Earth Overshoot Day e presenza degli alberi in città

  • Postato il 24 luglio 2025
  • Ambiente
  • Di Paese Italia Press
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L’Earth Overshoot Day (EOD), o Giorno del Superamento Terrestre, è una data cruciale che segna il momento in cui l’umanità ha consumato tutte le risorse naturali che la Terra è in grado di rigenerare in un anno. Da quel giorno in poi, viviamo in “debito ecologico”, attingendo al capitale naturale del nostro pianeta. Nel 2025, si stima che l’Earth Overshoot Day cada il 24 luglio a livello globale, mentre per l’Italia è già stato il 6 maggio. Questo significa che, se tutti adottassero lo stile di vita italiano, avremmo bisogno di circa 2,7 pianeti per soddisfare i nostri bisogni.
Il legame tra l’Earth Overshoot Day e la forestazione urbana è profondo e multidimensionale. La forestazione urbana, ovvero la pianificazione, la gestione e l’incremento delle aree verdi e degli alberi all’interno e attorno alle città, è una delle strategie più efficaci per posticipare l’EOD e promuovere un futuro più sostenibile.


Ecco i principali modi in cui la forestazione urbana contribuisce a mitigare il nostro impatto sul pianeta:
1. Sequestro del Carbonio e Riduzione dell’Impronta di Carbonio:
·        Assorbimento di CO2: Gli alberi sono veri e propri “polmoni verdi”. Attraverso la fotosintesi, assorbono anidride carbonica (CO2), il principale gas serra responsabile del cambiamento climatico, e rilasciano ossigeno. L’eccesso di CO2 nell’atmosfera è il fattore più significativo che anticipa l’Earth Overshoot Day. Aumentando la quantità di alberi in città, si incrementa la capacità del sistema urbano di sottrarre CO2 dall’atmosfera, contribuendo a bilanciare le emissioni e a rallentare il riscaldamento globale. Un singolo albero può assorbire fino a 150 kg di CO2 all’anno.
·        Risparmio energetico: La forestazione urbana aiuta a contrastare l’effetto isola di calore urbana. Nelle città, l’asfalto e il cemento assorbono e irradiano calore, rendendo le aree urbane significativamente più calde delle zone circostanti. Gli alberi, con la loro ombra e l’evapotraspirazione (rilascio di vapore acqueo dalle foglie), possono abbassare le temperature ambiente di diversi gradi Celsius (fino a 6-8°C in aree alberate). Questo riduce la necessità di utilizzare l’aria condizionata negli edifici, con un conseguente risparmio energetico e una diminuzione delle emissioni di CO2 associate alla produzione di energia.
2. Gestione Sostenibile delle Risorse Idriche:
·        Assorbimento delle acque piovane: Le superfici impermeabili delle città (strade, tetti) impediscono all’acqua piovana di infiltrarsi nel terreno, causando spesso allagamenti e sovraccarichi dei sistemi fognari. Gli alberi e le aree verdi urbane agiscono come “spugne naturali”, intercettando e assorbendo le acque piovane, che vengono poi rilasciate gradualmente nel terreno o nell’atmosfera attraverso l’evapotraspirazione. Questo riduce il deflusso superficiale, previene inondazioni e ricarica le falde acquifere, contribuendo a una gestione più efficiente delle risorse idriche.
3. Conservazione della Biodiversità e Resilienza degli Ecosistemi:
·        Habitat per la fauna e la flora: Le foreste urbane creano habitat e corridoi ecologici per diverse specie animali (uccelli, insetti, piccoli mammiferi) e vegetali, aumentando la biodiversità nelle città. La perdita di biodiversità è una delle crisi ecologiche che contribuiscono all’anticipazione dell’EOD. Favorire la biodiversità urbana rende gli ecosistemi più resilienti ai cambiamenti climatici e ad altri stress ambientali.
4. Miglioramento della Qualità dell’Aria e del Benessere Umano:
·        Filtraggio degli inquinanti: Oltre alla CO2, gli alberi urbani assorbono e filtrano altri inquinanti atmosferici come particolato fine (PM10, PM2.5), ozono e ossidi di azoto, migliorando significativamente la qualità dell’aria che respiriamo.
·        Benefici per la salute: La presenza di aree verdi e alberi in città è correlata a numerosi benefici per la salute fisica e mentale dei cittadini, tra cui la riduzione dello stress, l’aumento dell’attività fisica, il miglioramento dell’umore e una diminuzione delle malattie respiratorie e cardiovascolari. Un ambiente urbano più sano e vivibile riduce l’impronta ecologica legata ai servizi sanitari e promuove uno stile di vita più sostenibile.
5. Ruolo nel Ciclo dei Materiali e dei Rifiuti:
·        Riduzione dei rifiuti: Un ambiente urbano più verde può promuovere comportamenti più sostenibili, come il riciclo e la riduzione dei rifiuti, alleggerendo la pressione sulle discariche e sui processi di smaltimento che hanno un’impronta ecologica significativa.
In sintesi, la forestazione urbana è una strategia chiave per affrontare le cause profonde dell’Earth Overshoot Day. Trasformare le nostre città in ecosistemi più verdi e resilienti non solo contribuisce a mitigare il cambiamento climatico e a proteggere la biodiversità, ma migliora anche la qualità della vita dei cittadini, promuovendo un modello di sviluppo più in armonia con le capacità rigenerative del nostro pianeta.
MEMORANDUM:
L’Earth Overshoot Day 2025 cade il 24 luglio, la data in cui l’umanità avrà esaurito l’intero budget annuale di risorse e servizi ecologici della natura, secondo il Global Footprint Network , l’organizzazione internazionale per la sostenibilità che ha ideato l’Impronta ecologica, e la York University , che ora produce i conti dell’Impronta nazionale e della biocapacità sotto la supervisione di FoDaFo (Footprint Data Fondation).
Attualmente, l’umanità utilizza la natura a una velocità dell’80% superiore a quella di rigenerazione degli ecosistemi terrestri, il che significa che questo superamento equivale all’utilizzo di 1,8 pianeti Terra . Questo livello di sfruttamento eccessivo è possibile a causa dell’esaurimento del capitale naturale, che compromette la sicurezza delle risorse a lungo termine. Le conseguenze sono visibili nella deforestazione, nell’erosione del suolo, nella perdita di biodiversità e nell’accumulo di CO₂ nell’atmosfera, contribuendo a eventi meteorologici estremi più frequenti e al calo della produzione alimentare.
Il calcolo
L’Earth Overshoot Day viene calcolato utilizzando l’ultima edizione dei National Footprint and Biocapacity Accounts (edizione 2025) . Questi conti forniscono dati completi fino al 2022 e stime per il 2023 e il 2024 basate su dati parziali ed estrapolazioni. Il Global Footprint Network ha inoltre stimato i probabili risultati per il 2025.
Le agenzie delle Nazioni Unite e gli organismi affiliati, che forniscono tutti i dati di input per i nostri conti, rivedono regolarmente i loro set di dati, il che può portare ad aggiornamenti nei calcoli storici dell’Impronta Ecologica e della biocapacità. Una revisione importante di quest’anno è stata una correzione al ribasso della capacità di sequestro del carbonio degli oceani . Questo, insieme a un’Impronta Pro capite leggermente superiore e a una biocapacità Pro capite leggermente inferiore, ha fatto sì che l’Earth Overshoot Day si verificasse di otto giorni in anticipo rispetto al 2024. Sette di questi otto giorni sono dovuti alle revisioni dei dati.

Il grafico sottostante mostra l’evoluzione degli Earth Overshoot Days, ricalcolati con i dati più recenti forniti dall’edizione del 2025.


Earth Overshoot Day e Pandemia
Durante la pandemia di COVID-19, in particolare nel 2020, l’Earth Overshoot Day (EOD) ha effettivamente subito un arretramento significativo. Mentre negli anni precedenti la data tendeva ad anticipare costantemente, nel 2020 l’EOD è caduto il 22 agosto, ben tre settimane dopo rispetto al 29 luglio del 2019.
Questo ritardo non è stato il risultato di un cambiamento strutturale verso una maggiore sostenibilità, ma una conseguenza diretta e temporanea delle misure di contenimento (lockdown) imposte a livello globale per contrastare la diffusione del virus.
Ecco i principali fattori che hanno contribuito a questo arretramento:
1.      Riduzione delle emissioni di carbonio:
o   Le restrizioni agli spostamenti, il blocco di molte attività produttive, la diminuzione del traffico aereo e terrestre hanno portato a una drastica riduzione dei consumi di combustibili fossili. Di conseguenza, le emissioni di CO2, il fattore più rilevante nell’impronta ecologica, sono diminuite in modo significativo (si stima una riduzione del 14,5% per le emissioni di carbonio nel periodo gennaio-agosto 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente).
o   Meno persone andavano al lavoro, meno merci venivano trasportate, meno energia veniva utilizzata per attività commerciali e industriali.
2.      Diminuzione della raccolta di legname:
o   L’industria forestale ha registrato un calo della domanda di legname a causa del rallentamento economico e delle interruzioni delle catene di approvvigionamento. Questo ha portato a una riduzione nella raccolta di prodotti forestali, contribuendo a diminuire l’impronta ecologica legata all’uso del suolo e delle risorse forestali (si stima una diminuzione dell’8,4% nell’impronta legata al consumo di prodotti forestali).
È importante sottolineare che questo arretramento è stato un fenomeno anomalo e non desiderabile:
·        Non è stato un risultato di scelte consapevoli di sostenibilità: Il ritardo dell’EOD non è avvenuto per una pianificazione strategica o un cambiamento volontario degli stili di vita verso una maggiore sostenibilità, ma è stato imposto da una crisi sanitaria globale che ha avuto conseguenze drammatiche a livello umano ed economico.
·        Temporaneità dell’effetto: Appena le restrizioni sono state allentate e le economie hanno ripreso a funzionare, l’Earth Overshoot Day ha ripreso ad anticipare. Nel 2021, ad esempio, l’EOD è tornato a cadere il 29 luglio, annullando di fatto il guadagno dell’anno precedente.
·        Impatto disomogeneo: Sebbene l’impronta ecologica complessiva si sia ridotta, l’impatto della pandemia non è stato uniforme su tutti i fattori. L’impronta alimentare, ad esempio, non ha subito variazioni significative e in alcune aree si sono registrati anche aumenti degli sprechi alimentari e problemi di malnutrizione.
In conclusione, il 2020 ha offerto una dimostrazione involontaria di come sia possibile modificare rapidamente i modelli di consumo di risorse naturali. Tuttavia, ha anche evidenziato che la vera sostenibilità deve essere raggiunta attraverso decisioni consapevoli, innovazione e politiche lungimiranti, piuttosto che essere il risultato di un disastro globale. La lezione della pandemia è che un futuro più sostenibile richiede un cambiamento intenzionale e strutturale, non solo una pausa temporanea imposta da una crisi.
Per chi vuole calcolare l’Impronta Ecologica Personale: https://www.footprintcalculator.org/home/en

Ing. Francesco Cancellieri – Presidente AssoCEA Messina APS e  Responsabile Nazionale Area Tematica SIGEA-APS “Paesaggi, Aree Naturali Protette e Rete Natura 2000”

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