Restiamo umani, una frase ricorrente e giusta. Ma che significa veramente oggi?
- Postato il 18 settembre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Restiamo umani, una frase ricorrente e giusta. La uso anche io. Ma che significa in concreto? Il nazismo fu opera di umani. Il genocidio commesso dallo Stato d’Israele contro il popolo palestinese è commesso da uomini e donne, quindi da umani. Non da bestie, che non farebbero mai quello che stanno facendo gli israeliani. Le guerre in giro per il pianeta sono fatte da umani. La distruzione del pianeta non è opera della natura o degli animali, che sono le vittime, ma di esseri umani che sono i carnefici e che anzi sono meno sensibili degli animali. Omicidi sempre più orribili, soprattutto nei confronti delle persone fragili, sono commessi da umani.
La violenza istituzionale che è di tipo sempre più mafioso è fatta da umani. La scelta di far prevalere l’avere sull’essere e il denaro sulle persone è fatta da umani. Le disuguaglianze sociali ed economiche sono realizzate da umani. La politica politicante dell’epoca contemporanea è fatta da umani. L’egoismo, l’avarizia, l’invidia, la slealtà, la disonestà, la cattiveria sono condotte umane sempre più prevalenti.
Ed allora se diciamo restiamo umani a che ci vogliamo riferire per evitare che si tratti di una frase vuota? Penso che potrebbe significare di riscoprire l’autenticità dell’essere umano: anima, cuore e cervello. E quindi ritrovare il senso del dono della vita umana. Avere un’anima e quindi riscoprire una dimensione spirituale, in senso non necessariamente religioso, ma profondamente laico. Anima come essenza, profondità, immaterialità, disinteresse, anelito verso l’immortalità oltre la vita. Il cuore per scegliere i sentimenti giusti, a cominciare dalla prevalenza dell’amore sull’odio. Ed il nesso indissolubile tra amore e felicità.
Senza cuore l’essere umano non vive, sia come morte fisica se il cuore cessa di battere, ma anche come mera sopravvivenza se il cuore non batte più dalla parte giusta: la scelta di cuore è una scelta umana, che richiede anche impegno. Poi il cervello della ragione, sconfiggere il buio della ragione, che vuol dire la fine della razionalità, che è alla base di chi sceglie guerre, armi, distruzione, violenza, morte. La ragione si fonda anche sulla conoscenza e sulla memoria, sembra quasi che la storia non ci abbia insegnato nulla.
Gli umani hanno nella loro potenziale disponibilità storia, filosofia, letteratura, la cultura in generale, che appartengono solo ed esclusivamente al genere umano. Che fine ha fatto l’intelletto umano? Restare umani vorrebbe dire usare quella razionalità che gli animali non avrebbero. Su questo assunto però pongo dubbi di fondatezza. Scorgo più ragione in taluni animali che in numerosi esseri umani. Quindi la razionalità umana va recuperata nel senso più nobile possibile, la mente come pensiero, ragionamento, dialettica, progresso, scelta, visione.
Restare umani oggi vorrebbe dire scegliere, attraverso cuore e testa, e se si possiede ancora un’anima, da che parte stare della storia e quindi scegliere se ritornare umani o cadere nei mostri della barbarie: con gli oppressi o con gli oppressori, per la pace o per la guerra, onesti o disonesti, mafiosi o antimafiosi. Abbiamo tante scelte da prendere, attraversiamo bivi decisivi, la più importante è riscoprire il senso più profondo di umanità.
Solo un nuovo umanesimo potrà salvare il mondo, ritroviamola l’umanità innanzitutto dentro di noi e diamoci poi una dimensione collettiva, passando dall’io al noi. Rimaniamo umani, torniamo umani, capiamo se siamo ancora umani e se lo siamo sempre stati. È sempre una lotta tra bene e male, sempre se riusciamo però a capire cosa sia il bene e cosa sia il male perché la scelta comunque la facciamo noi umani. E dipende quindi da che umani vogliamo essere, se abbiamo ancora il dono della volontà.
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