Dai Comuni alle partecipate. Calabria, terra di commissari
- Postato il 20 maggio 2025
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Il Quotidiano del Sud
Dai Comuni alle partecipate. Calabria, terra di commissari
I commissari straordinari in Calabria sono oltre 40, ai quali si aggiungono circa 50 enti in dissesto nei quali la gestione finanziaria è affidata a commissari liquidatori
Si dice che l’Italia sia il Paese dei commissari straordinari. Se è così, possiamo dire che anche la Calabria non sfigura. Tra Comuni, aziende sanitarie e ospedaliere, enti subregionali e partecipate, disposizioni governative, si contano oltre 40 commissari – per tacere naturalmente dei subcommissari – ai quali si aggiungono 52 Comuni (dato aggiornato allo scorso ottobre, ma ad oggi sono 22 già nella sola provincia di Cosenza) in dissesto finanziario, nei quali la gestione del debito è in mano ai commissari liquidatori.
COMMISSARI STRAORDINARI IN CALABRIA, I NUMERI
Un numero, in ogni caso, arrotondato per difetto, perché non esiste una ricognizione di tutte le nomine commissariali e censirle è impresa ardua. Anche perché si scrive commissario, ma si legge in tanti modi diversi. Ci sono commissariamenti che hanno come obiettivo quello di ripristinare l’agibilità democratica o la legalità in un ente. In altri casi, servono ad avocare a un organo superiore la responsabilità di una materia – organo che ne affida la gestione a un commissario – e in altri ancora consentono di far fronte a un incarico urgente o a un’emergenza con l’assegnazione di poteri straordinari per agire in deroga a norme e procedure. Ancora, ci sono i commissari nominati alla guida di enti – ad esempio le partecipate regionali – nell’attesa che si espletino procedure pubbliche di selezione.
NEL CENSIMENTO I COMUNI SCIOLTI
Negli oltre 40 commissariamenti censiti per la Calabria, rientrano i Comuni sciolti prima della scadenza elettorale, vuoi per crisi politica vuoi in seguito a un accesso antimafia. Risultano venti al momento in regione, molti andranno al voto domenica. Di questi venti, dieci sono quelli sciolti per mafia. Tra i più recenti Badolato, San Luca (è la terza volta) e Casabona, già sciolto nel 2018 in seguito all’operazione Stige e tornato al voto nel 2021. Alcune settimane fa il nuovo scioglimento dopo un’altra operazione, Nemesis, che ha visto l’arresto di sindaco e assessore. Quello dei Comuni sciolti per mafia è, ahinoi, primato calabro. Da quando è stato introdotto per legge il commissariamento per infiltrazioni mafiose – era il 1991, in Calabria si consumava una cruenta faida a Taurianova, che fu il primo Comune in assoluto ad esser sciolto – i municipi interessati sono stati in Italia 350, più di un terzo in Calabria (9 quelli annullati).
LA SANITÀ COMMISSARIATA
C’è poi il commissariamento “per eccellenza”, quello della sanità calabrese, finalizzato al rientro del debito, che dura da 15 anni. Nelle scorse settimane a questo si è affiancata la dichiarazione dello stato d’emergenza per la rete ospedaliera e la nomina di un commissario – sempre il presidente Occhiuto, già commissario per il rientro dal debito – per la realizzazione dei nuovi nosocomi. Non una novità per la Calabria, perché era accaduto già vent’anni: quel commissariamento, che avrebbe dovuto portare alla realizzazione di tre nuovi ospedali, si chiuse dopo sei anni senza aver raggiunto l’obiettivo. Corsi e ricorsi, per questo Paese, che conta all’attivo commissariamenti decennali.
COMMISSARIO ALLA MITIGAZIONE DEL RISCGIO IDROGEOLOGICO
In tema di commissari nominati dal governo nazionale, abbiamo anche in Calabria il commissario straordinario per la mitigazione del rischio idrogeologico, incaricato della gestione e spesa dei fondi, e quello per la bonifica del Sin di Crotone. Un commissariamento, quest’ultimo, istituito nel 2013, con primo commissario nominato solo tre anni dopo. Al termine dell’incarico, nel 2018, una lunga vacatio fino all’insediamento, due anni fa, di Errigo. E la bonifica non è ancora iniziata.
In Calabria sono commissariati, dal ministero dell’Ambiente, anche i tre Parchi nazionali (Sila, Aspromonte e Pollino), mentre la Regione ha commissariato – con recente proroga anche – il Parco regionale delle Serre. Un ente, quest’ultimo, che forse ha conosciuto più commissari o direttori negli anni. Da un governo regionale all’altro, un commissariamento iniziava e un altro finiva.
Dinamica che in realtà sembra caratterizzare di norma anche gli enti subregionali, le società in house, le partecipate. L’incarico scade, arriva il nuovo governo regionale, si prepara lo spoil system, nell’attesa che si completi la selezione pubblica, ecco la nomina del commissario. Che a volte resta in carico fino a nuove elezioni e a un nuovo governo regionale.
COMMISSARI ALLA GUIDA DI SOCIETÀ IN HOUSE E PARTECIPATE
Nel caso dell’attuale esecutivo regionale, i commissari alla guida di società in house e partecipate, va detto, sono rimasti comunque pochi. Su 18 aziende, agenzie ed enti, i commissari in carica sono 6. Tra questi l’Aterp – l’ultima proroga è però di appena 45 giorni, per cui le procedure di selezione del direttore dovrebbero completarsi a breve – l’Arrical e il Consorzio unico di bonifica, che sono ancora in fase di assestamento. Mancano all’appello Redigit e l’Agenzia per l’energia, fresche di istituzione, e per le quali non è stato ancora nominato un commissario. Per tutte le altre agenzie – con un accelerazione nelle scorse settimane – è arrivata la nomina dei direttori generali, in tempo per l’ultimo scorcio di legislatura. E per buona parte si è trattato di una riconferma dei commissari uscenti. Chi sono questi commissari o direttori? In alcuni casi sono dirigenti regionali (come Giacomo Giovinazzo, che guida Consorzio di Bonifica e Arcea), in altri casi di tecnici, in altri ancora di professionisti in quota a partiti della maggioranza (è il caso di Aterp, affidata alla commissaria Iannini, vicina alla Lega che del resto ha esultato pubblicamente per la nomina).
IL CASO DELLA FONDAZIONE ALVARO
Delle quattro Fondazioni regionali in piedi – non prendiamo in considerazione quelle in liquidazione – tre sono affidate a commissari: si tratta delle Fondazioni a tutela delle minoranze linguistiche, un tempo istituti di cultura e ora in fase di transizione.
E visto che si parla di cultura, come non citare la Fondazione “Corrado Alvaro” di San Luca che si è trovata commissariata nelle scorse settimane dalla Prefettura, per «mancato raggiungimento degli obiettivi».
Infine, torniamo alla sanità. Tra Asp e aziende ospedaliere, la maggioranza è ancora in mano ai commissari (5 su 8). Con il caso Vibo, doppiamente commissariata, perché qui è intervenuto anche uno scioglimento per mafia.
Il Quotidiano del Sud.
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