‘Codice di condotta’ nei locali, Confcommercio contro il decreto Piantedosi: “Scarica la sicurezza sugli esercenti”

  • Postato il 26 gennaio 2025
  • Copertina
  • Di Genova24
  • 1 Visualizzazioni
Generica

Genova. Anche le associazioni del commercio genovese si dicono preoccupate per nuovo “codice di condotta” previsto dalle linee guida per la prevenzione degli atti illegali contenute nel decreto del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

Il codice di condotta descrive quello che viene definito “l’avventore modello”, ovvero quello che “non porta armi o droga nel locale, neanche spray al peperoncino, si impegna ad evitare comportamenti molesti e a non abbandonare bottiglie di vetro in giro”. Il codice di condotta sarà affisso in bar, discoteche, alberghi, stabilimenti balneari e sale giochi e intrattenimento, prevedendo per titolari e gestori una serie di oneri, tra cui “valorizzare misure di prevenzione che “scoraggiano il compimento di azioni illegali”, mettendo a disposizione delle forze di polizia “strumenti volti ad agevolare l’attività di identificazione e di rintraccio dei responsabili”.

Nello specifico, il Viminale prevede che gli esercenti installino a carico loro sistemi di videosorveglianza assicurando la possibilità di riprendere le vie di accesso e le uscite di sicurezza del locale,” e che garantiscano un’adeguata illuminazione delle aree in cui l’attività economica viene esercitata. Dovranno poi assicurare l’identificazione dei minori, apponendo loro un timbro come avviene in molte discoteche, e segnalare “ogni circostanza che possa determinare turbative o riflessi negativi per l’ordine e la sicurezza pubblica”, individuando un “referente della sicurezza per il locale” che fungerà da punto di contatto privilegiato con le forze di polizia.

Le novità previste dal decreto hanno già suscitato la dura opposizione di Fipe a livello nazionale, critiche condivide anche da Confcommercio Genova e Liguria: “Le nuove linee guida, concepite senza consultare le associazioni di categoria, introducono responsabilità che non competono agli imprenditori del settore – sottolinea Alessandro Cavo, presidente FIPE Confcommercio-Liguria – I gestori di bar, ristoranti e discoteche già si impegnano quotidianamente per prevenire e segnalare situazioni di pericolo alle forze dell’ordine. Le imposizioni del decreto sono inaccettabili: scaricare sulle spalle degli operatori responsabilità che spettano allo Stato significa ignorare la reale funzione di questi esercizi, che è quella di accogliere, non di fare ordine pubblico”.

 Il Viminale ha però precisato che l’adesione alle nuove linee guida sarà volontaria, con l’obiettivo di  avviare “un sistema di cooperazione operosa” con le associazioni di categoria che stipuleranno accordi a livello provinciale con i prefetti, cui possono aderire i singoli esercenti. Le reazioni sono però già arrivate: “Raccogliamo da molti dei nostri associati, nelle ultime ore, sconforto e rabbia – sottolinea Cavo – dopo aver affrontato anni difficili a causa del Covid, nessuno si sarebbe aspettato di dover nuovamente esercitare funzioni di pubblica sicurezza. Non possiamo più tollerare normative che aggravano ulteriormente il carico di lavoro degli imprenditori senza una logica di semplificazione e sostegno. Rimane alta l’attenzione sulle possibili implicazioni per gli operatori locali”.

Autore
Genova24

Potrebbero anche piacerti