Così la Polonia sta costruendo un esercito a difesa dell’Europa
- Postato il 15 settembre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Di questi tempi bui infarciti di menzogne, disinformazione e manipolazioni (la propaganda meloniana ne è un… fiammante esempio), si è parlato molto di Polonia, di un Paese che si è ritrovato in prima linea, consapevole della minacciosa confinanza con l’oblast di Kaliningrad, 15125 chilometri quadrati di Russia tra Lituania e Polonia, exclave della Federazione russa che ha oltre un milione di abitanti ma soprattutto un arsenale di primo livello: l’antico porto anseatico rinnovato e una flotta pronta ad operare nel Baltico (con sottomarini e aviazione d’appoggio); una gran concentrazione di missili (e probabili testate nucleari), stazioni sofisticate di ascolto on air e spionaggio cibernetico, insomma un agguerrito avamposto militare di Mosca che si trova dentro i territori di Stati dell’Ue (ci sono stato un paio di volte, ed è curioso che i nostri media non diano abbastanza importanza strategica a questa terra estesa quanto la Calabria e qualcosa di più del Connecticut).
Il governo polacco, al contrario, è consapevole di dover convivere con questa spada di Damocle, 210 chilometri di confine, che condivide un antico tormentato passato. Oggi è una spina nel fianco dell’Alleanza Atlantica, che smentisce clamorosamente la narrazione putiniana di una Russia assediata dalla Nato. Kaliningrad controlla il Baltico, cioè Danimarca e Scandinavia, più Estonia, Lettonia e Lituania. Da lì, i missili possono colpire agevolmente tutte le principali capitali europee.
Per questo, secondo la dottrina Nato, la Polonia è “l’attore principale della difesa del fianco orientale”, una brutale realtà che costringe Varsavia a rafforzare massicciamente le sue capacità militari per diventare il primo esercito convenzionale europeo. Da quando la Russia ha attaccato ed invaso l’Ucraina, la Polonia ha moltiplicato i suoi acquisti d’armamenti e reclutato un gran numero di soldati con la campagna “diventa un soldato della Polonia” lanciata nell’aprile 2022, due mesi dopo l’inizio della guerra in Ucraina. Risultato: in breve tempo si sono arruolati in 14mila. L’obiettivo è quello di coprire il più in fretta possibile le lacune operative e dissuadere eventuali aggressori, in particolare i russi.
Attualmente l’esercito polacco schiera 180mila soldati professionisti e 35mila militari della difesa territoriale, il progetto è di raggiungere i 300mila soldati entro dieci anni. Per fare un paragone, la Francia che ha due quinti di popolazione in più, dispone di un esercito di 200mila effettivi. Sarà tuttavia un traguardo difficile da raggiungere, se si tien conto delle dinamiche demografiche, in un Paese il cui tasso di fecondità è di 1,4 figli per madre.
Il servizio militare – che dura un anno, è volontario ed è ben retribuito – attira un sacco di giovani, la cui motivazione è difendere il Paese. In genere, si tratta di reclute tra i 23 e i 32 anni, in gran parte studenti o salariati nel settore privato. Dopo un mese di formazione iniziale, svolgono una specializzazione che dura undici mesi. Il governo polacco ha sicuramente investito molto per formare il nuovo esercito, tuttavia la mancanza d’esperienza delle forze armate sul campo di battaglia è ancora palpabile, secondo gli analisti militari. Gli stessi alleati della Nato se ne sono resi conto in occasione delle manovre collettive.
L’esercito polacco non ha ancora il livello di coordinamento e reazione degli americani, degli inglesi o dei francesi, anche se nel frattempo i cliché tipici della cultura sovietica militare sono stati abbandonati da tempo. Lo stato maggiore polacco è il primo ad essere cosciente che c’è ancora molto da lavorare e per questo ha stipulato un sacco di accordi bilaterali per rafforzare il suo livello di interoperabilità, in particolare con americani e britannici.
I militari Usa sono presenti in Polonia dal marzo 2023 con una prima guarnigione permanente, la basde Kosciuski a Poznam. Un dettaglio: gli equipaggi polacchi destinati a operare sui nuovi carri armati Abrams sono formati dall’Us Army a Briedrusko, una cittadina a 20 chilometri da Poznam. In parallelo, l’esercito sta liquidando il materiale ex-sovietico sostituendolo, spingendo la modernizzazione in modo spettacolare per creare un “grande esercito di dissuasione”, secondo quanto dichiara lo stesso ministero della Difesa. Non vuole più sentirsi un esercito di secondo rango. Quindi, centinaia di blindati pesanti, sistemi di artiglieria di lunga portata.
Del resto, la Polonia ha ceduto il 40 per cento del suo vecchio materiale terrestre all’Ucraina (parliamo di 280 carri armati T72, oltre 120 cannoni e obici autotrasportati). Ha siglato parecchi contratti con aziende dell’apparato militarindustriale della Corea del Sud e degli Stati Uniti. Per 4,6 miliardi di dollari ha comprato da Washington 32 F-35, 366 carri armati Abrams (di cui 116 d’occasione), sistemi antimissili Patriot. Dalla Corea del Sud ha acquistato un migliaio di carri K2 Black Panther della Hyundai Rotem (di cui 820 saranno fabbricati in Polonia a partire dal 2026), circa 700 obici autotrasportati K9A1 Thunder dell’Hawaka Defense, 48 caccia F/A-50 Golden Eagle e 288 sistemi lanciamissili multipli K239.
Un contratto è stato firmato anche con la Turchia per dei droni MALE Bayraktar TB2. In totale, la spesa per tutti questi contratti si aggira su 15,8 miliardi di euro, quasi quanto il bilancio della difesa polacca del 2022.
Ma passiamo dai calibri militari a quelli geopolitici. Rafforzando in questo senso la sua posizione strategica, la Polonia si candida per assicurare la difesa dell’Europa, affossando così l’idea di una difesa comune europea, cara, in particolare, alla Francia. Giostrando abilmente sul fronte diplomatico, Varsavia ha anche dimostrato la sua nuova influenza a livello continentale, premendo su Berlino perché la Germania autorizzi, non solo a parole, la consegna dei sofisticati carri Leopard all’Ucraina.
In realtà, impegnandosi in modo così plateale per l’Ucraina e contro la Russia, la Polonia cerca di far dimenticare le sostanziali divergenze che l’oppongono a Bruxelles sulla questione dello stato di diritto, sfruttando il fatto che ha accolto un milione e mezzo di profughi ucraini, che è diventata “attore chiave nell’invio di aiuti militari occidentali”, oltre a fornire supporto logistico e formazione alle truppe ucraine, confermando così il suo ruolo centrale nella difesa europea.
Inoltre, a differenza del governo precedente, quello del primo ministro Donald Tusk ha avviato un cambiamento politico per migliorare le relazioni bilaterali coi colleghi europei.
Ps. Per chi volesse maggiori informazioni, suggerisco di consultare il sito del governo polacco, oltre a quello del Salone MSPO, il Miedzynarodowy Salon Przmystu Obronnego, ossia Salone internazionale dell’industria della difesa che si tiene al parco delle esposizioni di Kielce, 180 km a sud di Varsavia. E’ il terzo d’Europa, dopo Eurosatory e DSEI. E’ organizzato in cooperazione col ministero polacco della Difesa e col gruppo polacco d’armamenti PGZ che è suo partner strategico.
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