“Ho chiesto a Victoria’s Secret di sfilare per loro, mi hanno detto ‘no’. Va bene, il cancro mi ha insegnato che provarci non ti uccide mai, non ho rimpianti”: così Bianca Balti

  • Postato il 16 ottobre 2025
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Un testo da leggere su biancabalti.substack.com del quale riportiamo alcuni stralci perché il messaggio è importante, impossibile da non condividere, vero. Arriva da Bianca Balti che racconta di come abbia chiesto di sfilare a un importante marchio di lingerie e di come le sia stato risposto ‘no’.

“La scorsa settimana ho fatto qualcosa di audace. Ho contattato Victoria’s Secret e mi sono offerta di sfilare nello show di moda di quest’anno. Non so esattamente da dove sia venuto il coraggio, ma l’ho fatto. Le uniche cose che rimpiangiamo nella vita sono le occasioni che non cogliamo. Così mi sono chiesta: ‘Cosa ho da perdere?’ e l’ho fatto. Ho cercato indirizzi email su LinkedIn e ho mandato questa lettera aperta a chiunque riuscissi a trovare nell’azienda”. Poi la modella posta la lettera che ha scritto alla “squadra di Victoria’s Secret”.

E torna a raccontare come mai ha deciso di scrivere, facendo l’esempio di donne che in questi anni hanno rappresentato inclusività e apertura proprio per il brand di lingerie: “Mentre scrivo, sto guardando Precious Lee, la regina in persona, annunciare che sfilerà nello show di quest’anno. Si emoziona mentre parla di cosa significhi per lei, come donna nera, essere vista”. E ancora: “Lo show dell’anno scorso lo ha incarnato. Due donne trans, tre donne formose e potenti — Ashley Graham, Paloma Elsesser, Devyn Garcia — e un range d’età che andava dai 22 anni di Lila Moss ai 56 di Carla Bruni”.

E ancora: “Così, quando ho guardato quella lineup — sei donne, tre di colore, una trans, una formosa, tre sopra i quarant’anni — ho capito qualcosa di semplice e potente: anch’io dovrei esserci. Una donna su otto affronterà il cancro al seno. Ogni anno, vengono diagnosticati 25.000 nuovi casi di cancro ovarico. A volte sembra che tutte le persone che conosco siano state toccate da esso, direttamente o attraverso qualcuno che amano”. Un punto importantissimo, da sottolineare: “Nessuna paziente oncologica sta solo cercando di sopravvivere. Stiamo cercando di vivere pienamente”. Balti racconta di avere fatto una “mastectomia profilattica (nel 2o22), dopo aver scoperto di portare il gene BRCA1, una mutazione che aumenta fortemente il rischio di cancro al seno. Ero terrorizzata. Non sapevo cosa avrebbe significato togliere il tessuto mammario per il mio aspetto o per la mia carriera. Ma dovevo farlo comunque. Mia zia era morta giovane di cancro al seno metastatico, e io volevo vivere. Più di questo — volevo dare un esempio alle mie figlie, che un giorno potrebbero trovarsi davanti alla stessa decisione”.

Per questi motivi e insieme, per una coincidenza di date tra la sfilata, la prima chemioterapia di Balti e il BRA Day, per lei era importante sfilare. “Ma Victoria’s Secret ha risposto gentilmente: ‘Grazie mille, ma quest’anno non è possibile’. E va bene. Lo show era già stato scelto. Ho fatto questo gesto audace perché, da quando mi sono ammalata, sento la responsabilità di portare speranza non solo alle donne con il cancro, ma a chiunque stia imparando a vivere di nuovo dopo le difficoltà. Ci ho provato. Non è successo. Ma non ho rimpianti. Il cancro mi ha insegnato che la vita è troppo breve per non provarci — e che provare non ti uccide mai. Se anche tu, come me, non sfilerai domani 15 ottobre (lol), prendi in considerazione di seguire uno dei tanti eventi del Breast Reconstruction Awareness Day che si tengono in tutto il mondo”.

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Il Fatto Quotidiano

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