Anche quest’anno parteciperò a I Fumi della Fornace: la ‘meglio gioventù’ dei ragazzi di Valle Cascia
- Postato il 29 agosto 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Anche quest’anno avrò il piacere di partecipare a I Fumi della Fornace, il fecondo festival di poesia, letteratura, teatro, musica e riflessione filosofica organizzato dall’associazione Congerie. Già ho parlato in passato della “meglio gioventù” incarnata dai ragazzi di Valle Cascia (nella zona di Macerata), di cui Giorgiomaria Cornelio è il più noto come poeta e pensatore, ma che si muove da anni come un corpo unico nel fermento della ricerca multidisciplinare, militante e mistica insieme.
Quest’anno avrò il piacere di partecipare all’incontro conclusivo di una lunga serie di dibattiti, intitolato “Battere il tempo. Poesia e ritmo del presente”, in dialogo con Gilda Policastro, Riccardo Pedicone, Francesco D’Isa (direttore de L’Indiscreto con cui ho avuto il piacere di scrivere il saggio Introduzione alla Meditazione per Edizioni Tlon) e Massimo Palma, di cui vi ho già parlato per il suo Happy Diaz.
L’occasione della mia presenza è data anche dalla pubblicazione di un mio libriccino, Dylan, Mercurio e Giano, pubblicato da Edizioni Volatili e impreziosito da una bellissima copertina di Giuditta Chiaraluce.
E parlando di case editrici, colgo l’occasione per ribadire la mia stima per un progetto editoriale straordinario, uno dei pochi che per la qualità del catalogo merita di essere accostato al prestigio di Adelphi: sto parlando di Giometti & Antonello, che, oltre a rappresentare una realtà editoriale importante, è anche una storica libreria nel centro di Macerata.
Il progetto è nato dall’incontro tra due percorsi tanto diversi quanto convergenti: quello del compianto Gino Giometti, filosofo ed editore di lungo corso, co-fondatore di Quodlibet, e quello di Danni Antonello, poeta e comparatista, fondatore della libreria antiquaria Scaramouche.
La loro alleanza ha rappresentato un modello editoriale esemplare per profondità: non più il libro come semplice oggetto da catalogare o accumulare, ma come dispositivo attivo di pensiero. Questo lavoro prende corpo in una pratica editoriale che si nutre tanto della conoscenza profonda della storia del libro quanto dell’attenzione alle qualità materiali dell’oggetto libro stesso: impaginazione, copertine, apparati critici, persino il ritmo delle pagine bianche vengono pensati con una cura che richiama la composizione musicale.
Il catalogo ha un duplice criterio: da un lato la riscrittura del passato, che indaga tra i resti dell’editoria novecentesca per riscoprire voci dimenticate o mai davvero ascoltate; dall’altro, la rifondazione del presente, attraverso pubblicazioni che instaurano un dialogo attivo con l’oggi, anche laddove sembrano provenire da epoche remote.
La figura dell’editore, in questo disegno, si configura come intellettuale vigile, capace di ascoltare i testi e di cogliere, nel loro tempo silenzioso, il “momento privilegiato di leggibilità” evocato da Walter Benjamin.
Il catalogo di Giometti & Antonello non è un archivio, ma un campo di forze. Esemplare, in tal senso, la pubblicazione dell’Opera in versi di Osip Mandel’štam, poeta salvato dalla memoria della moglie e restituito al mondo attraverso una traduzione intesa come atto di rigenerazione – quella Verjüngung tanto cara ai romantici tedeschi.
Oppure, pensiamo a una gemma assoluta: la pubblicazione in due volumi (del 2017 e del 2020), con testo originale a fronte, di Stelle tardive di Arsenij Tarkovskij, straordinario poeta russo padre di Andrej Tarkovskij, uno dei più grandi registi del Novecento.
Altro titolo degno di nota è il romanzo-saggio Gilles, opera di una figura controversa quanto affascinante come Drieu de La Rochelle, tradotto da Luciano Bianciardi; non solo un’opera di raro interesse (un violento quanto raffinato manifesto antiborghese), ma anche un oggetto cartotecnico di pregio: il volume è in copertina in carta “vellutata” bianca con titolo in verde e un raffinato disegno in rosso.
Alla memoria di Gino Giometti (scomparso nella fine del 2023) dedico queste parole di Marco Filoni, tratte da un omaggio collettivo raccolto da Il Tascabile: “L’ultimo suo libro è una raccolta di Dylan Thomas, dove fra parole di rovine e macerie e tempi oscuri fanno capolino versi luminosi: Sono venuto a prendere la vostra voce… mi piace pensare che con il suo lavoro, una dura fatica riscattata dalla leggerezza, Gino è venuto a darci la nostra voce”.
Tra i motivi per visitare I Fumi della Fornace aggiungo anche la presenza preziosa di questa casa editrice così meravigliosamente fuori dalle convenzioni.
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