Jovanotti ci ricasca, questa volta i suoi concerti “disturbano i cavalli”: dopo spiagge e montagne, arrivano le critiche per gli ippodromi
- Postato il 22 novembre 2025
- Animal House
- Di Il Fatto Quotidiano
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Non bastavano i concerti tanto criticati sulle Dolomiti, né quelli lungo le spiagge italiane o ai Laghi di Fusine, tra le montagne tarvisiane. Già, perché dove Jovanotti decide di suonare, ecco che salta fuori un problema. Questa volta succede per la scelta di organizzare i concerti, nel 2026, all’Ippodromo La Favorita di Palermo e all’Ippodromo di Agnano, a Napoli. La ragione? Nell’area ci sono i cavalli – chi lo avrebbe mai detto? – che nella migliore delle ipotesi possono subire lo stress per via della musica ad alto volume e della gran quantità di persone e che, nella peggiore delle ipotesi, si possono ferire. A sollevare il caso, con un lungo post su Facebook, è stata la Italia Horse Protection, associazione che si occupa di tutelare il benessere degli equidi nel nostro Paese.
“Gli ippodromi non sono spazi neutri: sono luoghi dove vivono cavalli che non possono allontanarsi e che subiscono inevitabilmente rumore, vibrazioni, luci, affollamento. Animali estremamente sensibili, che rischiano panico e ferite – scrive il presidente Sonny Richichi – immaginare migliaia di persone in concerto a pochi metri dai box è assurdo: i cavalli hanno un udito finissimo e, chiusi in uno spazio ristretto, possono vivere un vero e proprio trauma”. Secondo la posizione dell’associazione, l’intrattenimento non può prevalere sul benessere di esseri viventi già vulnerabili. Per questo si chiede a Jovanotti e al suo staff di scegliere un posto alternativo, “dove la festa non comporti sofferenza a nessun animale”.
Il caso più controverso che ha riguardato il cantautore di stanza a Cortona era legato al Jova Beach Party. Nel 2019 Jovanotti scelse di fare il tour lungo diverse spiagge italiane ed esperti e ambientalisti (tra cui Mario Tozzi) sottolinearono come mettesse a rischio gli habitat costieri e le specie animali autoctone. Il caso più famoso fu quello relativo al fratino, che nidifica sulle coste dell’Adriatico e del medio Tirreno. Vennero avviate anche raccolte firme per fermare i mega-eventi sulla riva del mare. L’accusa, in sintesi: “Le spiagge non sono discoteche”. Ma Jovanotti tornò sulle spiagge dopo qualche anno (a Lignano Sabbiadoro, per esempio, o a Lido di Fermo). A Marina di Ravenna venne accusato del “taglio 65 metri di tamerici”.
Negli anni successivi, poi, fu la volta del concerto a Plan de Corones, a oltre 2.200 metri di quota. È vero, un’area già fortemente antropizzata ma che forse – a maggior ragione – andrebbe salvaguardata. Oltre alle associazioni, ci si mise anche Reinhold Messner: “Il concerto va vietato”. La ragione, condivisa dagli ecologisti? “Abbiamo ricevuto in dono le montagne e dobbiamo imparare a rispettarle per ciò che rappresentano: una riserva d’acqua e di quiete, un luogo libero dove dedicare tempo alla cura dello spirito”. E ultimo, in ordine di tempo: il concerto della scorsa estate “per ciclisti” ai Laghi di Fusine, in Friuli-Venezia Giulia. Mountain Wilderness: “Dare una connotazione green a queste manifestazioni ci appare come una mistificazione, esistono strutture in aree urbane che meglio si prestano ad ospitare eventi di questo genere”. Ora gli ippodromi. Quale sarà la prossima puntata?
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