Dobbiamo diventare autosufficienti nei settori primari: così l’Ue crescerà, non facendo la colletta per salvare gli Usa
- Postato il 10 agosto 2025
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di Dante Nicola Faraoni
L’accordo sui dazi tra Usa e Ue è una resa incondizionata. La mia umile opinione è che i governi Meloni e von der Leyen non abbiano capito oppure nascondano che cosa c’è dietro al Piano Trump. Il debito pubblico Usa a gennaio 2025 è arrivato a 36 trilioni di $, il 130% del Pil; più avanti, per il paese guida del mondo, c’è il default. I dazi servono per coprire quella voragine. Se poi trovi qualche fesso che abbocca: 5% già c’era, metti altri 15% e cominciano ad essere soldini che metti in cassa!
Fino a qualche anno fa gli Usa potevano garantire al mondo fiducia con la forza del dollaro e la potenza di Wall Street, ma ora che conviene svalutare il dollaro e la finanza comincia a scricchiolare sotto le pressioni di cinesi, russi e dei Brics, rimangono solo la fiducia e le chiacchiere di Trump. Il tycoon aveva messo Elon Musk alla guida della macchina pubblica per ridurre la spesa (Doge) ma è stato costretto a licenziarlo perché la macchina era già ridotta all’osso e tagliare ancora significava anticipare il default. Quello che non si capisce è perché la presidente Meloni pensi di risolvere tutto pagando con i nostri soldi il debito Usa, promettendo alle aziende colpite dai dazi 25 miliardi di aiuti.
Pensare che il vecchio modello di economia globalizzata possa avere un futuro è folle! Sono stati loro prima con Biden e ora con Trump a modificare il trend prediligendo e incrementando il mercato interno a quello estero. E’ vero che ancora continuano a mettere gli interessi e i profitti di pochi super ricchi davanti alle esigenze socio-economiche dell’intera popolazione, contribuendo all’aumento di disagio sociale e povertà, ma si sono accorti che non possono continuare ad aumentare il debito per sostenere l’economia. Invece noi e l’Europa continuiamo ad abboccare alla farsa della guerra giusta garantendo un 5% del Pil per ReArm Europe!
Non è ragionevole chiudere i mercati globali, ma creare un’alternativa che salvaguardi diritti e necessità economiche della popolazione è urgente. Che l’Europa metta in moto i meccanismi necessari per stabilire i principi della Democrazia Economica. Non possiamo avere rapporti economici o importare merci da mercati che ci fanno concorrenza non rispettando i diritti dei lavoratori e le regole di salvaguardia ambientale necessarie per contenere i cambiamenti climatici. Sono necessarie nuove politiche del lavoro che salvaguardino il potere d’acquisto degli europei dando la possibilità alle persone di accedere ai consumi per assorbire l’aumento della produzione locale. E’ necessario indirizzare le politiche Ue verso l’autosufficienza economica di ogni singolo Paese aderente; nessuno deve pesare sugli altri.
Reindirizzare la produzione verso il mercato interno significa essere in grado di garantirsi l’autonomia energetica autoproducendo in loco le fonti necessarie per il fabbisogno interno. L’Europa è caduta nella trappola degli Usa che ci vendono ad un prezzo maggiorato il gas che prima ci davano i russi: dalla padella alla brace! Le altre potenze mondiali, Cina, Russia, Usa sono autosufficienti energeticamente. Gli Usa hanno autosufficienza ma sottostanno a controllo e speculazioni delle multinazionali. I sistemi nazionalizzati di Russia e Cina danno a produzione e trasporti maggior stabilità e difesa dalle speculazioni internazionali. La nazionalizzazione di questo bene è necessaria per garantire prezzi adeguati alla produzione e al consumo.
Autosufficienza alimentare e produzione di beni di prima necessità devono essere inclusi in questa nuova strategia. Essere autosufficienti nei settori primari significa garantire: occupazione, salari adeguati e maggiori entrate tributarie per coprire pensioni, istruzione, sanità. Soprattutto permetterà al mercato interno di assorbire le perdite dovute al calo delle esportazioni. Perché partecipare alla colletta globale per salvare gli Usa se possiamo crescere assieme agli europei? C’è ancora qualcuno che vuole andare ad investire 600 miliardi in Usa? Auguri!!!
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