Dove abita la coscienza? Corteccia prefrontale indirizzo sbagliato, piuttosto è un pendolo di connessioni cerebrali

  • Postato il 2 maggio 2025
  • Scienza
  • Di Blitz
  • 1 Visualizzazioni

Quel grumo immateriale che unisce esperienza sensoriale e percezione cognitiva e che in assenza di formulazioni più precise siamo abituati a chiamare coscienza, esiste? E se esiste, in termini cioè fisici, dove si trova, qual è il suo indirizzo?

Al momento, nonostante da un pugno di decenni  si sia scommesso sulla sua realtà fisica, si brancola con intelligenza nel buio. Diciamo che si trova nel cervello (ma è lecita una distinzione tra mente e apparato cerebrale?).

Il problema della coscienza

L’ultimo contributo sul tema della localizzazione della coscienza giunge da un esperimento durato 7 anni che ha coinvolto 256 persone, un numero senza precedenti per studi di questo genere, che ha gettato nuova luce sull’origine del pensiero cosciente.

La conclusione, abbastanza clamorosa, è che la coscienza non è rintracciabile  nella corteccia prefrontale, fondamentale per il ragionamento e la pianificazione e finora considerata una delle regioni del cervello più promettenti in cui cercarla.

coscienza
Dove abita la coscienza? Corteccia prefrontale indirizzo sbagliato, piuttosto è un pendolo di connessioni cerebrali (foto Ansa-Blitzquotidiano)

Ma potrebbe essere il prodotto delle connessioni tra le aree che elaborano la visione, situate nella parte posteriore del cervello, e le aree frontali, che trasformano quella percezione in pensieri.

La ricerca, pubblicata sulla rivista Nature, ha messo a confronto due teorie avversarie, le principali finora formulate in questo ambito, ma i risultati non possono confermare o smentire in maniera decisiva nessuna delle due, lasciandole entrambe ancora sul tavolo.

Lo studio, guidato da Christof Koch dell’Allen Institute americano, potrebbe anche avere implicazioni per la diagnosi e il trattamento di coma e stati vegetativi, aiutando ad esempio a rilevare la cosiddetta ‘coscienza nascosta’ nei pazienti non reattivi, una condizione che si verifica in circa un quarto dei casi.

Coscienza come informazione integrata

La prima delle due teorie confrontate nella ricerca è quella dell’informazione integrata, proposta nel 2004 dal neuroscienziato italiano Giulio Tononi. La coscienza è frutto della capacità di un sistema, in questo caso il cervello, non solo di elaborare le informazioni ma soprattutto di integrarle in maniera unitaria. Di conseguenza la coscienza emergerebbe dal modo in cui le diverse aree del cervello sono collegate tra loro anziché da una singola area.

Coscienza come spazio di lavoro globale

La seconda teoria è quella dello spazio di lavoro globale, proposta alla fine degli anni ’80 e che paragona la mente a un teatro nel quale il pensiero cosciente si prende la scena. L’attenzione agirebbe come un riflettore, illuminando di volta in volta i vari processi inconsci che operano in parallelo nel cervello.

“Era chiaro che nessun singolo esperimento avrebbe potuto confutare in modo definitivo nessuna delle due teorie: sono semplicemente troppo diverse”, afferma Anil Seth dell’Università britannica del Sussex, tra gli autori della ricerca. Anche “i metodi sperimentali disponibili – prosegue – troppo grossolani per consentire a una teoria di prevalere definitivamente sull’altra”.

L'articolo Dove abita la coscienza? Corteccia prefrontale indirizzo sbagliato, piuttosto è un pendolo di connessioni cerebrali proviene da Blitz quotidiano.

Autore
Blitz

Potrebbero anche piacerti