F1 | Ferrari 2026, perché il nuovo motore può essere la chiave del successo

  • Postato il 23 dicembre 2025
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  • Di F1ingenerale
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Motori e regolamento FIA 2026, Ferrari fa chiarezza: Gualtieri, direttore della power unit, ha spiegato la rivoluzione che cambierà la F1

La rivoluzione tecnica della F1 nel 2026 non riguarderà soltanto l’aerodinamica. Il vero cuore del cambiamento sarà la power unit, destinata a ridisegnare completamente il modo di concepire le monoposto e la gestione delle gare. A poco più di un mese dai primi test privati di Barcellona, in programma dal 26 al 30 gennaio, nel paddock regna ancora una forte incertezza. Nessun team ha certezze reali sul proprio livello competitivo e il quadro rimane fluido per tutti. Ecco quale è la situazione in casa Ferrari che riguarda il motore per la stagione 2026.

Paolo Filisetti di RacingNews365 ha avuto modo di confrontarsi con Enrico Gualtieri, direttore tecnico delle power unit di Scuderia Ferrari, per capire quali siano le sfide più complesse all’orizzonte. Un dialogo che arriva mentre cresce l’attesa per le prime presentazioni ufficiali, con Ferrari che svelerà la propria monoposto il 23 gennaio, prima di volare verso la Catalogna.

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Come sarà il motore Ferrari per il 2026?

Le power unit 2026 saranno profondamente diverse rispetto a quelle utilizzate fino al 2025. Il cambiamento più evidente è la suddivisione della potenza massima, che sarà equamente ripartita tra motore termico ed elettrico, circa 500 cavalli ciascuno. In termini concreti, la parte elettrica arriverà a 350 kW, quasi il triplo rispetto ai 120 kW attuali, passando da un rapporto 80/20 a un inedito 50/50.

Il secondo snodo cruciale riguarda il recupero di energia. Dal 2026 scomparirà la MGU-H, collegata al turbo, e tutta l’energia sarà recuperata esclusivamente dalla MGU-K in frenata e nelle fasi di rilascio. Una scelta che, secondo Gualtieri, ha imposto un cambio totale di filosofia nello sviluppo delle nuove unità.

L’aumento massiccio della potenza elettrica ha conseguenze dirette. La batteria non sarà più in grado di sostenere l’erogazione elettrica per un intero giro, soprattutto sui circuiti con rettilinei lunghi, dove l’energia potrebbe esaurirsi prima del previsto. Allo stesso tempo, la ricarica diventa più complessa, perché senza la MGU-H tutto dipende dall’efficienza in frenata e dalla gestione dell’energia.

Nonostante questo scenario, Gualtieri non prevede gare dominate dal lift and coast estremo. La vera differenza, spiega, la farà il software. I sistemi di gestione dell’energia, di distribuzione della potenza e di recupero saranno determinanti e potrebbero rappresentare un vantaggio competitivo enorme per chi riuscirà a trovare il miglior equilibrio.

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Foto: Ferrari

Il ruolo del pilota nel 2026 diventa decisivo

Le nuove regole daranno maggiore responsabilità anche ai piloti. Le comunicazioni dal muretto resteranno limitate, ma chi sarà in macchina dovrà intervenire molto più spesso sui controlli al volante, adattando in autonomia le modalità di utilizzo dell’energia in base allo stato della batteria e alla fase di gara. Un aspetto che renderà ancora più centrale la sensibilità del pilota.

L’aerodinamica attiva, introdotta non per aumentare le prestazioni ma per compensare i limiti energetici, non dovrebbe creare grandi distacchi da sola. La sua efficacia dipenderà da quanto sarà integrata con le strategie elettroniche.

Affidabilità e carburanti sostenibili: la scelta della Ferrari

Le regole sui motori sono state definite oltre due anni e mezzo fa per garantire stabilità, evitando il dominio iniziale visto nell’era ibrida dal 2014. Tuttavia, secondo fonti del paddock, durante i test al banco sono emersi problemi di affidabilità per molti costruttori. Gran parte delle difficoltà è legata ai carburanti 100 per cento sostenibili, non per la loro qualità, ma per la ricerca esasperata di combustione efficiente e riduzione del peso, visto che il limite minimo della vettura scenderà a 768 kg.

Gualtieri non ha confermato né smentito voci su possibili rallentamenti nel programma Ferrari per il motore 2026, né sulle incertezze legate ai materiali della testa del cilindro. Ciò che è certo è che tutti i motoristi stanno affrontando una fase di omologazione estremamente complessa, in un territorio tecnico completamente nuovo.

La F1 del 2026 sarà un laboratorio a cielo aperto. Una volta iniziata la stagione, la curva di sviluppo sarà rapidissima e continua, non solo per cercare prestazione, ma anche per compensare eventuali limiti strutturali delle power unit. Una rivoluzione che potrebbe riscrivere gli equilibri del Mondiale.

Leggi anche: F1 | Ferrari ha evitato l’errore del nuovo regolamento FIA: Aston Martin ha un guaio

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