La Juventus di Spalletti non sarà mai con il suo Napoli o la Roma: ecco perché
- Postato il 30 ottobre 2025
- Di Virgilio.it
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                                                                            Spalletti non è certo un allenatore schiavo del suo credo tattico. Lo racconta la sua storia: Lucio ha cambiato tanto nel corso degli anni. Ed è subito scattato il giochino-tormentone: come giocherà la Juventus? Sarà ancora difesa a 3, 4-2-3-1 oppure 4-3-3? C’è già chi azzarda paragoni col formidabile Napoli scudettato o con la sua (prima) meravigliosa Roma che aveva in Totti il suo uomo copertina. Ma la verità è che la Signora di Spalletti non potrà mai essere come quel Napoli o quella Roma.
La Juventus di Spalletti come il Napoli o la Roma?
Napoli e Roma sono stati i capolavori di Spalletti. Squadre che hanno incantato, brillato, vinto. Nella Capitale – col 4-2-3-1 che i tifosi giallorossi ricordano come fosse ieri – lo scudetto è stato soltanto sfiorato, ma in compenso il tecnico di Certaldo ha alzato al cielo due Coppe Italia di fila (2006-2007, 2007-2008) e una Supercoppa Italiana nel 2007.
L’impresa compiuta a Napoli ha perfino deciso di tatuarla sul braccio. Dopo 33 anni, ha riportato gli azzurri sul tetto d’Italia con uno scudetto – il primo post Maradona – conquistato dominando dalla fine all’inizio nel segno del 4-3-3, esaltato dal tridente composto da Kvaratskhelia, Osimhen e Politano/Lozano. Il popolo bianconero gli chiede di replicare quanto fatto a Roma e Napoli, ma c’è un motivo preciso per cui la sua Juventus sarà costretto a giocare in modo diverso.
All’ex ct mancano due pedine fondamentali
La risposta è lì nel mezzo. Perché il segreto della sua prima Roma e del Napoli campione d’Italia era in cabina di regia. I giovanissimi, forse, non ricorderanno il cileno David Pizarro, geniale intuizione di Spalletti. Sì, perché il metronomo sudamericano era in realtà un trequartista arrivato via Inter ed esploso in precedenza nell’Udinese, ma in posizione avanzata – non essendo proprio un corazziere – faceva una fatica tremenda. Lucio, allora, arretrò il suo raggio d’azione, consegnandogli le chiavi del centrocampo grazie alla sua abilità nello smistare il pallone abbinata a una visione da gioco con pochi eguali. Così la sua Roma girava una meraviglia.
A Napoli ha trovato un Lobotka triste, in sovrappeso e abituato alla panchina con Gattuso. Dopo averlo catechizzato e tirato a lucido, è riuscito a bissare il successo dell’operazione Pizarro. Tra Anguissa e Zielinski, lo slovacco è diventato uno dei migliori interpreti del ruolo, corteggiato da tutti i top club del Vecchio Continente. La domanda è, dunque, la seguente: nella Juventus c’è un giocatore che ricorda Pizarro o Lobotka? La risposta è scontata: no.
Le soluzioni a disposizione di Spalletti
All’Inter inventò Brozovic regista, ma i nerazzurri non hanno mai espresso un calcio veramente spallettiano. Con l’Italia proprio non è andata, nonostante i vari cambi di modulo e i tanti tentativi effettuati, da Jorginho a Ricci e Rovella.
Il centrocampo bianconero non brilla certo per qualità: Locatelli neppure veniva convocato in Nazionale, Koopmeiners potrebbe essere la sorpresa a condizione che l’olandese sia dia una svegliata. Altro, al momento, non c’è. La sensazione è Lucio – almeno fino a gennaio – virerà sugli esterni offensivi, ossia su Yildiz e Conceicao. Talento, velocità e guizzi, sperando che il mercato porti poi un dote un Pizarro o un Lobotka.
 
                         
                     
                                                                                                         
                            