“I braccialetti elettronici hanno dato problemi non da poco. Troppi allarmi, di quelli tecnici deve occuparsene Fastweb”
- Postato il 29 ottobre 2025
- Diritti
- Di Il Fatto Quotidiano
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Considerata una delle misure fondamentali nella lotta contro la violenza sulle donne, in Italia continua a dare segnali di mal funzionamento al momento dell’applicazione. Da mesi proseguono gli allarmi sulle criticità legate all’uso del braccialetto elettronico e, nonostante le promesse e i tavoli di lavoro convocati, si faticano a vedere i miglioramenti. Ad ammettere che sono “molti i problemi” è stata – in audizione davanti alla commissione di inchiesta sui femminicidi – la direttrice del servizio Controllo del territorio del dipartimento della Polizia Francesca Fava. L’ultimo caso è di poco più di 24 ore fa: Reis Pedroso Douglas ha ammazzato la compagna Jessica Stapazzolo con un numero “smisurato” di coltellate dopo essersi tolto l’apparecchio che, al momento non è stato ancora ritrovato. Il ricevitore in dotazione alla donna era stata invece lasciato in un garage.
Il primo tema è quello del gran numero di installazioni che ha portato a un sovraccarico dei segnali: un dato non negativo di per sé, come già osservato in passato dal procuratore Francesco Menditto, perché indicativo delle misure di prevenzione applicate, ma che va associato a un intervento istituzionale di presa in carico degli allarmi. Fava, intervenendo in Parlamento, è partita proprio dai grandi numeri: “Sono 69 i tipi di allarme legati ai braccialetti elettronici che arrivano alle sale operative, 28 dei quali legati all’antistalking. Tra il novembre 2023 al novembre del 2024 si è giunti ad un’impennata, un aumento addirittura del 600% rispetto al numero degli allarmi precedenti”. La dirigente è anche componente del gruppo di lavoro tecnico interforze che è stato costituito proprio per far fronte alle criticità. “Dal novembre del 2023”, ha dichiarato, “si sono cominciate a determinare delle complicazioni e delle criticità poichè il picco di applicazioni è notevolmente cresciuto”.
In un primo momento “Fastweb competente contrattualmente ad applicare mensilmente 1200 braccialetti non è riuscito a sostenere questa richiesta. Poi per alcuni mesi quando si era raggiunto il numero dei 1200 da Fastweb interrompevano le forniture rinviando al mese successivo e questo ha determinato un accumulo e un carico di istanstallazioni con problemi non da poco. Attulmente Fastaweb sta assicurando 1500 braccialetti nonostante il contratto ne preveda 1200″. Con il gruppo interforze, ha spiegato la dirigente, sono stati analizzati i problemi e in particolare per ovviare a quello degli “allarmi eccessivi” che arrivavano nelle sale operative. Per “capire in che modalità alleggerire le sale operative e senza pregiudicare la sicurezza della vittima” è stata effettuata una “categorizzazione per migliorare l’architettura del sistema” che ha assegnato la priorità più alta al tasto Sos che schiaccia la vittima in caso di pericolo, fino alla priorità media e bassa, quindi “una classificazione di reale e concreto pericolo e di immediatezza nell’invio della pattuglia”. Altro problema analizzato dal gruppo di lavoro è stato “quello delle scarsa copertura della rete in alcune aree, che non sempre può essere determinato a priori, e che può creare problemi di sicurezza alla vittima da monitorare”.
A proposito di quanto sarebbe stato fatto in questi mesi, Fava ha parlato di “linee operative diffuse al territorio”: “Si tratta di indicazioni che riteniamo di poter fornire proprio per sopperire alla mancanza di un contributo e di collaborazione nell’ambito della fattibilità tecnica che non può essere chiaramente data da un operatore di polizia”. E’ stata, inoltre, richiesta alla vittima “una forma di collaborazione in modo che possa essere attenta che lo strumento di monitoraggio sia sempre carico, sia sempre a disposizione e sia sempre portato al seguito. Perchè affidare uno strumento alla vittima senza darle delle precise indicazioni poteva anche non far comprendere quali erano le particolari cautele ed attenzioni che avrebbe dovuto mantenere. E tutto ciò è stato frutto di moltissimi incontri e riunioni che dimostrano l’attenzione delle forze di polizia a questo problema”. La dirigente ha quindi parlato di quello che, secondo la Polizia, è necessario che venga implementato da Fastweb: “Ci sarebbe la necessità in sede di rinnovo contrattuale con il gestore del servizio di una figura che possa rispondere meglio a tutte queste problematiche poichè si tratta di un contratto precedente rispetto all’attuale quadro normativo”.
A questo proposito, Fava si è anche esposta per chiedere un maggiore impegno proprio del gestore: “Gli allarmi tecnici che attualmente arrivano alle sale operative, come ad esempio lo scarso livello di carica della batteria del braccialetto elettronico, devono essere valutati da una sala operativa non delle forze di polizia ma da una sala operativa di monitoraggio del gestore. Perchè questi allarmi non riguardano la sicurezza della vittima, ma una caratteristica tecnica. Bisogna fare in modo che il gestore possa filtrare e far giungere agli operatori di polizia gli allarmi solo quando costituiscono un reale e concreto pericolo per la vittima”. L’altra richiesta da parte delle forze dell’ordine, espressa dalla dirigente durante l’audizione, è di “considerare in una nuova fase contrattuale con il gestore un’area di preallerta, come previsto in altri Paesi, che avvisa le forze di polizia senza allertare la stessa vittima. Anche questa potrebbe essere una misura da considerare per garantire la distanza di sicurezza”.
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