Bonifica Crotone, Legambiente ribadisce la sua posizione

  • Postato il 22 settembre 2025
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Bonifica Crotone, Legambiente ribadisce la sua posizione

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I dirigenti di Legambiente Crotone ribadiscono la posizione controcorrente sulla bonifica: «I rifiuti solo la superficie del tema». Stigmatizzata la mancata chiamata in causa legalmente dell’Eni


CROTONE – Il dibattito sulla bonifica di Crotone continua ad animare il territorio, soprattutto ora che le operazioni sono finalmente iniziate. Recentemente il commissario delegato dal Governo per la bonifica del Sin, Emilio Errigo, ha salutato dopo la scadenza del mandato, ma alcuni problemi sono ancora rimasti aperti. In primis, finora ha trovato solo parziale soluzione quello del destino delle scorie che si stanno estraendo dal Sito di interesse nazionale di Crotone

Sul tema, Legambiente Crotone, così come la sezione regionale (guidata da Anna Parretta) hanno un’idea che non coincide certo con quella prevalente sul territorio, cioè, quella, cioè, che tutte le scorie del Sin debbano andare fuori regione, così come stabilito in una conferenza dei servizi del 2019.
Per Rosaria Vazzano, presidente dei Legambiente Crotone ed Antonio Labonia, componente del direttivo dell’associazione ambientalista, la discussione pubblica resta ferma sulla superficie del problema: al centro, ancora una volta, solo la questione dello spostamento dei rifiuti speciali fuori dalla città.

IL RISCHIO, SECONDO LEGAMBIENTE CROTONE, E’ CHE LA BONIFICA SIA SOLO UNA VITTORIA DI FACCIATA

I due dirigenti denunciano come questa impostazione rischi di trasformare la bonifica in una semplice vittoria di facciata.
«Si continua a fare molta demagogia sullo spostamento dei rifiuti – spiegano – lasciando in sospeso tutte le vere urgenze: dalla completa bonifica dell’ex sito Montedison, alla messa in sicurezza delle aree urbane contaminate, fino alla gestione delle risorse economiche da risarcimento che potrebbero essere utilmente reinvestite nel tessuto locale».

Legambiente punta il dito contro una narrazione pubblica che, secondo l’associazione, sposta l’attenzione dal cuore del problema: «Ci si concentra su una minima parte dei rifiuti che attraversano la Calabria per essere smaltiti all’estero, mentre gli stessi materiali inquinanti, in passato, sono già conferiti in discariche private a pochi passi dalla città senza alcun reale miglioramento per la collettività».

Esprimono, poi, preoccupazione, per «l’assenza di azioni legali forti nei confronti dei soggetti responsabili dei ritardi, come Eni, che avrebbero responsabilità precise sui tempi della bonifica, senza che la politica prenda una posizione netta».
Una peculiarità della posizione di Legambiente – spesso vissuta con ostilità da parte di larga parte dell’opinione pubblica, della politica locale e persino di alcuni attori economici – è la richiesta, reputata coraggiosa, di creare una discarica di scopo a controllo pubblico.

CREARE UNA DISCARICA DI SCOPO A CONTROLLO PUBBLICO

Secondo Vazzano e Labonia, questa scelta avrebbe potuto minimizzare i rischi ambientali, ridurre i costi e garantire un ritorno economico stabile a beneficio del territorio. La proposta però non solo è stata ignorata dalla politica e dal Commissario per la bonifica, ma ha generato anche critiche e diffidenza nei confronti dell’associazione.
Legambiente, però, rivendica la propria autonomia: «Abbiamo scelto, anche controcorrente, di non limitarci a una sterile opposizione, ma di proporre soluzioni concrete. È evidente che avanzare richieste di trasparenza, recupero economico e sicurezza ambientale ha innescato polemiche, ma per noi la priorità resta la tutela reale della città e delle sue future generazioni».

L’associazione sottolinea che, al di là della polemica sul destino dei rifiuti, la bonifica deve essere vista come una leva per il rilancio di Crotone e non come un’operazione marginale. «Ci preoccupa – proseguono i Vazzano e Labonia – vedere il porto bloccato, la città che non risente di alcun beneficio pratico, mentre le risorse pur transitate qui vengono semplicemente trasferite altrove. Questo territorio ha subito una ferita profonda e merita non solo risarcimento economico, ma una vera ripartenza sociale e produttiva».

Infine, Legambiente lancia un appello in vista delle imminenti elezioni regionali e comunali: «Se non si costruisce una convergenza tra associazioni, forze politiche e cittadini sul futuro della città, rischiamo di perdere tutte le opportunità legate alle bonifiche. Crotone ha bisogno di una visione nuova: puntare sull’ambiente o rilanciare l’impresa, ma serve chiarezza e un confronto vero, senza strumentalizzazioni né tabù. Solo così – concludono – questa stagione eccezionale potrà lasciare un segno duraturo e non svanire come una semplice occasione mancata».

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