“Chiamami Paolo”, un successo la serata organizzata da UniCal
- Postato il 5 novembre 2025
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Il Quotidiano del Sud
“Chiamami Paolo”, un successo la serata organizzata da UniCal

Intensa serata organizzata da “UniCal”, tour della legalità con lo spettacolo su Borsellino “Chiamami Paolo”
COSENZA – Il valore della memoria e l’impegno civile per contrastare la cultura mafiosa al centro della serata organizzata all’Università della Calabria, presso il Teatro Auditorium.
In scena, nella prestigiosa struttura universitaria, l’opera “Chiamami Paolo”, intenso monologo scritto da Attilio Palermo e musicato da Luigi Morrone, con interventi coreografici e di prossemica curati da Mario Palermo. Un monologo che rappresenta un tributo davvero significativo al ricordo del giudice Paolo Borsellino, un simbolo di coraggio e integrità nella lotta contro i poteri criminali di matrice mafiosa.
Il magistrato siciliano è interpretato dall’attore cosentino Luca Ziccarelli, che conduce un monologo intervallato da intermezzi musicali, brani originali cantati dal protagonista e dalla figura onirica che lo affianca, una personificazione della Giustizia, interpretata da Ilaria Lico. Musiche sulle quali danza la tersicorea cosentina Alessia Mandoliti.
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MESSAGGIO PER I GIOVANI
Il racconto, rivolto principalmente ai giovani, è intriso di speranza, di un invito al protagonismo civile e alla corresponsabilità. Il Borsellino di Palermo e Morrone parla della sua esperienza, della sua dedizione alla giustizia e della necessità di contrastare la mala politica e la criminalità organizzata.
La rappresentazione andata in scena è un viaggio emozionante che riesce a cogliere e veicolare, con rara efficacia comunicativa, il cammino di un uomo che ha sacrificato la propria vita per il Paese e il suo riscatto dalla cultura mafiosa della sudditanza.
La scenografia, con i suoi elementi di illuminotecnica e le atmosfere coinvolgenti, pur non discostandosi da un concetto di essenzialità scenica, trasporta il pubblico nel contesto degli anni ’90, rendendo palpabile il clima di tensione, velato di pausa, ma anche di speranza che caratterizzava quel periodo. Le canzoni, scritte e adattate al testo e all’atmosfera che le parole riescono a costruire, non solo intrattengono, ma trasmettono anche messaggi profondi, facendo riflettere gli spettatori sull’importanza dell’agire legale secondo giustizia. Gli interpreti hanno offerto performance di altissimo livello, dando vita a personaggi autentici e commoventi.
NO ALL’INDIFFERENZA
Il messaggio centrale dell’opera è chiaro: il coraggio e l’impegno civico sono fondamentali per costruire una società migliore. L’indifferenza è l’avversario da contrastare. Gli spettatori, quindi, si trovano a confrontarsi con temi di grande rilevanza, come la lotta alla mafia, il rispetto delle regole e la necessità di opporsi ad ogni forma di illegalità. Questo invito all’azione risuona forte e determinato, incoraggiando ognuno di noi a essere un cittadino attivo.
“Chiamami Paolo” non è solo uno spettacolo, ma soprattutto una creazione pedagogica, che invita a riflettere sulla necessità di abitare criticamente il nostro quotidiano, in tutte le sue sfere territoriali e sociali. Il futuro è aperto. Non è ancora scritto, neanche in Calabria.
La sconfitta delle organizzazioni mafiose può essere ottenuta attraverso l’azione attiva dei cittadini. Tuttavia, è fondamentale una formazione critica delle coscienze e un ruolo trasformativo della cultura. In questa prospettiva, l’Università della Calabria ha contribuito in modo significativo alla preservazione della democrazia nella nostra regione. Tale considerazione risulta particolarmente rilevante nel contesto di argomenti così delicati come l’educazione alla partecipazione e alle scelte responsabili.
PATTO EDUCATIVO
La serata universitaria si è conclusa con un dibattito sulla funzione strategica del sapere nei processi di cambiamento sociale, che ha riscosso un notevole successo. Inoltre, si è ribadito il valore strategico di un’alleanza istituzionale che possa dare vita a un patto educativo efficace per la promozione del civismo democratico.
Sul palco, tre figure importanti, non soltanto per gli incarichi rivestiti, ma soprattutto per la (grande) credibilità delle loro storie umane e dei loro vissuti professionali. Dal neorettore dell’ateneo, Gianluigi Greco, al procuratore capo di Cosenza, Vincenzo Capomolla. È intervenuto anche Beniamino Fazio, capo centro operativo della Direzione Investigativa Antimafia per il Distretto di Catanzaro.
MEMORIA E CITTADINANZA
Il filo conduttore di tali interventi si rifà all’alfabeto di Borsellino. La memoria è intesa come categoria attiva in grado di costruire percorsi educativi per nuove responsabilità di cittadinanza. Il senso del dovere diventa così una pedagogia di vita. Un abito da indossare in modo permanente nelle istituzioni, mentre la lotta alle mafie si trasforma in un obiettivo culturale e pedagogico di una rete istituzionale tra università, magistratura e forze dell’ordine, impegnate a promuovere emancipazione e riscatto. Tonino Bello, vescovo degli ultimi, insegna che l’umanità intera è chiamata a osare l’aurora.
L’Università della Calabria ha confermato, ancora una volta, il proprio ruolo di avanguardia nel panorama educativo. Il fatto che la guida dell’ateneo sia affidata a un giovane e illustre guru mondiale dell’informatica, sensibile alle tematiche dell’impegno sociale, che con la sua attiva e appassionata presenza ha scelto di caratterizzare una significativa iniziativa antimafia, evidenzia il ruolo dell’ateneo di Arcavacata nel costruire l’alba del riscatto calabrese.
Il Quotidiano del Sud.
“Chiamami Paolo”, un successo la serata organizzata da UniCal