Ha ragione Salvini? Basta davvero che Hamas liberi gli ostaggi per fermare Israele?
- Postato il 25 luglio 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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di Angelo Palazzolo
Il 22 luglio, nella Sala del Cenacolo alla Camera dei Deputati, il ministro Matteo Salvini è stato insignito del Premio Israele-Italia 2025. Inorgoglito da cotanto affetto e dalla meritata riconoscenza per il suo costante impegno nella difesa dello Stato di Israele, il tiktoker più famoso del Parlamento italiano non si è limitato a ringraziare sentitamente le autorità israeliane, ma dall’altura morale che lo contraddistingue ha ammesso di accettare un premio “scomodo”. Non perché quella targa rischiava di scivolargli di mano per il tanto sangue che la impregna, ma perché “troppo facile essere amici quando sei pieno di amici, più difficile restare amici quando altri sentieri si stanno aprendo”. Frase criptica, dagli innumerevoli risvolti interpretativi. Se l’avesse pronunciata Moni Ovadia, uno avrebbe pure potuto pensare che quegli “altri sentieri che si stanno aprendo” fossero le strade che stanno conducendo Israele all’inferno. Ma si sa, questi tiktoker moderni pronunciano frasi “ad mentulam canis” così che ognuno se le interpreta pro domo sua e rimangono tutti contenti.
Il nostro vice-premier però, quando c’è da essere seri e chiari, lo è. E su una cosa durante la cerimonia per il premio è stato lapidario e inequivocabile: “Lo stop delle ostilità dipende solo da Hamas, se rilasciano gli ostaggi all’indomani finiscono le bombe”. Eureka!
Deve essere una dote naturale di questo governo, quello di trovare soluzioni “prêt-à-porter” alle guerre. Ricordiamo la geniale idea di Meloni per la soluzione del conflitto russo-ucraino: “Se Putin vuole la pace basterebbe ritirare le truppe, non bisogna dimenticare che c’è un aggressore e un aggredito”, correva il novembre 2023, stranamente la Russia continua a disattendere quel benevolo e acuto consiglio.
Lasciando perdere la perla di Meloni, la cui faciloneria non credo fosse ignoranza o stupidità, ma piuttosto la spavalderia di chi crede di avere il coltello dalla parte del manico, mi chiedo cosa succederebbe se Hamas seguisse davvero il consiglio di Salvini.
Ad onor del vero, il 19 febbraio 2025, durante il cessate il fuoco promosso da Trump, Hamas dichiarò: “Pronti al rilascio di tutti gli ostaggi ma solo nella seconda fase degli accordi”. La seconda fase degli accordi prevedeva un cessate il fuoco permanente e il ritiro completo delle truppe israeliane dalla Striscia di Gaza. Bibi, terrorizzato da questa tremenda prospettiva che, oltre a minare il più ampio disegno sionista, lo avrebbe anche costretto ad affrontare il suo funesto futuro politico e giudiziario, corse subito ai ripari facendo saltare quegli accordi e riprendendo le ostilità.
Viene da pensare che l’obiettivo di Israele non sia affatto la liberazione degli ostaggi.
Cercando di dare una consistenza a questa storia degli ostaggi, val la pena ricordare che gli ostaggi rimasti nelle mani di Hamas sono una ventina (dispaccio di Rainews del 7 giugno 2025). Se l’ostaggio – così come da definizione – serve per obbligare la controparte a compiere un’azione (o le impedisca di compierne una), dal punto di vista funzionale, gli ostaggi prigionieri di Hamas stanno svolgendo la funzione opposta. Infatti, Israele sta facendo esattamente quello che vuole e lo sta facendo servendosi dell’alibi degli ostaggi, servito da Hamas su un piatto d’argento. Al contempo, non si capisce quale sia il vantaggio per Hamas di continuare a detenere 20 persone.
Se Hamas liberasse quegli ultimi 20 ostaggi, per il governo israeliano sarebbe un bel guaio. Hamas metterebbe in scacco Israele scoprendone il bluff, perché da quel momento in poi ad Israele mancherebbe la giustificazione più concreta per continuare a compiere i crimini atroci che sta compiendo. L’inquietante domanda che mi pongo è: se domani Hamas liberasse veramente tutti gli ostaggi, un governo che – contro ogni evidenza – nega di stare affamando e sparando intenzionalmente ai civili palestinesi, non smentirebbe immediatamente questa notizia? Ai lettori l’ardua risposta.
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