Crotone, gemelli rapiti negli anni ’70, la procura riapre il caso

  • Postato il 10 settembre 2025
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Crotone, gemelli rapiti negli anni ’70, la procura riapre il caso

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Gemelli di Cutro rapiti, la procura di Crotone avvia una indagine esplorativa. L’annuncio del Procuratore Guarascio nel corso della trasmissione Rai Storie italiane


CROTONE – Un’indagine esplorativa, allo stato contro ignoti, è stata avviata dalla Procura della Repubblica e dalla Questura di Crotone dopo le numerose segnalazioni arrivate, sulla vicenda, risalente al gennaio del 1970 riguardante, la presunta morte per coprire un rapimento di due gemellini, Franca e Mario Oliverio.

GEMELLI RAPITI, UN CASO DEGLI ANNI 70


I piccoli erano nati all’ospedale vecchio di Crotone, ma furono dati per morti dopo poche ore, senza che, però, nessuno, compresi genitori e familiari, abbiano mai potuto vedere i corpi o la prova di un loro decesso. Persino la sepoltura, dissero loro, era stata effettuata dall’ospedale stesso. Alla madre venne solo detto che c’era stata la necessità di trasferire i neonati all’ospedale di Catanzaro per carenza di incubatrici, ma poco dopo le venne data la notizia della morte di entrambi i figli, senza che le fosse mostrata alcuna prova.

IL PROCURATORE GUARASCIO ANNUNCIA IN TV LA RIAPERTURA DEL CASO DEI GEMELLI RAPITI


La notizia dell’apertura di un fascicolo, il Procuratore Domenico Guarascio l’ha data nel corso della trasmissione di Rai 1, Storie italiane, in collegamento insieme al Questore della provincia di Crotone, Renato Panvino.
La stessa trasmissione, che da anni segue il caso, ha dedicato ampio spazio, nel corso degli anni, ad una vicenda definita «inquietante». Vicenda, però, è bene precisare, portata alla luce per la prima volta dal Quotidiano.

GEMELLI RAPITI, VICENDA PORTATA ALLA LUCE DAL QUOTIDIANO


In primis raccogliendo la testimonianza nel 2010 dell’investigatore privato Enzo Giorgio Laganà, originario di Cirò Marina ma residente nelle Marche, a Macerata, incaricato dalla famiglia, che fin da subito nutrì dubbi sulla morte dei neonati.
Successivamente ad occuparsene fu anche il figlio dell’avvocato, Francesco Giorgio Laganà, che presentò una denuncia in merito alla Procura.
Il Quotidiano seguì il caso, ipotizzando per primo che non si trattasse di una morte ma di un rapimento (come dimostra l’estratto dell’articolo risalente al 18 febbraio 2013 ndr).
Nel corso degli anni, inizialmente le indagini si erano concluse con un nulla di fatto. Successivamente il caso è stato riaperto soprattutto grazie all’arrivo di nuove testimonianze, che hanno squarciato il velo sul mistero di 55 anni fa.

NUOVE TESTIMONIANZE E SCOPERTA DI UN “SISTEMA”


E proprio tali testimonianze, hanno portato a presumere l’esistenza di un autentico “sistema” che avrebbe gestito le morti sospette di bambini, all’epoca.
Lo stesso Procuratore, intervenendo nella trasmissione Rai, ha dichiarato: «Abbiamo ricevuto numerose storie e segnalazioni, e verificando scrupolosamente la veridicità delle affermazioni recuperando la documentazione sanitaria, spesso difficile da reperire. È un lavoro certosino, lungo e attento, mirato a integrare eventuali ipotesi di reato, anche se al momento non vi sono indagati né ipotesi specifiche.
Sentiamo il dovere di acquisire ogni testimonianza e aprire così un’attività di indagine profonda per stabilire almeno alcune verità storiche».

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Guarascio ha poi rivolto un appello ai cittadini: «Invitiamo chiunque sia informato sui fatti, vittime o familiari, a contattare la Procura o la Questura, affinché ogni elemento utile contribuisca all’accertamento della verità».

GEMELLI RAPITI, PANVINO: «INDAGINE COMPLESSA»


Non da meno il questore Renato Panvino, che in primis ha sottolineato la complessità dell’indagine. «Stiamo lavorando per raccogliere elementi che permettono di ricostruire la vicenda e capire se esisteva un sistema strutturato alla base di questi fatti. Si tratta di storie che hanno segnato profondamente le famiglie coinvolte, spesso appartenenti a fasce sociali più deboli, e meritano risposte chiare da parte dello Stato».

LE LINEE D’AZIONE DEGLI INVESTIGATORI


Panvino ha illustrato le linee d’azione degli investigatori: «ascoltiamo le vittime e le loro famiglie e stiamo svolgendo accertamenti tecnici, come la verifica di documenti negli ospedali e nei registri delle nascite e delle morti. Le indagini continueranno fino a che non sarà fatta piena chiarezza».
Gli investigatori della Squadra Mobile hanno già svolto lunghi interrogatori e sopralluoghi, analizzando documentazione cartacea e sanitaria, alcuni dei quali, avvenuto anche nella serata di lunedì.

GEMELLI RAPITI, L’INVITO A COMUNICARE OGNI NOTIZIA UTILE


La Procura e la Questura hanno ribadito l’invito a comunicare ogni elemento utile. Gli uffici – hanno assicurato – sono aperti e dialoganti.
«Lo Stato – hanno concluso – è presente. Ricostruire la verità è un dovere per ripristinare dignità alle famiglie coinvolte e sicurezza alla comunità».

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