Bene rigettare gli emendamenti al regolamento Oms! Sarebbero stati l’ennesimo capestro

  • Postato il 29 luglio 2025
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Sta suscitando molto clamore la recente decisione del ministro della Sanità Orazio Schillaci di rigettare gli emendamenti al Regolamenti sanitari Internazionali (RSI) dell’Oms, ovvero le modifiche riguardanti ventinove dei sessantasei articoli del Regolamento sanitario internazionale (RSI) approvato nel 2005. Tali emendamenti, negoziati in segretezza, furono approvati per “tacito consenso” e in modo frettoloso e poco trasparente il 1° giugno 2024 (ultimo giorno utile) durante la 77ª Assemblea Mondiale della Sanità svoltasi a Ginevra.

L’approvazione avvenne in palese violazione della normativa prevista dai RSI del 2005 all’art. 55, secondo cui il testo di ogni proposta di modifica deve essere comunicato a tutti gli Stati membri almeno quattro mesi prima dell’Assemblea in cui sarà in discussione.

Il 19 luglio 2025 scadeva il termine per rigettare le suddette modifiche ed in assenza di un passo formale, quale quello compiuto dal ministro Schillaci con lettera inviata al Direttore dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus entro il termine indicato, sarebbe valsa la regola del silenzio/assenso e quindi l’adesione automatica del nostro paese alle nuove regole riguardanti essenzialmente i comportamenti da attuarsi in caso di vere o presunte pandemie; nonostante il rigetto rimangono tuttavia in vigore i Regolamenti Sanitari vigenti, quindi non si crea alcun vuoto normativo.

La questione è molto complessa e di grande rilievo in quanto coinvolge il ruolo stesso dell’Oms ed era stata affrontato dalla Commissione Medico Scientifica indipendente di cui faccio parte, in un importante evento internazionale svoltosi a Roma il 19 aprile 2024 dal titolo “Prospettive dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: da organo consultivo a governo mondiale?” e di cui già avevo parlato. Ulteriori approfondimenti sono poi stati fatti con i Comunicati n° 12,13, con quello del 23 maggio 2025, fino al Comunicato n° 18 inviato, come gli altri, a tutti i componenti il governo e a tutti i parlamentari, con l’esplicito invito al rigetto degli emendamenti.

Anche questo documento, sottoscritto da 55 Associazioni e da 510 esperti riporta una analisi particolarmente dettagliata delle criticità contenute negli emendamenti ed in particolare sei punti appaiono particolarmente insidiosi.

Esiste ad esempio una pericolosa ambiguità nella definizione stessa di pandemia in quanto, in assenza di parametri oggettivi, qualsiasi situazione, anche semplicemente percepita come potenziale rischio, potrebbe attivare il Regolamento Sanitario Internazionale (RSI) dell’Oms, col rischio concreto di strumentalizzazione politica e commerciale a vantaggio di interessi privati. Vi sarebbe inoltre un trasferimento ulteriore di sovranità e potere decisionale nelle mani del Direttore Generale dell’Oms, con conseguenti difficoltà per gli Stati nell’esercitare un controllo sovrano sulle politiche sanitarie nazionali.

Si menzionano inoltre i prodotti genici fra le contromisure sanitarie senza alcuna definizione dei criteri di sicurezza e consenso informato e si autorizza la possibilità di accordi fra Stati in forma non pubblica, in assenza quindi di trasparenza e possibilità di controllo democratico.

Ciò che tuttavia ha destato la maggiore preoccupazione è quanto riportato nell’Allegato 1 del RSI che prevede l’obbligo per gli Stati di affrontare la diffusione di informazioni false o fuorvianti durante situazioni di emergenza sanitaria. Si tratterebbe quindi di un “impegno alla censura” in quanto l’Organizzazione Mondiale della Sanità si arrogherebbe la facoltà di definire cosa sia “misinformazione” (contenuto falso o fuorviante senza intenti dannosi) o “disinformazione ( diffuso con l’intento di ingannare).

La gravità di quanto sopra è palese, tanto più alla luce di quanto accaduto durante la pandemia di Covid-19, col clima di censura che, specie nel nostro paese, ha impedito qualunque serio confronto e dibattito, tutt’ora difficile a condursi. Assenza di trasparenza, censura e impossibilità di confronto non sono infatti solo la negazione di quella “scienza”, a gran voce da molti invocata, ma la negazione degli stessi principi democratici e costituzionali che garantiscono libertà di pensiero e di espressione.

Ancora una volta sembra che non abbiamo imparato nulla dal recente passato in quanto vedo levarsi sulla questione solo critiche superficiali e il ritornello dei “no vax” cui il governo avrebbe strizzato l’occhio!

Credo che se tanti esperti indipendenti e tante associazioni si siano adoperate per approfondire una materia così complessa ed indurre i decisori politici a questo passo, sfilandosi dall’ennesimo “capestro” che la ratifica degli emendamenti avrebbe rappresentato, sia invece l’occasione per instaurare finalmente quel trasparente e serio confronto che da anni e a gran voce chiediamo.

L’Oms, come altri organismi sovranazionali, presenta purtroppo una preoccupante deriva, rispondendo più al raggiungimento di interessi privati e finanziari che alla difesa della salute pubblica: con l’approvazione degli emendamenti si sarebbero aperti ulteriori possibilità su questo versante e per questo il loro rigetto rappresenta un motivo di soddisfazione e fiducia per tutti quelli che, come noi, in questi anni si sono battuti per la reale difesa della salute delle persone e della loro dignità.

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Il Fatto Quotidiano

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