Matera, Cattedra e Osservatorio, dissolti nell’indifferenza
- Postato il 26 settembre 2025
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Il Quotidiano del Sud
Matera, Cattedra e Osservatorio, dissolti nell’indifferenza

Matera, la storia di una città persa senza rispettare la memoria. La Cattedra Unesco e l’Osservatorio Sassi spariti dai radar nel silenzio della città. Nel 2023 fu realizzato un lavoro prezioso per chiunque voglia conoscere vicende e luoghi
La Cattedra Unesco di Matera è svanita dai radar ormai da mesi, quasi dissolta nel silenzio di una città che dal 1993 porta con orgoglio il titolo di Patrimonio dell’Umanità. È un’assenza che pesa, tanto più perché avvenuta senza clamore, tra flebili reazioni e un senso diffuso di smarrimento: più domande sospese che risposte concrete, più incredulità che indignazione. Eppure, insieme a quella Cattedra, sembra essersi eclissata anche la sua naturale estensione, l’Osservatorio Sassi, strumento pensato per custodire e orientare la gestione di un bene che non appartiene solo a una comunità locale, ma all’intero consorzio umano.
OSSERVATORIO DEI SASSI HA LASCIATO UN SEGNO TANGIBILE
L’Osservatorio, nato come laboratorio di tutela e valorizzazione degli antichi rioni di tufo, ha lasciato un segno tangibile. Si tratta di una guida, pubblicata nel 2023, che rappresenta non un semplice manuale, ma un piccolo faro per chiunque voglia imboccare strade non improvvisate. Un invito a non indulgere all’irrilevanza, a non dimenticare, a riattivare invece il coraggio delle buone pratiche. Resta la domanda, amara e legittima: quanti, tra gli addetti ai lavori, avranno sfogliato quelle pagine? Quanti avranno avuto la cura di ascoltare quelle raccomandazioni, invece di lasciarle impolverare in uno scaffale?
LA CATTEDRA FINO AL 2024 HA SVOLTO UN RUOLO OLTRE LA PRESENZA ACCADEMICA
La Cattedra, fino al dicembre 2024, ha svolto un ruolo che andava ben oltre la sua presenza accademica. Ha saputo esprimere una visione d’insieme, anticipando in qualche modo lo spirito e le finalità della futura “Capitale Mediterranea della Cultura e del Dialogo” del 2026. Non si limitava a proclamare l’importanza della cooperazione internazionale, la praticava, divenendo punto di riferimento per le altre Cattedre Unesco sparse nel mondo, con l’ambizione di connettere luoghi di eccezionale valore culturale e naturale. Luoghi che appartengono, è bene ribadirlo, non a pochi privilegiati, ma all’intera umanità.
Vale la pena ricordarlo. Le Cattedre Unesco non sono istituzioni eterne, ma frutti di accordi di durata limitata, in genere quadriennale. Eppure, a Matera, alla conclusione del primo ciclo fu possibile un rinnovo, e poi ancora un altro, segno di vitalità e riconoscimento internazionale.
LA CATENA SI È SPEZZATA
Ma questa volta, “non c’è stato due senza tre” e la catena si è spezzata. Le ricerche, nei laboratori, proseguono ancora, ma la Cattedra – che era insieme presidio di prestigio e nodo di una rete globale di saperi – ha perso la sua cornice istituzionale. E con essa, la città ha perso un’occasione di autorevolezza, di dialogo, di proiezione verso le sfide comuni del nostro tempo.
CATTEDRA UNESCO E OSSERVATORIO DEI SASSI SPARITI DALL’ATTENZIONE DELLA CITTÀ
Così, oggi, resta l’eco di un silenzio assordante. Un patrimonio mondiale, i Sassi, rischia di rimanere prigioniero di una retorica da cartolina, mentre si allenta la presa degli strumenti che potevano garantirne una cura responsabile e lungimirante. Viene da chiedersi se Matera, città simbolo di resilienza e rinascita, saprà ritrovare la voce per reclamare ciò che ha perduto. Non un titolo, non una sigla accademica, ma un’occasione concreta di custodire, con dignità e coscienza, un bene che non è solo suo, ma dell’umanità intera.
Il Quotidiano del Sud.
Matera, Cattedra e Osservatorio, dissolti nell’indifferenza