Carcere, ispezione a Marassi dei deputati Pd: “Non deve essere spostato ma migliorato”. Dubbi sulla cucina: “Poco cibo”
- Postato il 28 marzo 2025
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- Di Genova24
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Genova. “Purtroppo come tutti gli istituti penitenziari italiani, anche a Marassi c’è un problema di sovraffollamento dei detenuti. In un carcere dove ci sono posti regolamentari per circa 550 detenuti, in questo momento ce ne sono quasi 700. Quindi è un carcere sovraffollato“. Inizia così il report fatto ai giornalisti fuori dal carcere di Marassi dai deputati del Partito Democratico Debora Serracchiani, Valentina Ghio e Alberto Pandolfo che questa mattina hanno effettuato una ispezione all’interno del carcere genovese per capire le condizioni di detenuti e dei lavoratori della polizia penitenziaria.
Una visita che ha fatto emergere le criticità di un carcere alle prese con le croniche mancanze di spazio, ma che nel panorama nazionale emerge per qualità dei servizi sanitari e delle attività sociali. Un dato che è risultato, secondo i deputati dem, della vicinanza con la città e le sue infrastrutture, cosa che lo rende peculiare: “Non va spostato, come vuole qualcuno, ma va migliorato, i margini ci sono tutti. Il sovraffollamento è dovuto soprattutto per l’inasprimento delle pene voluto dai governi di destra, che hanno depotenziato le pene alternative”
“Con i problemi di tutti i carceri sovraffollati a che si aggiunge ad una carenza di organico degli agenti di polizia penitenziaria – ha osservato Debora Serracchiani – ne mancano quasi il 40% il che significa ovviamente lavorare in condizioni non ottimali du cui risentono gli agenti di polizia penitenziaria e anche ovviamente i detenuti. C’è un problema di spazi trattamentali, ci saranno dei lavori per cui verranno recuperati degli spazi e noi ci auguriamo che vengano poi utilizzati per questo motivo. C’è un servizio di sanità penitenziaria che rispetto ad altri istituti penitenziari dà maggiori garanzie e ha posti destinati proprio ad attività di tipo sanitario e alla gestione dei detenuti psichiatrici e con dipendenza”.

“Però è chiaro che anche qui c’è carenza di assistenza perché comunque sono pochi i medici rispetto al numero dei detenuti che ne hanno bisogno – ha aggiunto la deputata dem – e ovviamente c’è un tema di difficoltà di garantire una cura perché noi riteniamo che detenuti che hanno problemi di dipendenza e disagio psichiatrico non debbano entrare in carcere ma debbano andare in istituti protetti debbano andare in comunità nelle quali possano essere garantita l’assistenza e la cura pur scontando ovviamente la pena. Abbiamo chiesto informazioni sul suicidio che c’è stato recentemente qualche giorno fa, ci è stato detto che si trattava di persona che aveva fatto una richiesta di poter accedere ad un’attività esterna di cura che non si era ritenuto di poter garantire”.
“E’ una struttura del 1800, quindi è chiaro che abbia problemi strutturali – ha sottolineato poi Serracchiani – ci ha lasciato perplessi la cucina perché vogliamo approfondire la questione della quantità di cibo, decisa a livello ministeriale e che appare francamente inadeguata. Approfondiremo con una interrogazione insieme ad alcune questioni che abbiamo visto qua e in altre situazione”.
“Emerge anche il sottodimensionamento del personale di carattere educativo – ha poi aggiunto Valentina Ghio – perché c’è una crescita, anche dovuta alle ultime normative nazionali del numero di detenuti, ma rimane invariato il rapporto sul numero dei detenuti originali. Oggi ci sono 11 unità di personale educativo quando si parla di una popolazione di 700 detenuti all’interno di questa struttura. Sono numeri che non danno il senso del tema della rieducazione, del valore rieducativo della pena analogamente a quanto accade sulla figura delle assistenti sociali che gestiscono in un’unità di tempo neanche pieno centinaia di persone contestualmente. Anche su questo tema interrogheremo il ministero”.
E poi il tema, entrato nella agenda della campagna elettorale genovese dello spostamento in un’altra area della città del carcere di Marassi, contro la quale si sono espresse in queste settimane le opposizioni e recentemente anche il garante dei detenuti. “La stessa direttrice che ha una provenienza da altre regioni e che ha visto strutture più recenti, ci testimoniava come qui le caratteristiche urbane di questo carcere garantiscono maggiori servizi ai detenuti – ha sottolineato Ghio – Quindi credo che la centralità, soprattutto per le visite, sia fondamentale poter restare in uno spazio che è centrale nella città e quindi garantire che ci possa essere la raggiungibilità per chi deve venire dall’esterno a portare il proprio contributo a questa comunità. Abbiamo degli esempi in Liguria come il carcere di Sanremo oggi totalmente fuori dal contesto cittadino dove si sono evidenziate delle problematiche di vario livello – osserva Ghio – Certamente non è questa la soluzione per migliorare la funzione del carcere e dell’istituto stesso”
“Non ignoriamo neanche il tema di difficoltà nel restare tra lo stadio e un centro commerciale – ha poi sottolineato Alberto Pandolfo – un tema che riguarda i cittadini di Marassi ma anche gli operatori delle forze di polizia. Vogliamo dare un segnale di vicinanza anche al lavoro intenso di tutto il corpo della polizia peniteniziaria rispetto all’aggravio di lavoro. Ma i progetti faraonici non servono, serve migliorare l’esistente, ascoltando chi ci lavora e il territorio che lo ospita”.