Dal campione prelevato sul dorso alla scoperta inaspettata: ecco come è stato avvistato per la prima volta il Mesoplodonte di Nishiwaki
- Postato il 19 novembre 2025
- Animal House
- Di Il Fatto Quotidiano
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“Non riesco nemmeno a descrivere la sensazione perché era qualcosa per cui avevamo lavorato così a lungo”, ha raccontato Elizabeth Henderson, ricercatrice del Naval Information Warfare Center della Marina statunitense e autrice principale dello studio pubblicato su Marine Mammal Science. La scoperta ha qualcosa di incredibile. Si tratta dell’avvistamento e campionamento dello zifio dai denti di ginkgo o anche detto mesoplodonte di Nishiwaki.
Un esemplare avvistato per la prima volta nel 2024 durante un escursione di alcuni scienziati a bordo della nave Pacific Storm. Robert Pitman, allora ricercatore dell’Oregon State University oggi in pensione, ha scoccato con una balestra modificata una piccola freccia sul dorso di uno dei cetacei avvistati quel giorno. La punta ha prelevato un frammento di pelle delle dimensioni di una gomma da matita. Dopo un anno di analisi, proprio questo campione ha dimostrato che il team aveva davanti una specie mai osservata prima in mare aperto.
“Tutti sulla barca stavano esultando perché ce l’avevamo, finalmente ce l’avevamo”. La scoperta è arrivata dopo cinque anni di lavoro. Dal 2020, Henderson e colleghi di Stati Uniti e Messico seguivano un gruppo di zifi che produceva una chiamata distintiva, catalogata come BW43 e attribuita inizialmente allo zifio di Perrin, un’altra specie mai vista in mare. Il team era tornato sul posto per tre anni, prima con una barca a vela, poi con un peschereccio noleggiato, senza risultati. Nel 2024 la collaborazione con l’Oregon State University e l’uso della sua nave da ricerca si sono rivelati decisivi: l’imbarcazione trainava un array di idrofoni e disponeva di una piattaforma di osservazione con binocoli ad alta potenza capaci di individuare balene a centinaia di metri.
Gli scienziati hanno evidenziato il ruolo dei sonar militari nelle aree frequentate dagli zifi. “Sapere dove vivono aiuta a evitare esercitazioni militari nelle loro aree chiave”, hanno spiegato, ricordando anche l’episodio dell’albatro che ha tentato di sottrarre il campione raccolto: “A ripensarci è molto divertente, ma in quel momento è stato molto stressante”, ha detto Henderson. L’analisi successiva dei database acustici ha ridefinito la distribuzione della specie. “Ora sappiamo che non è così e che abitano queste acque tutto l’anno”, ha aggiunto.
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