Fuori Palermo l’offerta culturale si modella in funzione delle urgenze ambientali 

Sull’antico colle di San Pietro fuori Palermo, dove prende forma il Castello dei Ventimiglia, nasce il Museo Civico di Castelbuono, volto alla valorizzazione del patrimonio storico – artistico del territorio. Da poco ristrutturato, il museo si è contraddistinto negli ultimi anni per aver ripensato l’offerta culturale in relazione alle questioni ecologiche e alla necessità di sollecitare un nuovo pensiero critico. Così nasce Ecosistemi Connessi. Museo e Comunità Post – varietali, un progetto che vede protagonisti il duo Aterraterra (composto da Fabio Aranzulla e Luca Cinquemani), e a cura di Maria Rosa Sossai. Il progetto intende ripensare in modo radicale il rapporto che lega l’essere umano e l’agricoltura, e si compone di un intervento nello spazio pubblico di Palermo a firma del duo (visibile in Via Dante Alighieri, sino al primo agosto) e poi di una mostra che animerà gli spazi del polo museale a partire dal 13 settembre 2025. 

L’intervento di Aterraterra nello spazio pubblico di Palermo

Lo scorso 15 luglio è stato affisso in Via Dante Alighieri, a Palermo, il grande cartellone raffigurante il dettaglio di un pomodoro San Marzano: l’opera intende sovvertire il modello narrativo egemonico che raffigura il pomodoro come frutto perfetto, brillante e levigato, simbolo di genuinità e italianità. Il titolo San Marzano 2 fa riferimento alla storia di una varietà di pomodoro ricostruita geneticamente dopo che la tipologia originaria “San Marzano” fu distrutta nel 1991 da una virosi e cancellata dal Registro Nazionale delle varietà orticole. L’intervento smaschera l’idea romantica della varietà come entità fissa e originaria perché non c’è alcuna “origine” da recuperare, né una purezza da tutelare, piuttosto una continua serie di trasformazioni, narrazioni e selezioni artificiali.

Aterraterra, The Edible Institute, 2024, in Art and Science Program, curated by Gioia Del Molin and Maria Boehmer, Istituto Svizzero, Roma. 
Photo: Matias Biglieri. Courtesy of the artists and Istituto Svizzero
Aterraterra, The Edible Institute, 2024, in Art and Science Program, curated by Gioia Del Molin and Maria Boehmer, Istituto Svizzero, Roma. Photo: Matias Biglieri. Courtesy of the artists and Istituto Svizzero

La mostra di Aterraterra al Museo Civico di Castelbuono a Palermo 

La mostra di Aterraterra che sarà ospitata negli spazi del museo palermitano a settembre si compone di una comunità post-varietale di pomodori in un’area adiacente al museo, un’installazione sonora e una serie di dieci fotografie nell’Ex Scuderie del Museo Civico. Il concetto di “comunità post-varietali”, al centro della ricerca dei due artisti, mette in crisi la disciplina genetica e il controllo umano sulle piante coltivate attraverso processi di ibridazione. La comunità di pomodori cresciuta nell’area adiacente al Museo Civico è composta da diverse tipologie domesticate e specie selvatiche resistenti alla siccità, come il Solanum pimpinellifolium, in risposta agli importanti cambiamenti climatici che interessano da tempo anche la Sicilia. 

Le piante di pomodoro crescono e si arrampicano su una struttura in legno che è stata progettata e realizzata in collaborazione con l’architetta Elena Catalano per facilitare l’impollinazione incrociata. La prima generazione di incroci non controllati produrrà semi che, una volta ripiantati, avranno tratti e forme imprevedibili, non più riconducibili alle varietà agricole di partenza.  La mostra prevede inoltre un’installazione sonora realizzata in collaborazione con il compositore e sound artist Tobias Koch, che restituisce le connessioni tra ambiente, piante e intervento umano e una serie fotografica di dieci scatti che documenta e reinterpreta i processi di ibridazione realizzati nel corso del progetto. 

Aterraterra, The Edible Institute, 2024, in Art and Science Program, curated by Gioia Del Molin and Maria Boehmer, Istituto Svizzero, Roma. 
Photo: Matias Biglieri. Courtesy of the artists and Istituto Svizzero
Aterraterra, The Edible Institute, 2024, in Art and Science Program, curated by Gioia Del Molin and Maria Boehmer, Istituto Svizzero, Roma. Photo: Matias Biglieri. Courtesy of the artists and Istituto Svizzero

Ripensare la produzione culturale in funzione ecologica 

Oggi sentiamo la necessità di ridisegnare la funzione del museo in considerazione delle priorità e delle urgenze ambientali che il nostro tempo storico ci impone”, spiega Laura Barreca, direttrice del museo. “Ripensare la produzione culturale in funzione ecologica, affiancando alle consuete attività espositive, azioni artistiche partecipative, volte a sollecitare una responsabilità individuale e collettiva sull’ambiente, sul paesaggio, in quanto parti del patrimonio, rappresenta un orientamento preciso nella programmazione della nostra istituzione. Il progetto di Aterraterra per il Museo Civico di Castelbuono esprime quanto il Museo sta già praticando dal 2020, anno in cui abbiamo inaugurato il progetto ‘L’Orto dell’Arte‘, oggi giardino rigoglioso di erbe mediterranee e parte integrante del percorso museale”.

Valentina Muzi

L’articolo "Fuori Palermo l’offerta culturale si modella in funzione delle urgenze ambientali " è apparso per la prima volta su Artribune®.

Autore
Artribune

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