Asiago passa, invece, da 20.049 residenti totali a oltre 400.000 ospiti durante la stagione estiva, con 2 milioni 264 mila turisti registrati nel solo anno 2023.
Entrambi i contesti territoriali devono quindi affrontare un massiccio fenomeno di overtourism, soprattutto d’estate, con tutto quello che questo comporta in termini di governance del territorio e di garanzia dei servizi essenziali. Tanto per avere un’idea, si apprende dal sito della Camera di Commercio di Vicenza che, fatta eccezione per il comune di Roana, tutto l’Altopiano, se considerato come comune unico figura, nel 2022, fra i primi 11 Comuni per produzione di rifiuti urbani pro-capite, con il Comune di Asiago che risulta al secondo posto in provincia (677 kg di rifiuti per abitante in un anno).
ISCHIA E ASIAGO: DISAGI TRA MARE E MONTAGNA
Entrambi i territori inoltre devono convivere con abitazioni chiuse per buona parte dell’anno e un numero di residenze non corrispondente a quello reale, per via delle case vacanze registrate come prime case, nonché con persistenti disagi dell’inverno e una generale difficoltà di accesso e di trasporti dall’esterno. L’isola d’Ischia durante l’inverno con il mare agitato vede ridurre sensibilmente il trasporto pubblico marittimo (costituito prevalentemente da aliscafi e traghetti), con viaggi spesso annullati solo qualche ora prima dell’imbarco, con mareggiate che spesso danneggiano i lungomari e altri notevoli disagi, come quello di convivere da diversi anni con un dissesto idrogeologico che deturpa il territorio e miete purtroppo vittime umane con frane e alluvioni (addirittura dodici nella calamità del 2022).
L’Altopiano di Asiago, dal canto suo, durante l’inverno deve fronteggiare temperature molto rigide dovute alle particolari condizioni orografiche e climatiche, che arrivano a toccare (anche nei borghi) punte di meno quindici/venti gradi sotto zero, negli inverni più rigidi e nelle zone più fredde del territorio, con ghiaccio sulle strade e nei luoghi pubblici.
AUTONOMIA LOCALE, SFIDE E PROSPETTIVE: IL CASO LUSIANA CONCO
Dunque, ricapitolando: entrambi i contesti urbani e territoriali devono fronteggiare sfide importanti durante il corso dell’anno: l’overtourism d’estate (per l’altopiano di Asiago anche d’inverno per gli impianti sciistici) e disagi e pericoli per l’incolumità delle persone durante l’inverno, nonché una comune difficoltà di accesso e di trasporto sui territori. Ciò nonostante, i Comuni delle due aree prese in esame non si sono fusi tra di loro. Non hanno rinunciato alla loro autonomia, né pare siano disponibili a farlo oggi. C’è da dire, tuttavia, che sull’Altopiano si sono fatti passi importanti in tal senso.
Innanzitutto una fusione tra comuni c’è già stata, ed è quella tuttora esistente tra il Comune di Lusiana e il Comune di Conco, che ha portato alla nascita del nuovo comune di “Lusiana Conco”, formalizzata il 20 febbraio 2019 (quindi abbastanza di recente) dopo un referendum svoltosi nel 2018, nel quale gli abitanti di Lusiana hanno votato a favore della fusione con il 74% dei voti, mentre quelli di Conco con il 50,5%.
Inoltre, i sette Comuni dell’Altopiano si sono uniti nella “Unione montana Spettabile Reggenza dei Sette Comuni”, che da quanto si apprende dal relativo sito internet istituzionale, sembra essere organizzata bene e funzionare altrettanto bene. Una ricerca apposita e approfondita potrebbe sicuramente dimostrare che in realtà, sia nel primo che nel secondo caso, sono diverse le strategie di collaborazione intercomunale già in essere, che sono attive varie forme di associazionismo che travalicano i confini comunali e che sono consolidate numerose forme di collaborazione interistituzionale oltre quelle citate.
AUTONOMIA LOCALE: I VANTAGGI DELLE FUSIONI E LA NECESSITÀ DI AGIRE
Si scoprirebbe, sicuramente, che c’è questa volontà e che tanti lodevoli sforzi si stanno già facendo sia a livello istituzionale che civico, nella consapevolezza che insieme si può fare di più e meglio. Una eventuale fusione dei comuni comporterebbe, infatti, quantomeno i seguenti vantaggi: maggiore efficienza nell’offerta e nella produzione dei servizi erogati alle collettività di riferimento, un migliore sviluppo locale e una maggiore tutela del territorio; un sostanziale risparmio di spesa anche attraverso la riduzione dei costi unitari di erogazione dei singoli servizi con economie di scala; un maggiore accesso a contribuiti finanziari statali, un maggiore peso politico istituzionale.
Tuttavia, il dato evidente è che i Comuni presi in esame non si sono ancora fusi a formare, rispettivamente, un’unica città e che l’argomento di una eventuale fusione è, in entrambi i luoghi, ben volentieri eluso e rinviato a tempi migliori. Ma per unire le forze, e fronteggiare insieme problemi comuni, non esiste a parere dello scrivente un tempo migliore di questo presente e di quello che si profila in modo preoccupante all’orizzonte.
* Francesco Lo Giudice, cultore di sociologia politica, Unical e Unisob, Sindaco di Bisignano (Cs) dal 2017 al 2021.
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