Assalto al liceo Da Vinci, fra gli identificati anche un maggiorenne: si indaga per danneggiamento aggravato

  • Postato il 28 ottobre 2025
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  • Di Genova24
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assalto liceo Da Vinci

Genova. Anche la procura di Genova, oltre alla procura dei minori, indaga da oggi sull’assalto avvenuto sabato sera al liceo scientifico Leonardo da Vinci di via Arecco. La Digos ha infatti inviato al procuratore Nicola Piacente un’informativa con l’identificazione di un primo maggiorenne che avrebbe partecipato al blitz che ha devastato la scuola.

Anche un 18enne tra gli autori del blitz: identificazioni ancora in corso

Si tratta di un giovane che ha compiuto da poco i diciott’anni. Minorenni finora risultano tutti gli altri partecipanti all’assalto: si tratterebbe, si apprende di una quindicina di persone, in buona parte italiani ma qualcuno risulta nato all’estero. Le identificazioni sono ancora in corso grazie soprattutto alle telecamere di sorveglianza dell’istituto.

La procura di Genova ha aperto un fascicolo per danneggiamento aggravato e al momento si riserva di valutare l’ipotesi di apologia di fascismo ma al nono piano di palazzo di Giustizia, come tra gli investigatori, al momento c’è prudenza rispetto a una possibile connotazione politica del blitz anche perché in base a quanto accertato fino ad ora nessuno dei minorenni e maggiorenni individuati è noto per appartenenza o vicinanza al mondo dell’estrema destra e anche per questo le identificazioni non sono state ancora completate.

L’appello degli studenti: “No a strumentalizzazioni”

E lo stesso lo hanno ribadito questa mattina gli stessi studenti del Leo, riuniti in assemblea in piazza Manin insieme ad alcuni professori per proseguire le attività che erano state programmate per l’occupazione mancata, interrotta dal blitz violento di sabato nottema anche per discutere di quanto accaduto e della relativa risonanza mediatica. Gli studenti hanno chiesto alla politica di non strumentalizzare quanto accaduto sottolineando in diversi come l’attacco alla scuola sia stato opera di teppisti e non di fascisti: “Sono bifolchi, teppisti, violenti per il gusto di esserlo, ma sono anche la spia di una società che ha fallito“ hanno detto gli studenti.

Il preside della scuola Riccardo Brugia intanto questa mattina è andato in Questura a presentare denuncia per i danni alla scuola, che al momento resta chiusa per la necessità di essere messa in sicurezza dopo che porte, vetri e aule sono stati sfasciati con pietre e tubi presi da un vicino cantiere.A quanto risulta a Genova24 dalla scuola non sarebbe stato portato via nulla se non due bandiere italiane.

La ricostruzione integrale del collettivo del Leo sui ritardi nell’intervento delle forze dell’ordine

Riceviamo e pubblichiamo integralmente il resoconto dei fatti stilato dagli studenti del collettivo del Leonardo Da Vinci:

“La notte tra il 25 e il 26 ottobre al Liceo Leonardo da Vinci, durante l’occupazione pacifica e democratica degli studenti, votata in assemblea d’istituto, con lo scopo di sensibilizzare riguardo tematiche di attualità che non abbiamo la possibilità di approfondire durante le lezioni, è avvenuta un’aggressione criminale da parte di esterni. Gli incursori, che erano ragazzi circa tra i 15 e 17 anni, hanno sfondato la porta sul retro, usando tubi metallici presi dal cantiere lì accanto, e sono entrati nell’edificio, causando danni alla struttura e agli arredi e imbrattando le pareti. Già a partire dalle 22.12 gli studenti all’interno della scuola erano stati allertati dell’arrivo di soggetti sospetti, che avevano intenzione di entrare. Dopo un po’ di tempo, i pochi individui si sono trasformati in decine di persone che spingevano per accedere alla struttura. Gli studenti hanno cercato di fermarli chiudendo il cancello, ma intorno alla mezzanotte gli aggressori sono riusciti a fare una pressione tale da sfondarlo ed entrare così nel parcheggio della scuola. A questo punto, alle ore 00.04, è avvenuta la prima chiamata al 112 da parte di uno studente allarmato. Il gruppo di teppisti, formato da circa 30 persone, ha iniziato ad accalcarsi contro la porta di ingresso situata dal parcheggio, a lanciare bottiglie e a spingere per accedere, minacciando verbalmente e fisicamente le persone all’interno e inneggiando al duce. I ragazzi che facevano sorveglianza all’entrata hanno presto compreso che la situazione stava diventando ingestibile e hanno ordinato a tutti gli altri di lasciare la scuola e di chiamare le forze dell’ordine. Nel frattempo, gli incursori hanno preso i tubi metallici che si trovavano nei ponteggi del cantiere sul retro della scuola e hanno iniziato ad utilizzarli per spaccare i vetri della porta d’ingresso e per aggredire i ragazzi dall’altra parte, riuscendo così ad entrare. Intorno alle 00.20 gran parte degli studenti presenti all’interno del Leonardo da Vinci erano stati fatti evacuare e avevano continuato a chiamare la polizia, sperando in un intervento tempestivo. Le forze dell’ordine, tuttavia, non hanno risposto al grido d’aiuto dei ragazzi; tra mezzanotte e l’una hanno risposto a tutti dicendo che sarebbero intervenuti il prima possibile, fino a dichiarare che non accettavano più telefonate sulla questione, in quanto erano già al corrente di tutto. Alle ore 1.00 degli studenti sono tornati nel parcheggio e hanno trovato alcuni degli aggressori che, probabilmente spaventati dal possibile arrivo della polizia, stavano valutando se entrare o meno. Dopo aver atteso alcuni minuti, hanno deciso di fare nuovamente irruzione, minacciando i ragazzi lì presenti, che si sono allontanati. Alle ore 2.00 altri studenti del Leo sono entrati nell’istituto per verificare i danni e hanno trovato una situazione sconvolgente: tutti i pavimenti coperti da polvere degli estintori, una porta abbattuta, l’uficio del preside aperto e messo sottosopra e delle scritte eclatanti sulle pareti, tra le quali spiccava una svastica. Pare che i vandali, in quel momento, fossero ancora all’interno dell’edificio, liberi di compiere ulteriori danni, poiché quest’ultimo era stato lasciato incustodito e aperto a chiunque. Delle volanti dei carabinieri tra l’1.00 e le 2.00 erano state avvistate in piazza Manin e informate della situazione, ma hanno ignorato le richieste di aiuto, rispondendo che era impossibile che la polizia non fosse già accorsa a distanza di più di un’ora. La polizia, tuttavia, è arrivata di fronte al Leonardo da Vinci alle ore 2.40 e ha iniziato a fare domande e a chiedere i documenti ad alcuni studenti che si trovavano lì, per poi entrare effettivamente all’interno dell’istituto 40 minuti dopo. Gli agenti si sono limitati a fare un sopralluogo e a valutare i danni che c’erano stati, in attesa dell’ispettore capo, che ha poi fatto rilasciare delle dichiarazioni ad alcuni ragazzi che si trovavano sul posto. Poco dopo è accorso anche il dirigente scolastico, che ha constatato la condizione tragica dell’edificio. Il fatto che è accaduto è di una gravità senza precedenti, per questo è importante mettere in luce gli aspetti più preoccupanti. In primo luogo, la distruzione e il vandalismo di una scuola, per di più con simboli che riecheggiano al nazismo, è inammissibile, in quanto dovrebbe essere un tempio della cultura, della democrazia e del libero pensiero. In secondo luogo, il mancato soccorso delle forze dell’ordine lascia a dir poco allibiti: è dificile sentirsi al sicuro vivendo in uno Stato che non interviene al momento del bisogno, ma lascia dei ragazzi e una scuola in balia della violenza e della criminalità”.

Nessun esposto in Procura sul ritardo dell’intervento

Se dalla relazione degli studenti risulterebbe un ritardo nell’intervento delle forze dell’ordine in Procura non è arrivato al momento alcun esposto o lamentela formale in questo senso da parte della scuola. Emerge invece che i carabinieri della stazione di Castelletto avevano nei giorni scorsi presentato una denuncia d’ufficio per l’occupazione del liceo Da Vinci. Il fascicolo è stato aperto in Procura senza ipotesi di reato.

Autore
Genova24

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