Bando per rilanciare Palazzo Galloni, la villa sul Naviglio di Milano dove forse Leonardo dipinse la Dama con l’Ermellino

  • Postato il 20 settembre 2025
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Il legame tra Leonardo da Vinci e i corsi d’acqua di Milano sono storia nota. L’uomo “totale” del Rinascimento è stato infatti uno degli ingegneri che hanno offerto il proprio aiuto per l’efficientamento dei Navigli che percorrevano la città, progettandone degli ampliamenti nei primi anni del Cinquecento. Meno noto è un altro legame tra Leonardo e il principale di questi corsi, il Naviglio Grande, lungo le cui sponde si dice abbia realizzato uno dei suoi capolavori più noti, la Dama con l’ermellino. Siamo sull’Alzaia Naviglio Grande 66: qui sorge l’antico Palazzo Galloni, da anni ammalorato e finalmente oggetto di un bando comunale per il suo recupero e promozione.

La dama con l'ermellino, Leonardo da Vinci
La dama con l’ermellino, Leonardo da Vinci

La storia di Palazzo Galloni sul Naviglio Grande

Costruito tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento, Palazzo Galloni era una villa suburbana di proprietà dell’omonima famiglia borghese. Era stata costruita su un nucleo originario preesistente, più antico di almeno di un secolo, che avrebbe fatto da casino di caccia per Francesco Sforza prima e Ludovico il Moro poi. Sarebbe stato proprio il Moro a ospitare qui l’amante e poetessa Cecilia Gallerani (che gli diede un figlio maschio, Cesare Sforza, ottenendo in cambio la donazione del feudo di Saronno). È lei la “dama” di cui Leonardo, allora pittore alla corte milanese, realizzò il celebre ritratto oggi conservato in Polonia, al Museo Czartoryski di Cracovia. Nonostante gli illustri ospiti, il grande Palazzo cominciò ad andare in rovina: acquistato dalla cooperativa edilizia Centro Storico dal 1987, venne affittato fino agli Anni Novanta per pochi soldi.

Centro dell'Incisione Alzaia Naviglio Grande
Centro dell’Incisione Alzaia Naviglio Grande

Il Centro dell’Incisione sul Naviglio Grande

Una parziale svolta è arriva nel 1975, cinquant’anni fa esatti quest’anno, quando Gigi Pedroli (allora amministratore della Cooperativa) recuperò una parte del pianterreno per aprirvi il Centro dell’Incisione: pensato come atelier, scuola e spazio espositivo, il Centro si è evoluto da luogo di ritrovo per un gruppo di amici artisti a punto di riferimento milanese (ve ne parlavamo qui), mantenendo aperte le attività anche dopo la presa in consegna del Palazzo da parte dell’Amministrazione comunale nel 2003. Ora sono la moglie di Pedroli, Gabriella Casarico – che con il marito ricevette l’Ambrogino d’Oro nel 2020 – e il nipote Alessandro a prendersi cura del luogo e a tenere viva l’attività del Centro.

Il recupero di Palazzo Galloni a Milano

La protezione del Centro dell’Incisione ha influito sulla delibera della Giunta comunale che punta ad avviare un percorso di recupero dell’immobile. Stando all’atto, firmato dall’Assessore al Bilancio e al Demanio Emmanuel Conte lo scorso 11 settembre 2025, è prevista la concessione in diritto di superficie per 50 anni del palazzo a un soggetto, che sia una Fondazione o altro, che sia in grado di rispettare le due clausole: il mantenimento, la salvaguardia e la valorizzazione del Centro e l’inserimento di un servizio di interesse pubblico su almeno metà della superficie del complesso.

Giulia Giaume

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Artribune

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