“Guardare non è mai neutro”: a Milano nuova mostra da EGO projects tra luce, ombra e interpretazione

Guardare è un atto interpretativo. È questo il punto di partenza di Cosa Vedi, la nuova mostra ospitata da EGO projects, in Via Zebedia 7 a Milano, che dal 15 settembre al 15 ottobre 2025 presenta un dialogo tra due artisti appartenenti a culture e generazioni diverse: Özlem Sorlu Thompson e Zhao Wenliang

A Milano la mostra “Cosa Vedi” da EGO projects

Al centro del progetto espositivo, spiega il curatore e fondatore di EGO Projects Filippo Zagarese, c’è un interrogativo tanto semplice quanto profondo: cosa significa davvero vedere? In un’epoca satura di immagini, l’atto del guardare viene messo in discussione. Così, la mostra si muove tra filosofia ed estetica, richiamandosi a Walter Benjamin e John Berger, ma anche Platone e Nietzsche.

Gli artisti in mostra da EGO projects

Zhao Wenliang (Xuzhou, 2003), di origini cinesi, propone opere dal segno immediatamente riconoscibile, tra astrazione e figurazione. I suoi paesaggi sono soglie da attraversare: tessiture visive dove si nascondono creature mitologiche, sentinelle silenziose, tracce di una memoria antica. Misteriosa e introspettiva, la sua pittura è profondamente radicata nella tradizione cinese tanto che l’opera ci conduce fino ad amalgamarci con queste visioni intime e personali. Özlem Sorlu Thompson (Istanbul, 1983) presenta invece opere cariche di colore e movimento. I suoi paesaggi sono vivi, in continua metamorfosi: motivi floreali e forme naturali si fondono in composizioni che evocano il post-impressionismo e la pittura a campi di colore. Infatti, la sua formazione in biologia e botanica si riflette in una ricerca artistica che fonde scienza ed estetica. La sensibilità dell’artista si accompagna a un forte impegno per la sostenibilità e la filantropia, che la porta a collaborare con stilisti eco-consapevoli e a intrecciare arte e responsabilità sociale. Tra le altre cose, è stata nominata come “Artista Contemporanea dell’anno” a Londra e sud est del Regno Unito dal Prestige Awards UK.

La mostra nelle parole del curatore Filippo Zagarese 

Dunque, da quale prospettiva guardiamo? Verso l’oscurità enigmatica di Zhao, o verso la luce limpida di Özlem? O forse nell’intervallo tra i due, dove nasce un nuovo modo di vedere? Qui il visitatore diventa parte della mostra: accanto alle opere troverete un quaderno dei ‘di-segni’, pensato per accogliere i vostri gesti grafici, segni minimi e tracce personali. Ogni gesto sarà un modo per dare forma alla vostra interpretazione dei mondi immaginari che prendono vita nella mente di chi osserva. Alla fine, diventeranno un paesaggio collettivo, specchio degli sguardi che hanno attraversato la sala. Guardare un’opera, allora, non è contemplare qualcosa di esterno, ma specchiarsi in essa. Ogni prospettiva diversa ci arricchisce, per sempre”, spiega Zagarese nel testo critico, invitando il pubblico a prendere parte alla riflessione. 

Caterina Angelucci

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Autore
Artribune

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