Bari, neonato morto nella culla termica: il prete verso il processo

  • Postato il 20 maggio 2025
  • Notizie
  • Di Quotidiano del Sud
  • 1 Visualizzazioni

Il Quotidiano del Sud
Bari, neonato morto nella culla termica: il prete verso il processo

Share

Bari, neonato morto nella culla termica di ipotermia. Decisivo il malfunzionamento del sistema d’allarme. Chiuse le indagini: sotto accusa don Antonio Ruccia e il tecnico che installò la culla nel 2014.


BARI – È una tragedia che scuote le coscienze e interroga le responsabilità quella del neonato trovato morto il 2 gennaio scorso nella culla termica della chiesa di San Giovanni Battista di Bari. Le indagini coordinate dalla Procura sono arrivate a una svolta: chiuso il fascicolo, si profila ora la richiesta di rinvio a giudizio per omicidio colposo nei confronti del parroco, don Antonio Ruccia, e del tecnico Vincenzo Nanocchio, che installò la culla nel 2014 e ne modificò l’alimentatore lo scorso dicembre dopo alcuni blackout.

Bari, neonato morto nella culla termica: la ricostruzione degli inquirenti

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il piccolo – poi simbolicamente chiamato Angelo e sepolto nell’ala del cimitero dedicata ai bambini – era vivo al momento dell’abbandono. Le tracce di urina rinvenute all’interno della culla lo confermano. Ma a ucciderlo è stata l’ipotermia, subentrata tra le 4 e le 10 ore successive al suo ingresso in quel luogo che avrebbe dovuto salvarlo.

Una culla non idonea a salvare

La culla termica, che in teoria avrebbe dovuto attivare un allarme al cellulare del parroco non appena il peso del neonato veniva rilevato, ha fallito. E non per caso. Gli accertamenti tecnici hanno rivelato che il materassino presente non era quello previsto per tale funzione. Si trattava di un tappetino di tipo domestico, pensato per sistemi antifurto economici, inadatto a rilevare correttamente un peso così lieve. Una scelta economica, ma tragica.

A peggiorare la situazione, l’impianto di climatizzazione del locale, che a causa di una probabile perdita di gas, soffiava aria fredda invece che calore. Una combinazione micidiale che ha trasformato la culla termica in una trappola silenziosa.

Il mancato allarme: accusa di omicidio colposo

L’elemento più drammatico è forse proprio il mancato allarme: in almeno due occasioni precedenti – nel 2020 e nel 2023 – il sistema aveva funzionato correttamente. Ma il 2 gennaio 2024, no. Nessuna chiamata è partita verso il cellulare di don Ruccia, e nessun intervento tempestivo è stato possibile.

La Procura di Bari, attraverso l’operato della squadra mobile e le consulenze tecniche, ha accertato la responsabilità nella mancata manutenzione e nell’inadeguatezza del sistema. L’accusa per il sacerdote e per il tecnico è di omicidio colposo, aggravato dalla natura del dispositivo e dal suo fine: salvare vite.

Share

Il Quotidiano del Sud.
Bari, neonato morto nella culla termica: il prete verso il processo

Autore
Quotidiano del Sud

Potrebbero anche piacerti