“C’è troppa puzza di pollo”: nel Canavese cittadini ‘in campo’ per monitorare i miasmi degli allevamenti intensivi

  • Postato il 7 ottobre 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Gli abitanti del Canavese si mobilitano contro i cattivi odori. Detto in parole semplici si potrebbe parlare di “puzza di pollo”. Il monitoraggio avviato dalla Città Metropolitana di Torino, insieme ad Arpa Piemonte, Asl To4 e ai Comuni di San Giusto, San Giorgio e Montalenghe, durerà tre mesi e servirà a individuare origine e cause degli odori che si diffondono in tutta la zona, soprattutto al mattino e alla sera. Il progetto si trova illustrato nel verbale del Tavolo sugli odori che si è tenuto lo scorso 23 settembre e che prevede un approccio scientifico e partecipativo: accanto alle analisi tecniche e ai dati meteo, saranno coinvolti direttamente i cittadini che diventeranno delle “sentinelle degli odori”. Le verifiche si concentreranno su quattro grandi allevamenti situati nel raggio di pochi chilometri dal paese: la Società Mattioda di Montalenghe (239.316 polli da carne), l’Avicola Del Sol di San Giorgio (139.019 capi), la Società Le Querce di Montalenghe (79.800) e l’allevamento di tacchini di Domenico Bracco a Cuceglio (60.000 animali).

“Non è solo un atto tecnico, ma un modo per restituire dignità a una comunità che da anni convive con un disagio quotidiano“, le parole del sindaco di San Giusto, Marco Baudino. Le prime ispezioni di Arpa e Asl non hanno rilevato violazioni alle norme ambientali. Al termine dei tre mesi di monitoraggio, Arpa presenterà una relazione con la mappatura delle aree più esposte e la correlazione tra odori e attività produttive. L’obiettivo, spiegano i tecnici, non è solo individuare eventuali responsabilità, ma trovare soluzioni strutturali — come la migliore gestione delle lettiere o l’introduzione di sistemi di ventilazione filtrata — per ridurre in modo stabile l’impatto delle emissioni.

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