Crisi dei chip, la Cina apre a esenzioni sul blocco verso l’Europa
- Postato il 3 novembre 2025
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- Di Virgilio.it
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Sull’industria europea continua a pesare la crisi dei semiconduttori. Stavolta il problema non riguarda nello specifico i chip avanzati, bensì componenti più semplici – dai regolatori di tensione fino ai transistor – ma altrettanto indispensabili per auto, elettrodomestici e apparecchi industriali. Nexperia, società produttrice olandese di proprietà cinese, diventa il pomo della discordia tra Pechino, L’Aia e Bruxelles, dove ciascuno degli attori chiamati in causa rivendica le rispettive ragioni senza trovare un punto d’incontro.
Le soluzioni al vaglio
Il ministero del Commercio cinese ha reso noto di stare valutando l’eventualità di concedere esenzioni parziali al divieto di esportazione dei chip Nexperia verso l’Europa, introdotto a ottobre come risposta alle restrizioni imposte dal governo olandese.
“Esamineremo caso per caso la situazione delle imprese e potremo autorizzare spedizioni in base alle necessità effettive”
ha dichiarato un portavoce del ministero, invitando le aziende interessate a contattare le autorità locali.
La crisi è esplosa dopo l’intervento delle istituzioni olandesi su Nexperia, finite nel mirino per questioni di sicurezza. In risposta alla decisione, Pechino ha stoppato le riesportazioni dei chip rifiniti in Cina e diretti ai clienti europei, facendo così fermare la filiera. Fino poc’anzi la produzione avveniva in Europa, mentre delle successive fasi di test e preconfezionamento se ne occupavo in Asia, prima del ritorno nel continente per la distribuzione ai costruttori.
Le conseguenze non hanno tardato a presentarsi. Alcune Case automobilistiche hanno lamentato ritardi nelle consegne, altre temono di dover arrestare le linee tra Germania, Francia e Italia. Secondo le analisi dell’associazione tedesca VDA, il fabbisogno potrà essere coperto giusto per qualche settimana, dopodiché le criticità esploderanno.
Perché il caso è di portata internazionale
Nexperia copre quasi la metà del mercato europeo dei semiconduttori di base. Fondata a Nimega e oggi controllata dal gruppo cinese Wingtech Technology, la società rifornisce gran parte del settore automotive, nonché produttori di dispositivi industriali e di consumo. Da un lato la sospensione delle forniture ha rallentato le linee, dall’altro ha fatto impennare i prezzi di mercato dei componenti equivalenti.
Pur senza scendere nel dettaglio sul criteri di esenzione, i palazzi di potere cinesi mantengono un profilo cauto. Per quanto le aziende del Vecchio Continente avranno modo di richiedere un’autorizzazione specifica, la possibilità di un ritorno generalizzato alla normalità appare remota.
La vicenda Nexperia ha imposto un impegno diplomatico internazionale. Durante un recente incontro in Corea del Sud, Xi Jinping e Donald Trump avrebbero discusso della crisi dei semiconduttori e della possibilità di un coordinamento sulle catene di approvvigionamento. Nel frattempo, funzionari europei e rappresentanti cinesi si sono confrontati sullo stesso tema a Bruxelles, provando a ridare slancio alle attività produttive.
Nonostante abbia definito positiva la disponibilità del Paese asiatico nel riesaminare il veto, un portavoce Ue ha tenuto a sottolineare che si tratta solo di un primo passo. A sua volta, Berlino ha espresso moderato ottimismo, ricordando che ogni giorno di blocco si traduce in costi e ritardi per le aziende europee. Le deroghe non saranno automatiche: servirà un via libera specifico prima che i chip tornino a viaggiare.