Il Barbican Centre di Londra rinnova il suo impegno nell’arte. Tutte le novità dall’autunno 2025
- Postato il 1 agosto 2025
- Arte Contemporanea
- Di Artribune
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Tra i più longevi, attivi e frequentati centri culturali di Londra, il Barbican Centre – costruito in stile brutalista tra gli Anni Settanta e Ottanta (inaugurato nel 1982 dalla Regina Elisabetta II) nell’area di Cripplegate, a nord della City – è oggi anche uno dei principali committenti del Regno Unito per la produzione di nuove opere d’arte, grazie all’avvicendarsi di committenze pubbliche che negli ultimi anni hanno popolato i suoi spazi, liberamente accessibili.
La missione culturale del Barbican Centre. Gli obiettivi per il periodo 2025-2030
A partire dall’autunno 2025, con l’avvio della programmazione che orienterà il quinquennio 2025-2030, il Barbican approfondirà ulteriormente il suo impegno verso la valorizzazione dei linguaggi contemporanei della creatività, sempre con l’obiettivo di raccontare il mondo che cambia e affrontare i problemi più urgenti, attraverso un approccio multidisciplinare che include cinema, musica, teatro, danza e arti visive. In particolar modo, la stagione che inaugura il nuovo corso si concentrerà sui temi dell’ecologia e sul rapporto dell’uomo con l’ambiente, per riflettere sul degrado e la sostenibilità, sul rinnovamento ecologico e il diritto alla terra. Ma anche sulla memoria culturale e sugli autoritarismi che stanno avendo la meglio nel sistema politico globale.
Il programma di appuntamenti e progetti autunnali anticiperà, così, un orientamento di lungo periodo promosso dalla Direttrice per le Arti e la Partecipazione Devyani Saltzman per offrire al pubblico esperienze culturali coinvolgenti, che invitino al contempo a osservare un mondo sempre più complesso da molteplici punti di vista. Contribuiranno all’obiettivo anche nuove commissioni e collaborazioni con artisti internazionali.
L’autunno 2025 al Barbican Centre di Londra. Tra conferme e novità
Tra gli highlight dei prossimi mesi si preannunciano, dunque: il lancio della serie di proiezioni e incontri Dystopia is not the Future, con un intervento di Andreas Malm, uno ScreenTalk con il regista Asif Kapadia e un dibattito con registi emergenti; una grande mostra che mette a confronto le opere di Mona Hatoum con le sculture di Alberto Giacometti (dal 3 settembre all’11 gennaio, secondo capitolo del progetto Encounters: Giacometti); le premiere inglese della piece teatrale Lacrima, della regista franco-vietnamita Caroline Guiela Nguyen (dal 25 al 27 settembre) e la rappresentazione di ROHTKO, del regista polacco Łukasz Twarkowski, che fonde teatro, tecnologia e cinema dal vivo per creare una produzione monumentale e spettacolare; un nuovo ciclo di concerti, intitolato Fragile Earth, per esplorare le relazioni con la natura attraverso la musica (il cartellone partirà nel marzo 2026, coinvolgendo moltissimi musicisti e formazioni internazionali).
Nuovo spazio per la moda e il design al Barbican Centre
Ma tra le novità proposte dal Barbican ci sarà anche un nuovo focus su moda e design, a partire dalla mostra Dirty Looks: Desire and Decay in Fashion (dal 25 settembre al 25 gennaio) che si interroga su ciò che è bello e ciò che sarà desiderabile in futuro ripercorrendo i successi e le creazioni di icone di stile come Hussein Chalayan, Alexander McQueen, Vivienne Westwood e Maison Margiela, accanto però a stilisti emergenti come Elena Velez, Yuima Nakazato e IAMISIGO. A settembre, inoltre, il centro ospiterà il World Design Congress, mentre nel mese di novembre si terrà il Dirty Weekend, programma di conferenze e spettacoli collegato alla mostra sulla moda.
Voiced: l’inedito festival sui linguaggi, tra poesia e arti visive
Inedito è anche l’appuntamento con Voiced: The Festival for Endangered Languages, primo festival nel Regno Unito a celebrare l’impatto creativo che l’arte ha sul linguaggio e sulle lingue in via di estinzione di tutto il mondo. Il festival si terrà a ottobre 2025, ospitando poeti, artisti e scrittori per esplorare il modo in cui esprimiamo le cose che per noi sono più importanti; proporrà poesie di nuova commissione e inediti incontri tra testi e immagini.
L’arte contemporanea al Barbican Centre
Per quel che riguarda l’arte contemporanea, oltre alla mostra di Mona Hatoum, sarà la galleria The Curve a ospitare, a partire dal 9 ottobre (fino al 4 gennaio), il progetto Rounds dell’artista nordamericana Lucy Raven, con l’installazione Murderers Bar che unisce immagini in movimento e sculture per indagare la violenza ciclica che ha contraddistinto la storia all’origine degli Stati Uniti dell’Ovest. La mostra, promossa in collaborazione con l’Art Institute di Boston, presenterà anche un’inedita scultura luminosa cinetica, Centrifuge, che evoca l’impatto del progresso industriale sugli ecosistemi naturali. È prevista invece nel 2027 l’installazione del grande ledwall di 30 metri presso l’Orion’s Panorama St. Paul: un progetto che vedrà collaborare il Barbican con Orion Capital Managers per presentare opere d’arte digitale inedite nel centro della città. Nei prossimi cinque anni sarà inoltre rinnovato il programma di residenze d’artista che porterà alla produzione di nuove opere temporanee per il Centro.
Livia Montagnoli
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