Garlasco, Sempio dai carabinieri per le impronte digitali. Il legale dei Poggi: “Inchiesta per scagionare Stasi”

  • Postato il 16 aprile 2025
  • Giustizia
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Il giorno dopo la decisione del gip di Pavia di nominare due nuovi periti, le indagini sul fascicolo che vede indagato Andrea Sempio per l’omicidio di Chiara Poggi, proseguono. L’uomo, già indagato e archiviato, è stato nuovamente dai carabinieri per lasciare, per la seconda volta le proprie impronte digitali. La volta precedente le impronte erano state prese con il laser, oggi, invece, con il tradizionale metodo dell’inchiostro. L’uomo, oggi 37enne, ha sempre dichiarato di essere tranquillo rispetto alla nuova inchiesta.

Un’indagine che ha sorpreso la famiglia di Chiara Poggi. “Non c’è un centimetro di questa vicenda che non sia stato esplorato. Abbiamo già vissuto sette anni di processo. È tutto un déjà-vu”. dichiara all’Ansa il legale dei genitori, l’avvocato Gian Luigi Tizzoni. “Ci sembra più che altro un’inchiesta aperta per scagionare Stasi e trovare un colpevole alternativo – sostiene il legale – E siccome conosciamo gli atti processuali, tutto quello che sta accadendo ci lascia davvero perplessi. Anzi, non lo accettiamo, perché le sentenze finora pronunciate ce lo impongono. E poi questo modo di procedere al contrario, mettendo sulla graticola un ragazzo per poi eventualmente chiedere la revisione del processo ci lascia a bocca aperta. In genere prima si chiede la revisione del processo e, nel caso in cui viene accolta, si indaga”.

L’avvocato Tizzoni parla anche di “amarezza” dei genitori della 26enne uccisa il 13 agosto del 2007 e quel senso di “smarrimento“, “choc” e la “rabbia” di chi si è sentito violato nei propri sentimenti dopo aver saputo che, nell’autunno di due anni fa, qualcuno è andato a rovistare nella spazzatura della loro villetta per recuperare qualche reperto utile a un indagine che loro “non accettano”. “Si sono sentiti feriti come cittadini e come genitori – racconta l’avvocato – A parte il fatto che il loro Dna è disponibile già dal 2007, di certo non si sarebbero sottratti a una nuova acquisizione per ulteriori approfondimenti. Già in passato hanno messo a disposizione la loro abitazione, quindi questo stratagemma per raccogliere reperti li ha lasciati di stucco”.

Riesumare, dopo averli raccolti nei vari archivi e laboratori, reperti da analizzare o rianalizzare per l’avvocato è un lavoro inutile che comporta anche un dispendio di energie e di denaro della collettività. Quanto alla ricusazione del professor Giardina e la nomina di due tecnici che appartengono alla Polizia di Stato, Tizzoni è soddisfatto: “Sono contento per ragioni di opportunità. Premesso che a noi vanno bene tutti, non ci saremmo mai aspettati che venisse messo in discussione un genetista come Giardina per una intervista che poi di fatto è stata una chiacchierata generica, quando anche questa nuova inchiesta è nata, in sostanza, da una intervista”. Soprattutto, sottolinea il legale, da un lato i pm pavesi “mostrano preoccupazione” per l’attenzione dei media sulla vicenda e “in aula ci hanno messo in guardia dal processo mediatico che poi hanno usato per ricusare Giardina“.

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Il Fatto Quotidiano

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