Basilicata, le liste choc della sanità: per un’ecografia 702 giorni di attesa
- Postato il 24 settembre 2025
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Il Quotidiano del Sud
Basilicata, le liste choc della sanità: per un’ecografia 702 giorni di attesa
In Basilicata, le liste d’attesa per esami diagnostici superano i due anni, causando allarme e rischi per la salute.
Per una ecografia diagnostica di tiroide e linfonodi del collo al San Carlo di Potenza «702» giorni di attesa. E «564» giorni al Madonna delle grazie di Matera per una polisonnografia, che è l’esame per monitorare attività cerebrale, movimenti degli occhi, attività muscolare, parametri cardiaci, respirazione e movimenti del corpo durante il sonno. Sono solo alcune delle liste d’attesa monitorate dall’Unione Sanità Convenzionata (Usc), che riunisce le strutture sanitarie accreditate della Basilicata. Dati significativi per cui Usc ha richiesto un incontro urgente al commissario dell’Asp di Potenza, Massimo De Fino, «per affrontare con spirito collaborativo» le modalità di attuazione della delibera con cui la giunta regionale ha provato a dare una risposta al problema delle liste d’attesa.
LISTE DI ATTESA SITUAZIONE DRAMMATICA E LE INIZIATIVE IN BASILICATA
«La Dgr 513/2025 – si legge in una nota diffusa ieri – nasce con l’obiettivo di incrementare l’offerta di prestazioni di specialistica ambulatoriale – in particolare per esami di diagnostica per immagini – così da abbattere le liste di attesa e garantire ai cittadini lucani un accesso più rapido e sicuro alle cure. Un obiettivo tanto ambizioso quanto necessario, alla luce dei dati resi noti da una recente indagine empirica condotta dall’USC sul SSR lucano (settembre 2025).
Dalla rilevazione emerge infatti una situazione drammatica: per alcune prestazioni salvavita, come la Tomografia Computerizzata torace o la mammografia con ecografia, le prime disponibilità fornite dal Cup (Centro unico di prenotazione) regionale superano spesso un anno e mezzo di attesa, arrivando in alcuni casi addirittura al 2027. Tempi che, per chi sospetta una patologia oncologica o necessita di un controllo cardiologico o neurologico urgente, equivalgono a un rischio concreto per la salute e la vita stessa».
CRITICITÀ AMMINISTRATIVE E SOLUZIONI PROPOSTE
L’Usc ha anche ribadito la «disponibilità delle strutture accreditate a collaborare per la piena riuscita del piano». Salvo aggiungere che «le principali insidie non riguardano il profilo sanitario né la capacità professionale e organizzativa degli operatori, bensì l’aspetto giuridico-amministrativo». «Siamo certi – dichiara il portavoce dell’Usc, Michele Cataldi – che il commissario De Fino, forte della sua esperienza e delle sue competenze, saprà cogliere il nodo centrale della questione: per garantire il successo dell’iniziativa non basta la disponibilità delle strutture, ma è fondamentale che gli atti e le procedure organizzative siano resi inattaccabili sotto il profilo funzionale e giuridico».
Per l’Usc, infatti, occorre: definire i volumi e le tipologie di prestazioni da erogare; «stabilire criteri di riparto equi e trasparenti»; e «condividere i modelli contrattuali e i disciplinari tecnici da applicare». «Solo rendendo chiaro, solido e condiviso l’impianto amministrativo – conclude Cataldi – si potranno evitare contenziosi e appesantimenti burocratici che rischierebbero di rallentare o, peggio, di far fallire l’attuazione della delibera, vanificando l’obiettivo principale: abbattere realmente le liste di attesa e offrire un servizio tempestivo ai cittadini».
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Basilicata, le liste choc della sanità: per un’ecografia 702 giorni di attesa