Continua l’erosione del lavoro senza miglioramento delle condizioni dei lavoratori: bisogna lottare

  • Postato il 2 luglio 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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La scorsa settimana, l’amministratore delegato di Amazon, Andy Jessy, ha informato i dipendenti che i loro posti sarebbero stati a rischio negli anni a venire, sostituiti dall’intelligenza artificiale.

Fare di più con meno, ovvero abbattendo i costi del lavoro.

Pare che il numero dei robot in azienda stia per eguagliare quello degli esseri umani: più di un milione di lavoratori-macchina. Che ne sarà dei dipendenti in carne e ossa? Lavoreranno meno e meglio a parità di salario? Godranno di un sostegno al reddito universale in una società liberata dal lavoro?

Temo che non sarà così, se non cambieremo i rapporti di forza e sapremo imporre ad Amazon e a ogni padrone la responsabilità verso il destino dei lavoratori e non solo del proprio profitto.

La storia contemporanea dell’organizzazione e del tempo di lavoro è legata a doppio filo alle innovazioni tecnologiche. Allora la rivoluzione fu il passaggio dal mondo artigiano alla manifattura, poi alla fabbrica taylor-fordista, poi alla flessibilità. Oggi la rivoluzione sono gli “algoritmi”, le IA. Il punto è sempre: questi rapidi mutamenti portano con sé emancipazione? Dovrebbero, d’altra parte è nell’indole umana cercare strumenti per ridurre i propri sforzi.

Ma se la parabola dell’erosione del lavoro continua a crescere, perché non porta con sé liberazione collettiva? Perché più spesso le innovazioni tecnologiche provocano ondate di disoccupazione o addirittura aumento del lavoro per produrre di più?

Perché dentro l’evoluzione delle intelligenze artificiali bisogna tornare a parlare di riduzione dell’orario e aumento dei salari, con la mobilitazione dei lavoratori e delle lavoratrici. Bisogna lottare per un reddito universale che consenta a ciascuno di vivere dignitosamente, anche in assenza di lavoro. Bisogna analizzare profondamente il ruolo delle Intelligenze Artificiali generative, che aprono ulteriori questioni rispetto alla sostituzione del lavoro manuale e logistico: il destino dell’autorialità, il rischio di un saccheggio dell’ingegno umano senza alcun consenso né contropartita chi ha creato le opere e i dati utilizzati.

Perché, in tutto questo, bisogna mettere in discussione che il profitto di pochissimi sia qualcosa di accettabile in questo mondo.

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Il Fatto Quotidiano

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