Hamilton, nuovi metodi di lavoro per il rilancio di Ferrari nel 2026

  • Postato il 31 ottobre 2025
  • Formula 1
  • Di Virgilio.it
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Hamilton sta attraversando una fase di adattamento decisiva in Ferrari, cercando di imprimere la sua esperienza e visione alla Rossa. La sua presenza è concreta nel tentativo di migliorare processi e procedure del team. Nel frattempo, Leclerc continua a dimostrare un talento naturale, capace di compensare le lacune operative della SF-25. Questi due tratti distintivi si stanno sommando verso una nuova politica operativa.

Lewis, la costruzione di procedure vincenti

Nelle parole del britannico con la stampa emerge chiara la volontà del sette volte campione del mondo di orientare il lavoro del team nella giusta direzione. In più di un’occasione, Lewis ha spiegato come la squadra stia trovando il modo corretto di sviluppare procedure e metodologie, un percorso che, tra le altre cose, lo sta aiutando a creare un feeling più solido con la SF-25.

Nell’arco della stagione, il talento di Stevenage non ha mai evitato di sollevare criticità e punti da migliorare, indicando la necessità di rivedere diverse pratiche del gruppo di lavoro e di ottimizzare processi che, secondo la sua grande esperienza maturata in vent’anni di massima categoria, rappresentano un limite alla competitività della squadra. I segnali di questo problema sono stati evidenti in più occasioni.

Parliamo dei fine settimana di gara in cui la vettura avrebbe potuto esprimere molto di più, ma a causa di scelte operative e gestione delle sessioni in pista, il risultato finale risultava al di sotto delle aspettative. Lewis parla delle procedure inefficaci, ma ricorda altrettanto l’esecuzione complessiva del team che, troppo spesso, non riesce a trasformare la bontà del lavoro in fabbrica in prestazioni omogenee in pista.

Per fare un esempio, possiamo ricordare la recente qualifica sprint del Gran Premio degli Stati Uniti, sessione in cui gli alfieri di Maranello non avevano passo e risultavano incapaci di usare al meglio le gomme. Anche a Singapore il contesto fu analogo, con il britannico che si lasciò andare a un preciso sfogo, spinto a sottolineare l’importanza di ascoltare i feedback dei piloti, vero anello di congiunzione tra progettazione e performance.

L’importanza della nuova visione operativa

L’arrivo di Lewis alla Rossa risponde anche a una logica precisa: introdurre l’esperienza accumulata in anni di dominio Mercedes, dove la precisione analitica e la cura dei processi erano strumenti imprescindibili per vincere. In questa ottica, il team italiano fatica a emulare quella filosofia, soprattutto perché alcune procedure risultano incomplete e, in determinate circostanze, pure obsolete.

E non parliamo solo delle mescole, senza dubbio uno dei punti più negativi che la scuderia non riesce a risolvere. La situazione va infatti osservata con una visione di insieme molto più ampia, in quanto la mera metodologia di lavoro non funziona correttamente. Un tasto dolente che si ripercuote a 360 gradi su ogni singola azione della squadra. Per questo, la capacità di replicare il lavoro svolto a Maranello nei fine settimana di gara spesso latita.

La mancanza di continuità tra simulazione e pista ha inciso sulla costanza dei risultati, ponendo sfide ulteriori ai piloti. In questo scenario si sta spendendo Hamilton, cercando di imprimere nuovi criteri lavorativi più rigorosi, contribuendo a gettare le basi per uno sviluppo più coerente. La sua esperienza offre una visione periferica, consentendo di individuare gli elementi critici su cui intervenire per rendere il team più competitivo.

Il connubio necessario per diventare grandi

Se l’inglese sta portando esperienza e visione, Leclerc rappresenta un talento innato, capace di adattarsi a contesti tecnici complessi e di ottenere prestazioni eccellenti anche quando le condizioni non sono ideali. Il monegasco ha sviluppato la capacità di leggere la vettura e trarre il massimo dai setup, spesso compensando inefficienze operative che sfuggono a una gestione standardizzata.

Il confronto tra i due piloti evidenzia un equilibrio interessante: da un lato, la saggezza e la capacità analitica; dall’altro, la naturale adattabilità, che consente alla Rossa di massimizzare i punti in condizioni difficili. Serve però fare quadrato attorno a questa situazione. Anche per questo è in corso un nuovo sviluppo di procedure, un provvedimento necessario per gettare le basi del mondiale 2026.

L’obiettivo è creare un allineamento tra talento e operatività, garantendo che le indicazioni dei piloti possano tradursi efficacemente in performance. Tale combinazione, se correttamente orchestrata, può rappresentare una perfetta combo per la Ferrari. Il campionato 2025 è andato da tempo, ma sfruttare al meglio questi ultimi 40 giorni di Formula 1 sino ad Abu Dhabi sarà cruciale per il domani della Ferrari.

Autore
Virgilio.it

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