Caso Liseno, il sindaco di Lavello: «Inchiesta politica? Falso, ho fatto solo il mio dovere»
- Postato il 5 luglio 2025
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Il Quotidiano del Sud
Caso Liseno, il sindaco di Lavello: «Inchiesta politica? Falso, ho fatto solo il mio dovere»
Il sindaco di Lavello, Pasquale Carnevale, rompe il silenzio sulle accuse di riciclaggio ad Antonio Liseno e rispedisce al mittente le accuse di “inchiesta politica”
POTENZA – Ha consegnato agli inquirenti dell’Antimafia di Potenza la confessione di uno dei responsabili dei giri di denaro sporco attorno al San Barbato Resort. Ma non ci sta a far passare come un’«inchiesta politica» le accuse per cui il patron Antonio Liseno è in carcere da martedì con altre 8 persone. E rilancia.
Ha rotto il silenzio col Quotidiano l’attuale sindaco di Lavello, Pasquale Carnevale, teste “chiave” dell’inchiesta dei pm di Potenza sul riciclaggio nel cantiere della piccola Las Vegas lucana del bottino delle rapine messe a segno in mezza Italia dai cerignolani del gruppo Saracino-Cartagena.
Carnevale, che di mestiere è un ufficiale dei carabinieri, a maggio dell’anno scorso si è presentato agli inquirenti raccontando di essere stato contattato da un noto pregiudicato di Lavello, Angelo Finiguerra, entrato in rotta con Liseno e determinato a fargliela pagare per una serie di questioni irrisolte.
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A sua insaputa, quindi, gli investigatori dell’Antimafia gli hanno piazzato una serie di microfoni nell’auto e hanno registrato il successivo incontro con Finiguerra. Traendone la conferma sui giri di denaro sporco, e le tecniche che sarebbero state utilizzate da Liseno per riciclarlo. Ma anche su una possibile compravendita di voti che avrebbe propiziato l’esito delle elezioni comunali nel 2018 e soprattutto nel 2023, quando un fedelissimo di Liseno, l’avvocato Antonio Carretta, che è anche il suo attuale difensore, ha battuto lo stesso Carnevale.
Circostanze irrilevanti, secondo l’attuale primo cittadino di Lavello, per insinuare un’ispirazione politica dell’inchiesta.
CASO LISENO, IL SINDACO DI LAVELLO RIGETTA L’IDEA DI UNA INCHIESTA POLITICA
«No, non è un’inchiesta politica. Perché io non sono andato da nessuno. C’è una persona che è venuta da me e mi ha detto delle cose penalmente rilevanti. A quel punto io ho fatto il mio dovere e ho informato l’autorità giudiziaria».
Questa la dichiarazione dell’attuale primo cittadino al Quotidiano.
Carnevale ha anche evidenziato che nella loro conversazione Finiguerra si sarebbe dilungato su tutta una serie di questioni, e la vicenda elettorale sarebbe stata liquidata con poche battute.
Al di là degli aspetti penalmente rilevanti, però, il sindaco non nasconde un suo giudizio, molto severo, sul dato politico che emergerebbe dall’inchiesta.
«C’è il modus operandi di chi tende a mantenere il controllo istituzionale all’interno del paese. E parliamo di notizie note secondo la vox populi. Ho denunciato io personalmente quando in un comizio, nel 2023, Liseno promise posti di lavoro in cambio di voti».
CARNEVALE E LE ATTIVITÀ DI LISENO DURANTE LA CAMPAGNA ELETTORALE
Carnevale si dice pronto a dimostrare, poi, anche l’attivismo dell’imprenditore nell’ultima campagna elettorale, che lo ha visto trionfare contro il candidato di centrosinistra Antonio Annale.
Intanto, ieri, sarebbero stati notificati dal gip Ida Iura i rigetti delle varie istanze di revoca, o attenuazione delle misure cautelari presentate all’esito degli interrogatori di garanzia degli arrestati.
Per Liseno e gli altri, insomma, se ne riparlerà al Tribunale del riesame. E fino ad allora dovranno restare detenuti.
Le indagini di Polizia e Guardia di finanza sul conto dell’imprenditore lavellese risultano partite con una perquisizione eseguita nel 2017 a carico Finiguerra, nel corso della quale è stata ritrovata, in un cestino, documentazione contabile relativa a lavori effettuati per la realizzazione del resort, all’epoca in corso di costruzione, e che attestava, secondo la Procura di Potenza, «un rapporto consolidato che andava anche ben oltre la mera natura commerciale con Liseno, proprietario della struttura alberghiera e le cui attività economiche si presentavano funzionalmente connesse e riconducibili a un gruppo di cerignolani specializzati in rapine a furgoni portavalori eseguite in tutto il territorio nazionale».
Il Quotidiano del Sud.
Caso Liseno, il sindaco di Lavello: «Inchiesta politica? Falso, ho fatto solo il mio dovere»