Cammino di Santa Giulia: itinerario e luoghi imperdibili

  • Postato il 25 giugno 2025
  • Cammini
  • Di SiViaggia.it
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Il Cammino di Santa Giulia è un itinerario a cavallo tra spiritualità, storia e natura, che attraversa tre regioni italiane – Toscana, Emilia-Romagna e Lombardia – toccando chiese, pievi e luoghi sacri legati alla devozione verso Santa Giulia. In alcune tappe, si custodiscono persino le reliquie della Santa, rendendo il percorso ancora più suggestivo.

Ma questo cammino non è riservato soltanto ai pellegrini: è una proposta affascinante anche per chi desidera rallentare, camminare in silenzio tra paesaggi autentici e ritrovare un contatto più profondo con la bellezza del territorio italiano.

La storia del Cammino di Santa Giulia

La nascita del Cammino di Santa Giulia affonda le radici nel lontano 762 d.C., quando i sovrani longobardi Desiderio e Ansa decisero di traslare le spoglie della Santa da Livorno a Brescia. Un gesto simbolico, che trasformò quell’antico tragitto in un percorso devozionale e culturale, ancora oggi capace di legare territori lontani tra loro. Il cammino ricalca proprio questa storica migrazione delle reliquie, seguendo le orme di un pellegrinaggio medievale che attraversa città, valli e monti.

Oltre alla dimensione storica, il percorso è scandito da numerose chiese e pievi dedicate alla Santa, molte delle quali rappresentano autentici gioielli architettonici. A Livorno, dove la venerazione per Giulia è ancora sentita, l’Associazione Il Cammino di S. Giulia – riconosciuta dall’Arciconfraternita del SS. Sacramento e di S. Giulia – mantiene viva la memoria della patrona anche attraverso un piccolo museo. Questo cammino è quindi anche un viaggio nel tempo, che intreccia spiritualità, arte e cultura, offrendo una visione profonda del Medioevo italiano.

Le tappe del cammino

Il Cammino di Santa Giulia si sviluppa lungo circa 470 km, distribuiti su 25 tappe che attraversano tre regioni italiane: Toscana, Emilia-Romagna e Lombardia. È un itinerario che unisce paesaggi naturali e testimonianze storiche, alternando tratti montani e collinari a percorsi più pianeggianti. Di seguito, l’elenco delle tappe principali con indicazioni tecniche e qualche nota utile per chi si mette in cammino:

  • Tappa 1 – da Livorno a Parrana San Martino (23 km, 711 D+, 6h): il cammino prende avvio dalla costa toscana, attraversando dolci colline panoramiche che offrono vedute suggestive sul mare e sull’entroterra.
  • Tappa 2 – da Parrana San Martino a Siberia (23 km, 517 D+, 6h): si attraversa la campagna pisana tra borghi e sentieri collinari, in un paesaggio rurale tranquillo e ben conservato.
  • Tappa 3 – da Siberia Crespina a Caprona (24 km, 119 D+, 5h): tappa prevalentemente campestre, tocca la Pieve di Santa Giulia a Caprona, uno dei luoghi simbolo del cammino.
  • Tappa 4 – da Caprona e Calci a Vicopisano (16 km, 663 D+, 5h): un tratto impegnativo che sale sui Monti Pisani, con splendidi scorci sulla Rocca della Verruca e sulle valli sottostanti.
  • Tappa 5 – variante da Caprona a Vicopisano (11 km, 140 D+, 3h): percorso più semplice e pianeggiante, ideale per chi cerca una deviazione meno faticosa ma comunque panoramica.
  • Tappa 6 – da Vicopisano a Buti (9 km, 357 D+, 3h): breve ma intensa, la tappa sale dalla piana fino al borgo di Buti, attraversando boschi e pendii che richiedono un po’ di allenamento.
  • Tappa 7 – da Buti a Lucca (24,5 km, 823 D+, 7h): una lunga attraversata dei Monti Pisani, con ampie vedute panoramiche e arrivo nella storica città di Lucca, ricca di arte e architettura.
  • Tappa 8 – da Lucca all’Altopiano delle Pizzorne (21 km, 1065 D+, 6h): una delle tappe più impegnative, in salita costante verso l’altopiano, con ambienti montani e boschi fitti.
  • Tappa 9 – dall’Altopiano delle Pizzorne a Bagni Caldi di Lucca (15 km, 480 D+, 5h): discesa panoramica lungo la valle del fiume Lima, con arrivo nella località termale di Bagni Caldi.
  • Tappa 10 – variante dall’Altopiano delle Pizzorne a Corsagna (11 km, 358 D+, 4h): alternativa di collegamento collinare verso Corsagna, adatta a chi preferisce un percorso più tranquillo.
  • Tappa 11 – variante da Fornoli a Pieve Monti di Villa (4 km, 474 D+, 2h): breve ma ripida, collega il fondo valle al cammino principale, utile per chi arriva da percorsi alternativi o da Fornoli.
  • Tappa 12 – da Bagni Caldi a Rifugio La Caserma Casentini (16 km, 1591 D+, 7h): tappa lunga e selvaggia, immersa nella natura montana, con forti dislivelli e panorami spettacolari sull’Appennino.
  • Tappa 13 – variante da Ponte a Gaio al Rifugio Santi (15 km, 1414 D+, 6h): itinerario carrozzabile adatto anche a cavalli e mountain bike, ideale per chi cerca un’alternativa più ampia al sentiero di crinale.
  • Tappa 14 – dal Rifugio La Caserma Casentini a San Pellegrino in Alpe (20 km, 1375 D+, 7h): un classico percorso di crinale appenninico, molto scenografico, tra alture boscose e valli profonde.
  • Tappa 15 – variante dal Rifugio Santi a San Pellegrino in Alpe (14 km, 870 D+, 5h): percorso di mezza costa, adatto a escursionisti e cavalieri, offre un tragitto più protetto rispetto al crinale.
  • Tappa 16 – da San Pellegrino in Alpe a Barga (22,5 km, 620 D+, 6h): discesa progressiva dal crinale verso la valle del Serchio, tra ampi panorami, castagneti e borghi storici della Garfagnana.
  • Tappa 17 – variante da San Pellegrino in Alpe a Castelnuovo di Garfagnana (19 km, 828 D+, 6h): itinerario collinare in discesa attraverso boschi e paesi della media valle del Serchio, verso il cuore della Garfagnana.
  • Tappa 18 – da Barga a Castelnuovo di Garfagnana (15 km, 606 D+, 5h): percorso tra vallate verdeggianti e piccoli centri fortificati, con vista sulle Apuane e atmosfere rurali autentiche.
  • Tappa 19 – da Castelnuovo di Garfagnana a S. Viviano (15,5 km, 1131 D+, 6h): tappa montana impegnativa che risale verso l’eremo di S. Viviano, luogo di silenzio e spiritualità immerso nei boschi.
  • Tappa 20 – da S. Viviano a San Viano (21,5 km, 1126 D+, 7h): lungo crinale che segna il passaggio in Lunigiana, tra pascoli, faggete e panorami aperti sulla valle del Lucido.
  • Tappa 21 – da San Viano a Ugliancaldo (10 km, 616 D+, 4h): breve tratto in quota tra boschi e pascoli, ideale per godere del silenzio dell’Appennino e di una natura poco antropizzata.
  • Tappa 22 – da Ugliancaldo a Equi Terme (10,5 km, 487 D+, 4h): discesa panoramica verso la valle del Lucido, con arrivo alle celebri grotte e terme di Equi, perfette per un momento rigenerante.
  • Tappa 23 – da Equi Terme a Pieve di San Lorenzo (12 km, 472 D+, 4h): percorso tra borghi medievali e castelli della Lunigiana, in un fondovalle verde e ricco di testimonianze storiche.
  • Tappa 24 – da Pieve di San Lorenzo a Berceto (18,5 km, 1366 D+, 7h): tappa impegnativa che risale verso il crinale appenninico, segnando l’ingresso in Emilia tra faggete e sentieri antichi.
  • Tappa 25 – da Berceto a Cassio (16 km, 629 D+, 5h): ultimo tratto montano del cammino, tra le dolci colline parmensi e boschi secolari, verso i confini della pianura padana.

I luoghi da non perdere

Il Cammino di Santa Giulia è molto più di un itinerario escursionistico: è un viaggio nel cuore dell’Italia più autentica, punteggiato da città d’arte, borghi silenziosi e aree naturali di straordinaria bellezza. Tra i luoghi imperdibili spicca Lucca, con le sue mura rinascimentali perfettamente conservate, il Duomo di San Martino e le viuzze medievali che offrono un tuffo nella storia. Un altro gioiello è Castelnuovo di Garfagnana, centro vitale dell’omonima valle, circondato da fortificazioni e custode di tradizioni secolari.

In Toscana, il cammino attraversa anche località più piccole ma dense di fascino, come Buti, con il suo teatro ottocentesco incastonato tra le colline, e Vicopisano, dominato dalla Rocca del Brunelleschi. Salendo verso l’Appennino, si scoprono luoghi carichi di spiritualità come San Pellegrino in Alpe, antico ospizio di pellegrini posto sul crinale tra Toscana ed Emilia, e l’Eremo di San Viviano, immerso nei boschi della Garfagnana.

Sulla via emiliana, meritano una sosta Berceto, borgo di pietra con la sua Cattedrale romanica, e Rubiera, con il ponte medievale e la Pieve di San Faustino. Il cammino si chiude in bellezza a Brescia, dove il Museo di Santa Giulia – allestito nell’antico monastero omonimo – custodisce secoli di arte, archeologia e devozione, offrendo un epilogo degno di un viaggio tanto ricco e articolato.

Indicazioni e consigli per il viaggio

Il Cammino di Santa Giulia, con i suoi 470 km e 25 tappe, attraversa zone molto eterogenee: dalle colline toscane alle montagne dell’Appennino, fino alla pianura padana. Per questo è fondamentale partire ben preparati. Il periodo migliore per mettersi in cammino è la primavera (aprile-giugno) o l’inizio dell’autunno (settembre-ottobre): in estate molte tappe collinari e di pianura possono diventare troppo calde, mentre in inverno i tratti montani sono spesso innevati o fangosi.

Il percorso è lineare e si sviluppa da Livorno a Brescia; non sempre è segnalato in modo uniforme. In alcune aree si trovano i classici segni bianco-rossi del CAI, in altre i cartelli specifici con il logo rosso-blu del cammino, ma ci sono tratti in cui l’orientamento può risultare incerto: si consiglia di scaricare le tracce GPS ufficiali e portare con sé anche una mappa cartacea di emergenza.

Lungo il tragitto si trovano punti acqua in quasi ogni paese – fontanelle pubbliche o piccoli alimentari – ma in alcune tappe di montagna è essenziale partire con una buona scorta idrica. Anche l’alloggio può variare: si va da ospitalità parrocchiali ed ecclesiastiche, soprattutto nei borghi più piccoli, a B&B, agriturismi e ostelli nelle città più grandi. È consigliato prenotare con anticipo, specie nei periodi di alta affluenza.

Infine, è bene avere con sé un equipaggiamento modulabile: scarpe da trekking con buona aderenza, abbigliamento a strati, giacca impermeabile, coprizaino e un piccolo kit di primo soccorso. Nelle zone di pianura in estate, non dimenticare un repellente per zanzare. Il cammino non è adatto a chi cerca percorsi brevi o poco impegnativi: richiede resistenza, spirito di adattamento e voglia di scoperta.

Cosa mangiare lungo il cammino

Camminare per chilometri ogni giorno apre l’appetito, e il Cammino di Santa Giulia sa come deliziare i viandanti con sapori autentici e piatti della tradizione. In Toscana, si parte con la cucina livornese e il profumo intenso del cacciucco, per poi passare ai prodotti delle colline pisane, come l’olio extravergine, il pane sciapo e i formaggi pecorini. Nella Garfagnana, il cammino attraversa terre di castagne, farina dolce e piatti rustici: da provare i necci, farciti con ricotta, e i salumi artigianali come il biroldo.

Sconfinando in Emilia, ci si imbatte in una cucina opulenta e festosa. A Modena, il protagonista è il tortellino, ma non mancano il celebre aceto balsamico tradizionale, lo gnocco fritto e i salumi DOP. Più avanti, nelle terre della bassa reggiana e mantovana, è un tripudio di piatti poveri ma saporiti: tortelli di zucca, capunsei e mostarde di frutta.

Arrivando in Lombardia, il cammino si conclude in bellezza con i sapori bresciani: i casoncelli alla bresciana, la polenta taragna e un calice di Franciacorta sono il modo migliore per celebrare l’arrivo. Mangiare lungo il Cammino di Santa Giulia non è solo nutrirsi, ma anche immergersi nei ritmi delle stagioni, nei prodotti del territorio e nella convivialità delle tradizioni locali.

Credenziale, permessi e assicurazione

Per affrontare il Cammino di Santa Giulia in modo ufficiale e godere di tutti i vantaggi riservati ai pellegrini, è consigliato richiedere la credenziale del cammino, un documento personale che accompagna il viandante lungo tutte le tappe. La si può ritirare a Livorno, presso la sede dell’Associazione Il Cammino di S. Giulia, punto di riferimento per l’organizzazione e la promozione dell’itinerario. Con la credenziale viene rilasciata anche la tessera associativa, che consente l’accesso agevolato alle strutture convenzionate, come ostelli, foresterie, case parrocchiali e B&B.

L’iscrizione all’associazione non è obbligatoria per camminare, ma offre una copertura assicurativa completa, valida per tutto l’anno solare e su tutto il tracciato. Si tratta di una tutela preziosa in caso di infortuni o imprevisti lungo il percorso, soprattutto nei tratti montani o più isolati.

Durante il cammino, la credenziale può essere timbrata nelle chiese, negli alloggi e nei punti di accoglienza: oltre a rappresentare un ricordo simbolico del viaggio, serve anche come testimonianza dell’esperienza vissuta e può essere richiesta per ottenere l’attestato finale all’arrivo a Brescia.

Autore
SiViaggia.it

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