Alluvioni lampo sempre più disastrose negli Usa: servono sforzi politici coordinati
- Postato il 12 agosto 2025
- Ambiente
- Di Il Fatto Quotidiano
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A fine luglio 2025, il Servizio Meteo degli Stati Uniti (NWS: National Weather Service) aveva emesso quasi 3.800 allerte alluvionali, avvertendo tutti del pericolo di inondazioni lampo (Fig.1). E il numero degli avvisi sta aumentando in questi giorni, poiché nubifragi torrenziali continuano a colpire qui e là il paese. Anche senza Nostradamus si può ragionevolmente prevedere che gli Stati Uniti superino la soglia di 4mila allerta all’anno. Un nuovo record.
La intensificazione del rischio di alluvioni lampo non è una novità, neppure per gli americani. Nel 2019 la National Academy avvertiva che “le inondazioni lampo rappresentano il rischio naturale con il maggiore impatto economico e sociale negli Stati Uniti e questi impatti stanno diventando più gravi nel tempo”*. Quando un nubifragio si riversa su terreni saturi, pendii ripidi, aree urbane e vegetazione rada, il deflusso può rapidamente tracimare dai corsi d’acqua comunemente riconosciuti dalle mappe catastali, siano questi un fiume, un torrente o una roggia di drenaggio locale. E il rapido innalzamento del livello idrico, assieme alla enorme quantità di detriti trasportati dalla corrente, ha un effetto dirompente nelle zone riparie.
Nella estate del 2025, i nubifragi torrenziali − battezzati come bombe d’acqua dalle nostre parti, con toscana arguzia e un pizzico di malafede − hanno causato numerose vittime in Texas e New Mexico, in Virginia Occidentale e del New Jersey. Se il numero di vittime è stato inferiore a est, i danni sono stati enormi. Un conto mostruoso per lo stato di New York e la Carolina del Nord, l’Oklahoma, il Kansas, il Vermont e perfino l’Iowa. Gli Stati Uniti hanno vissuto devastanti inondazioni lampo nel corso della loro storia, ma una diffusione così capillare e assieme frastagliata dei fenomeni è stata raramente osservata in passato. Una distribuzione “frattale” dei disastri che ricorda le mappe della contaminazione al suolo dovuta alla ricaduta della nube radioattiva prodotta dalla esplosione di Cernobyl (Fig.2).
Stabilire nessi causali di questi fenomeni non è semplice. Il meteo e le condizioni del suolo svolgono un ruolo chiave nel determinare quando e dove colpiscono le inondazioni lampo. L’anomalia delle precipitazioni finora osservata nel 2025 ha giocato pesante (Fig.3). Gli eventi estremi che hanno colpito vaste zone del Paese a est delle Montagne Rocciose hanno più che raddoppiato le precipitazioni al suolo rispetto alla norma, da metà aprile a metà luglio. Negli Stati Uniti, le intrusioni di aria tropicale sono frequenti durante la stagione calda, con un eccesso di vapore acqueo, che alimenta forti acquazzoni. Inoltre, la corrente a getto e i venti occidentali tendono a indebolirsi durante l’estate, riducendo la loro capacità di convogliare i sistemi temporaleschi da ovest a est attraverso gli Stati Uniti; viene così rallentata la mobilità dei sistemi temporaleschi che, quindi, permangono quasi stazionari.
Il persistente spostamento della corrente a getto più a sud del normale, assieme a pressioni atmosferiche più basse, ha alimentato i nubifragi negli Stati Uniti centrali e orientali. Gli Stati a est delle Montagne Rocciose hanno assistito al passaggio di una lenta traiettoria di perturbazioni capaci di produrre intensi acquazzoni e nubifragi localizzati in tutta la regione. Nel corso della tremenda inondazione che ha colpito la regione collinare del Texas il 4 luglio 2025, provocando più di 135 vittime, il vapore acqueo atmosferico ha raggiunto o quasi livelli da record storico. E questo spiega, in parte, la catastrofe texana.
Anche il mare più caldo del normale può aumentare le precipitazioni. I Caraibi e l’Oceano Atlantico sono la sorgente del vapore acqueo atmosferico negli Stati Uniti centrali e occidentali. Nell’estate del 2025, si sono verificate condizioni di estrema umidità all’origine di tassi di precipitazione molto elevati e di un articolato e bizzarro sviluppo dei fenomeni temporaleschi. Con l’aumento della temperatura dell’oceano e dell’aria, il vapore acqueo atmosferico aumenta. Temperature marine più elevate producono più vapore acqueo atmosferico tramite l’evaporazione e, nel contempo, un’atmosfera più calda può trattenere più umidità, alimentando gli acquazzoni.
Molti fattori al suolo determinano se un acquazzone darà origine a un’alluvione catastrofica: la capacità di assorbimento del terreno, la topografia locale, la rete idraulica, le persone e le cose in pericolo**. Non ci sono però dubbi che il cambiamento climatico, causato dal riscaldamento globale della atmosfera, stia rendendo le precipitazioni estreme ancora più frequenti e frastagliate. Prove inconfutabili dimostrano come il vapore acqueo atmosferico sia in crescita nell’intero sistema climatico.
I cambiamenti, forse irreversibili, non possono esentare la politica dalla necessità di uno sforzo coordinato e distribuito a diversi livelli (federale, statale, regionale, locale) per adattare la risposta delle comunità ai nuovi scenari di rischio, soprattutto in termini di conoscenza, consapevolezza, coordinazione. Non è esattamente la via intrapresa dall’Amministrazione Trump che ha da poco festeggiato sei mesi di tumultuoso attivismo. Tanto meno quella dell’attuale agenda europea e italiana, dove il riarmo saccheggerà ogni iniziativa di adattamento.
*National Academies of Sciences, Engineering, and Medicine (2019) Framing the Challenge of Urban Flooding in the United States. Washington, DC: The National Academies Press.
**Rosso, R. (2017) Bombe d’acqua: alluvioni d’Italia dall’unità dal terzo millennio, Venezia: Marsilio.
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