Blas Manuel de Luna, Piccole grandi verità (Traduzione di Stefanie Golisch)
- Postato il 19 settembre 2025
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Blas Manuel de Luna è un poeta e insegnante americano di origine messicana. Nato nel 1969 a Tijuana, Messico, è cresciuto negli Stati Uniti dove i suoi genitori hanno lavorato come braccianti nell’agricoltura. Ha studiato lettere e lavora come insegnante alle scuole superiori. Il suo nucleo tematico è l’esperienza della migrazione. Nella sua poesia “Bent to earth”, del 2005, l’autore presta la sua voce a tutti coloro che voce non hanno. Attraverso gli occhi di un bambino, del bambino che lui stesso fu, de Luna evoca una scena violenta sul confine tra gli Stati Uniti e il Messico che sembra solo il preludio delle ultime misure prese dal governo Trump contro i migranti illegali.
“Bent to earth” è una poesia emblematica per la letteratura della migrazione statunitense. Si trova nei libri scolastici, viene utilizzata per le recite pubbliche e gira in rete. È certamente una poesia di denuncia politica, ma non solo. Attraverso il bambino che in quella mattina, forse l’ultima della sua infanzia, non “ha imparato grandi verità”, de Luna trascende il messaggio immediato, facendoci vivere dolorosamente quel preciso momento in cui un bambino – tutti i bambini – devono realizzare che dagli adulti non c’è proprio nulla da imparare e che, d’ora in poi, dovranno cavarsela da soli.
Come se, con questa poesia, l’autore avesse detto tutto quello che aveva da dire, sembra che Blas Manuel de Luna sia completamente scomparso dalla scena letteraria. Da più di dieci anni oramai non ci sono più tracce di lui.
S. G.
Bent to earth
They had hit Ruben
with the high beams, had blinded
him so that the van
he was driving, full of Mexicans
going to pick tomatoes,
would have to stop. Ruben spun
the van into an irrigation ditch,
spun the five-year-old me awake
to immigration officers,
their batons already out,
already looking for the soft spots on the body,
to my mother being handcuffed
and dragged to a van, to my father
trying to show them our green cards.
They let us go. But Alvaro
was going back.
So was his brother Fernando.
So was their sister Sonia. Their mother
did not escape,
and so was going back. Their father
was somewhere in the field,
and was free. There were no great truths
revealed to me then. No wisdom
given to me by anyone. I was a child
who had seen what a piece of polished wood
could do to a face, who had seen his father
about to lose the one he loved, who had lost
some friends who would never return,
who, later that morning, bent
to the earth and went to work.
*
Chinato sulla terra
Avevano accecato Ruben
con i fari, in modo che il furgone
che guidava, pieno di messicani che
andavano a raccogliere pomodori,
dovette fermarsi.
Ruben aveva lasciato
il furgone in un fossato,
consegnando quel bambino di cinque anni
che ero io, ai poliziotti di frontiera
con i loro bastoni in mano,
pronti a colpire mia madre che avevano legato
e trascinato nel camion della polizia
e mio padre che tentava di mostrare
loro le nostre green cards.
Alla fine ci avevano lasciato andare. Alvaro, però,
dovette tornare indietro.
E anche suo fratello Fernando.
E Sonia, sua sorella. La loro madre
non aveva opposto resistenza e quindi anche lei
dovette tornare indietro.
Il padre, invece
c’è l’aveva fatta ed era libero. Non ho appreso
grandi verità allora. Nessuna
saggezza mi è stata rivelata da nessuno.
Ero un bambino che aveva visto quello
che un bastone poteva fare a una faccia.
Avevo visto mio padre che aveva rischiato di perdere
quelli che amava e che aveva perso i suoi amici,
i quali non sarebbero ritornati e che, più tardi quella mattina,
chinato sulla terra, sarebbe andato a lavorare.
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