Fratelli d’Italia su Facebook: Colosimo dice stop ai permessi premio per i boss mai dissociati. Cos’è successo?

  • Postato il 26 agosto 2025
  • Blog
  • Di Il Fatto Quotidiano
  • 2 Visualizzazioni

D’accordo: in guerra e in propaganda la verità è come il panda, quasi estinta. Però a tutto dovrebbe esserci un limite, soprattutto se in ballo c’è la credibilità delle istituzioni parlamentari sul terreno del contrasto alle mafie. Invece, sul profilo Facebook (ed è tutto dire!) di Fratelli d’Italia campeggia il seguente roboante post:

“Nessun premio ai boss. Nessuna apertura a chi non si è mai dissociato. Lo stop ai permessi premio, deciso dalla presidente della Commissione Antimafia Chiara Colosimo, è un segnale chiaro e netto. Con il Governo Meloni lo Stato non arretra: nessun tentennamento, nessuno sconto”.

Cosa diavolo è successo? Come avrebbe fatto la presidente della Commissione parlamentare antimafia, la super-meloniana on. Chiara Colosimo, a decidere (!) niente meno che lo stop (!) ai permessi premio a chi non si è mai dissociato (!)? (sottointeso il riferimento ai boss di mafia naturalmente, visto il campo di applicazione dell’impeto ordinatorio della Colosimo).

Il lettore sembra infatti indotto a pensare che la presidente di una Commissione parlamentare, sia pure d’inchiesta sul fenomeno mafioso, abbia esercitato un oscuro quanto taumaturgico imperio capace di fare giustizia della presunta allegra gestione dei permessi da parte di una magistratura quanto meno poco accorta. Una cosa che, se fosse vera, sarebbe eversiva dell’ordine democratico, prefigurando una inaudita sostituzione del potere giudiziario.

Nemmeno Licio Gelli si sarebbe spinto a tanto. Chissà che forse, per i gagliardi comunicatori di Fratelli d’Italia, questo post non tradisca la granitica fiducia nella svolta autoritaria della Nazione, che passando dalla abnorme riforma costituzionale della separazione delle carriere tra magistratura procedente e giudicante, approdi finalmente al controllo da parte del Governo dell’esercizio dell’azione penale.

Ovviamente l’entusiasmo cameratesco dei sodali di Meloni e Colosimo non ha nulla a che fare con la realtà. Nessuno “stop” ai permessi premio è stato “deciso” dalla presidente della Commissione antimafia per i boss che non si siano mai “dissociati”.

Molto più modestamente all’inizio del mese di agosto, il 5 per l’esattezza, è stata presentata una proposta di legge a prima firma Colosimo, Atto Camera 2559, che punta a “modificare la Legge N. 354 del 26 luglio 1975, in materia di accertamenti per la concessione di benefici penitenziari e di provvedimenti e reclami in materia di permessi, nonché al testo unico di cui al Decreto del Presidente della Repubblica 9 Ottobre 1990, N. 309, in materia di provvedimenti restrittivi nei confronti dei tossicodipendenti o alcool dipendenti che abbiano in corso programmi terapeutici”.

La proposta di legge non risulta ancora assegnata, quindi l’iter parlamentare sta a zero.

La questione dalla quale muove la proposta di legge è senz’altro importante e rimanda a due preoccupazioni. La prima che i boss mafiosi ottengano i benefici senza una adeguata valutazione della attualità della loro pericolosità sociale, cioè, detto in altri termini, che li ottengano senza meritarseli. La seconda che la concessione dei benefici ai boss mafiosi non sia tempestivamente comunicata agli organismi che sul territorio hanno la responsabilità di prevenire la recrudescenza del fenomeno.

Il nodo a cui rimandano queste legittime preoccupazioni è quello del ruolo della magistratura di sorveglianza titolare di questo “tratto” della giurisdizione. A legislatura vigente già oggi questa magistratura quando si trova a valutare la concessione dei benefici acquisisce quanti più elementi per evitare il rischio di favorire il crimine organizzato con decisioni avventate, raccogliendo pareri da Prefetture, Procure, Tribunali, forze dell’Ordine (Dia e Dda in primis), Procura Nazionale Antimafia Antiterrorismo e dal Dap (il dipartimento dell’amministrazione carceraria presso il Ministero della Giustizia), avendo però la libertà di decidere, oltre un certo termine, anche se i pareri richiesti non siano arrivati.

Un giudizio prognostico delicatissimo, naturalmente, che chiama ad un bilanciamento difficile tra aspettative costituzionalmente fondate del detenuto di “vedere la luce” al fondo del tunnel della punizione e le aspettative altrettanto costituzionalmente fondate della società di non ripiombare nel buio della violenza criminale.

Però attenzione! Una cosa è rendere obbligatoria la raccolta di tutti questi pareri (se non ci sono, non si decide), altra cosa è renderla vincolante per la magistratura di sorveglianza. La Colosimo in un video utilizzato pedissequamente dalla Rai adopera proprio il termine “vincolante” per descrivere il contenuto della proposta. Ritenere i pareri non soltanto obbligatori ma anche vincolanti per la magistratura di sorveglianza, la quale cioè si troverebbe nella condizione di doverne prendere semplicemente atto, senza potersene scostare, oltre a rappresentare una grave offesa (un’altra) della dignità professionale della magistratura, rischia anche di essere irrimediabilmente incostituzionale.

Il magistrato, ad oggi (!), è sottoposto soltanto alla legge e in nessun caso deve ubbidire ad altri, fossero pure magistrati, prefetti, parlamentari, ministri e chi più ne ha più ne metta. Mi rendo conto che invocare il rispetto della Costituzione possa sembrare puerile e velleitario, ma che altro possiamo fare?

Ma la vera “bomba” contenuta nel post è un’altra: il riferimento ai “boss mai dissociati” rappresenta infatti una clamorosa novità nel discorso pubblico di Fratelli d’Italia, visto che il nostro ordinamento, ad oggi, non riconosce la “dissociazione” dei boss come fondamento dei benefici, ma soltanto la “collaborazione” con la giustizia. E’ “dissociato” il criminale che prende le distanze dalla sua propria esperienza fuorilegge, ammettendo le proprie responsabilità, senza però raccontare ai magistrati nulla di più.

I mafiosi negli ultimi trent’anni hanno ripetutamente chiesto allo Stato di aprire alla “dissociazione” e non soltanto alla “collaborazione” (come non capirli?). Fratelli d’Italia ha fino ad ora fatto muro su questa richiesta: ha cambiato idea? Sarebbe davvero una notizia! Che farebbe, questa sì, fare la ola nelle carceri italiane ai mafiosi detenuti in attesa di sollievo.

L'articolo Fratelli d’Italia su Facebook: Colosimo dice stop ai permessi premio per i boss mai dissociati. Cos’è successo? proviene da Il Fatto Quotidiano.

Autore
Il Fatto Quotidiano

Potrebbero anche piacerti