Crosetto in Egitto. Houthi e stabilità regionale tra Roma e Il Cairo

  • Postato il 30 luglio 2025
  • Difesa
  • Di Formiche
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Gli attacchi degli Houthi contro le navi commerciali in transito nel Mar Rosso e la risposta europea, l’Italia in testa, dimostrano che la presenza navale attraverso le operazioni Atalanta e Aspides si mescola sapientemente con partner strategici dell’Ue, ovvero India ed Emirati Arabi Uniti. Si tratta di missioni marittime che progressivamente hanno assunto il ruolo di strumenti fondamentali per garantire la libertà di navigazione e proteggere la navigazione commerciale. La visita ufficiale in Egitto del ministro della Difesa, Guido Crosetto, conferma la solida presenza italiana e le direttrici di marcia che Roma ha impresso alla questione. Nell’occasione il titolare della Difesa ha incontrato il personale militare italiano impiegato nella missione Multinational Force and Observers (MFO).

Un lavoro silenzioso

“Sono orgoglioso di portare il saluto e il ringraziamento del governo italiano al contingente italiano impegnato nella missione MFO – ha esordito Crosetto – Non sempre si vede, ma dietro ogni gesto quotidiano c’è il destino, l’onore e il coraggio di persone che non conosceremo mai. E questo vale per il lavoro che viene svolto da tutte le donne e gli uomini della Difesa. Un lavoro spesso silenzioso, ma dal peso enorme. È per questo che oggi sono qui per dirvi grazie e per riconoscere il vostro valore che troppo spesso resta invisibile. Il ruolo dell’Italia, la sua credibilità nel mondo, il rispetto che raccoglie in tanti scenari internazionali derivano anche – e soprattutto – da persone come voi. Uomini e donne che, senza clamore, hanno costruito tutto questo semplicemente facendo bene il proprio dovere”.

Il ruolo della MFO

Nel corso della visita in Egitto, il ministro ha incontrato la Direttrice Generale, Ms. Elizabeth Dibble, e con il Force Commander, Generale di Divisione australiano Michael Garraway, della MFO, missione internazionale istituita in seguito agli Accordi di Camp David del 1978 tra Israele ed Egitto. “La MFO – ha osservato – svolge un ruolo cruciale nel garantire il rispetto e l’attuazione del trattato di pace tra i due Paesi. Tra i compiti più rilevanti figura la facilitazione del dialogo militare, elemento essenziale per rafforzare la fiducia reciproca, promuovere la trasparenza e sostenere una pace solida e duratura, contribuendo così a preservare un equilibrio delicato nell’intera regione. In un contesto internazionale caratterizzato da crescenti tensioni, il ruolo della MFO si estende ben oltre l’ambito operativo, includendo anche dimensioni politiche e diplomatiche.

Come peraltro ricordato da Ms. Dibble, è fondamentale che tutti i Paesi membri continuino a sostenere con convinzione l’impegno della missione. L’Italia conferma il proprio contributo, consapevole del ruolo strategico che ricopre nel controllo dello Stretto di Tiran, uno dei pochi punti di accesso di Israele al Mar Rosso. Un impegno che testimonia la volontà del nostro Paese di contribuire alla sicurezza collettiva e alla pace internazionale, in coerenza con i principi della Costituzione e del diritto internazionale”, ha aggiunto.

Sull’Andrea Doria

Altra tappa di Crosetto, la visita alla nave Andrea Doria della Marina Militare, in rientro dall’operazione europea Eunavfor Aspides: “Oggi sono qui per testimoniare il ringraziamento che vi deve lo Stato italiano. Avete tutelato il benessere di tante persone: dietro ogni nave commerciale che scortate, c’è un pezzo della vita di un cittadino nella sua e nostra Patria. La somma di tutto ciò che fate costruisce il Bene e gli interessi della Nazione. Essere qui oggi significa riconoscere il valore di chi opera lontano da casa, spesso in condizioni difficili, con dedizione, professionalità e profondo senso del dovere. In mare si creano legami autentici, profondi, indissolubili: è questa la vera forza di un equipaggio. Ed è questa la forza della Difesa e delle Forze Armate: persone straordinarie, unite da valori comuni, che ogni giorno servono l’Italia con determinazione”.

Gli scenari della nuova escalation

In un annuncio sul loro canale Telegram, gli Houthi hanno avvertito le aziende di interrompere i rapporti con i porti israeliani “altrimenti, le loro navi, indipendentemente dalla loro destinazione, saranno prese di mira”. Inoltre hanno invitato i Paesi che intendono evitare l’escalation a fare pressione su Israele affinché cessi la sua aggressione e revochi il blocco su Gaza quindi gli Houthi prenderanno di mira tutte le navi appartenenti a qualsiasi compagnia che abbia rapporti con i porti israeliani, indipendentemente dalla nazionalità della nave. Un elemento che si somma alla situazione in atto, accrescendone la pericolosità.

Pochi giorni fa, in risposta all’ondata di attacchi con l’affondamento di due navi portarinfuse gestite dalla Grecia, il governo di Atene ha inviato una nave di recupero nel Mar Rosso. Lo ha annunciato il ministro greco della navigazione Vassilis Kikilias, al fine di proteggere i marittimi e salvaguardare le rotte commerciali globali. Si tratta della Magic Seas e dell’Eternity C , due navi portarinfuse battenti bandiera liberiana e gestite dalla Grecia, entrambe prese di mira dalle forze Houthi a luglio.

Secondo l’Ue è questo il primo attacco di questo tipo contro una nave commerciale nel 2025, “una grave escalation che mette a repentaglio la sicurezza marittima in una via d’acqua vitale per la regione e il mondo”. Si tratta inoltre di attacchi che minacciano direttamente la pace e la stabilità regionale, il commercio globale e la libertà di navigazione come bene pubblico globale. “Possono avere un impatto negativo sulla già grave situazione umanitaria in Yemen. Questi attacchi devono cessare”. Quindi il maggiore rischio, al momento, è che le compagnie potrebbero rivalutare i rischi dei viaggio e probabilmente immaginare nuove deviazioni verso il Capo di Buona Speranza.

(Foto: Difesa.it)

Autore
Formiche

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